Pio XII e la Chiesa italiana nel secondo dopoguerra

Pio XII, dopo la tragica esperienza della guerra, promuove un modello di società confessionale sostenuta dalle autorità civili, nel quale la civiltà cristiana è l'unica possibile, pur nel confronto e la partecipazione alla realtà sociale e politica del tempo. Emerge la riproposizione di un'interpretazione negativa della modernità con tutti i suoi errori, che vengono puntualmente condannati, assieme alla ripresa della polemica antimodernista. Così la condanna dottrinale del comunismo ha ripercussioni sia sul piano internazionale che su quello italiano, dove si muovono, sottoposte ad uno stretto controllo, diverse importanti realtà cattoliche o d'ispirazione cattolica (ACI, Comitati Civici, DC). Paradossalmente gli intrecci tra Chiesa e rappresentanza politica finiscono col favorire il processo di secolarizzazione. Mentre nell'ultima parte del pontificato le forze stanno abbandonando il pontefice, cominciano a farsi sentire voci dissonanti rispetto a questo disegno. L'episcopato italiano e la nascente CEI sono ancora stretti sulla linea del papa e della Curia romana. Invece con l'elezione di Angelo Roncalli si avvertono i segnali di un percorso nuovo.