Partendo dalla definizione e dalla tipologia delle manifestazioni di violenza verbale e parole d’odio contro le donne (sexist hate speech) offerta dal Consiglio d’Europa nel 2016 ed esemplificata con casi recenti apparsi nei media italiani, si individuano stereotipi palesi e sottili alla base delle discriminazioni di genere che fondano la violenza verbale. Si procede nell’analisi dei dati del GMMP (Global Media Monitoring Project) che mostrano il ruolo dei media nel rafforzare piuttosto che contrastare gli stereotipi di genere in Italia e nel mondo. Si riflette infine sull’uso formale della lingua italiana nei media che ancora oggi resiste alla declinazione al femminile di ruoli di prestigio rafforzando gli stereotipi di genere e contribuendo all’invisibilità delle donne nel discorso culturale.

In this paper we argue that verbal violence and hate speech directed to women can be counteracted by a solid policy of feminization of job terms and an overt reference to women groups in the cultural discourse

Violenza verbale nei media e questioni di genere

Giuliana Giusti
;
Monia Azzalini
2020-01-01

Abstract

In this paper we argue that verbal violence and hate speech directed to women can be counteracted by a solid policy of feminization of job terms and an overt reference to women groups in the cultural discourse
2020
Guardiamola in faccia. I mille volti della violenza di genere
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