La "malattia del sudore" sembra essere stata – come la peste bubbonica e come moltissime altre malattie infettive, Covid-19 inclusa – il risultato di una zoonosi, cioè di un salto di specie dell’agente patogeno da un animale in cui era ben adattato all’uomo, a causa di alcuni fattori che ne favorirono l’insorgenza e la diffusione in dei momenti storici ben precisi. Se ne riscontrano quattro ricorrenze epidemiche oltre alla prima del 1485: nel 1508, 1517, 1528-1530 e, l’ultima, nel 1551. Tutte e cinque rimasero confinate all’Inghilterra – quindi il nome di "English sweat" in inglese o "sudor anglicus" in latino – con l’importante eccezione della quarta ondata che raggiunse livelli pressoché pandemici diffondendosi ampiamente sul continente europeo. La vera natura della malattia del sudore sembra destinata a rimanere un mistero. Ma è solo una curiosità storica? Negli ultimi decenni abbiamo assistito all’emergere di diversi virus apparentemente nuovi e comunque tutti devastanti, come l’HIV, la SARS, l’Ebola, la Zika e il Covid-19, e per quanto improbabile, non è da escludersi che nelle “giuste” circostanze la malattia del sudore possa riemergere. In questo contesto l’assenza di pareri unanimi circa l’agente patogeno causale non è per niente rassicurante
Qui si parla non della peste bubbonica (discussa altrove in questo volume) ma di un’altra malattia, molto più circoscritta, quasi misteriosa. È un malattia che sembra essere stata – come la peste bubbonica e come moltissime altre malattie infettive, Covid-19 inclusa – il risultato di una zoonosi, cioè di un salto di specie dell’agente patogeno da un animale in cui era ben addattato all’uomo, a causa di alcuni fattori che favorirono l’insorgenza e la diffusione in dei momenti storici ben precisi. La diffusione della “malattia del sudore” tra la popolazione risultava fulminante e rapida, ma allo stesso tempo circoscritta, a macchia di leopardo. Si riscontrano quattro ricorrenze epidemiche oltre alla prima del 1485: nel 1508, 1517, 1528-1530 e, l’ultima, nel 1551. Tutte e cinque erano confinate all’Inghilterra – quindi il nome di "English sweat" in inglese o "sudor anglicus" in latino – non raggiungendo mai la Scozia, il Galles o l’Irlanda; con l’importante eccezione della quarta ondata che raggiunse livelli pressoché pandemici diffondendosi ampiamente sul continente europeo. In un’epoca condizionata dalla peste bubbonica la malattia del sudore faceva paura, non solo per la sua novità (almeno nel 1485), ma per la sua natura fulminante, sporadica, imprevvedibile e spesso mortale. La vera natura della malattia del sudore sembra destinata a rimanere un mistero. Ma è solo una curiosità storica? Negli ultimi decenni abbiamo assistito all’emergersi di diversi virus apparentemente nuovi e comunque tutti devastanti, come l’HIV, la SARS, l’Ebola, la Zika e il Covid-19, e per quanto improbabile, non è da escludersi che nelle “giuste” circostanze la malattia del sudore possa riemergere. In questo contesto la mancanza di consenso circa l’agente patogeno causale non è per niente rassicurante.
Una misteriosa minaccia: la “malattia del sudore”
David Gentilcore
Writing – Original Draft Preparation
2021-01-01
Abstract
Qui si parla non della peste bubbonica (discussa altrove in questo volume) ma di un’altra malattia, molto più circoscritta, quasi misteriosa. È un malattia che sembra essere stata – come la peste bubbonica e come moltissime altre malattie infettive, Covid-19 inclusa – il risultato di una zoonosi, cioè di un salto di specie dell’agente patogeno da un animale in cui era ben addattato all’uomo, a causa di alcuni fattori che favorirono l’insorgenza e la diffusione in dei momenti storici ben precisi. La diffusione della “malattia del sudore” tra la popolazione risultava fulminante e rapida, ma allo stesso tempo circoscritta, a macchia di leopardo. Si riscontrano quattro ricorrenze epidemiche oltre alla prima del 1485: nel 1508, 1517, 1528-1530 e, l’ultima, nel 1551. Tutte e cinque erano confinate all’Inghilterra – quindi il nome di "English sweat" in inglese o "sudor anglicus" in latino – non raggiungendo mai la Scozia, il Galles o l’Irlanda; con l’importante eccezione della quarta ondata che raggiunse livelli pressoché pandemici diffondendosi ampiamente sul continente europeo. In un’epoca condizionata dalla peste bubbonica la malattia del sudore faceva paura, non solo per la sua novità (almeno nel 1485), ma per la sua natura fulminante, sporadica, imprevvedibile e spesso mortale. La vera natura della malattia del sudore sembra destinata a rimanere un mistero. Ma è solo una curiosità storica? Negli ultimi decenni abbiamo assistito all’emergersi di diversi virus apparentemente nuovi e comunque tutti devastanti, come l’HIV, la SARS, l’Ebola, la Zika e il Covid-19, e per quanto improbabile, non è da escludersi che nelle “giuste” circostanze la malattia del sudore possa riemergere. In questo contesto la mancanza di consenso circa l’agente patogeno causale non è per niente rassicurante.File | Dimensione | Formato | |
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