Lorenzo Lotto e Giulio Camillo Delminio nel tempo loro. Congiunture

Assai nota è la circostanza che mise in contatto a Venezia, nel 1528, Lorenzo Lotto con Giulio Camillo Delminio. Cioè il timore avvertito da Sebastiano Serlio, amico in comune, per una morte imminente che sarebbe però sopraggiunta solo poco meno di vent’anni dopo, nel 1544 a Fontainebleau. È a partire allora dal documento notarile voluto dall’architetto, reso noto da Loredana Olivato nel 1971, che di seguito si riper- corre la dinamica Lotto-Camillo alla luce di due congiunture culturali in particolare. Consistenti l’una nell’interesse condiviso per una iconografia di ambito ermetico, l’al- tra per la funzione mnestica assegnata alle immagini nei rispettivi ambiti speculativi. Quindi all’interesse dimostrato da entrambi per l’arte della memoria. Dopo un breve paragrafo sulla prossemica dei gesti e dello sguardo nei dipinti di Lotto, il saggio si conclude con una nota sulla recente proposta di identificare l’uomo barbuto del Tri- plice ritratto di orafo ora a Vienna, con Giulio Camillo.