Grazie all’applicazione del telerilevamento LiDAR (Light Detection and Ranging) da piattaforma aerea, associato a ricognizioni archeologiche preliminari sul terreno e indagini geofisiche, sono state recentemente identificate non lontano da Trieste alcune fortificazioni militari romane di età repubblicana (Bernardini et al., 2013; 2015; 2018). Il sistema di fortificazione, allineato di fronte all’Istria settentrionale, è costituito da un grande accampamento principale posto sul colle di San Rocco, affiancato da due strutture minori, quelle di Grociana piccola e Montedoro (Figura 1). Pochi materiali archeologici, allora rinvenuti in superficie a San Rocco e Grociana piccola, hanno permesso un loro inquadramento cronologico preliminare. San Rocco sarebbe stato occupato nella prima metà del II secolo a.C., come suggerito da alcuni frammenti di anfore greco-italiche importate dall’Italia centrale, e avrebbe continuato a essere frequentato, forse con modalità diverse da quelle esclusivamente militari, nel corso del I secolo a.C. Gli scarsi resti anforacei da Grociana piccola sono stati attribuiti con prudenza a un periodo compreso tra la fine del II e gli ultimi decenni del I secolo a.C. La presenza in questo sito di strutture perimetrali di fortificazione con caratteristiche costruttive e orientamenti diversi ha suggerito l’esistenza di almeno due fasi di occupazione dell’altura carsica. Con l’obiettivo di giungere a una più precisa definizione della natura e delle fasi di occupazione delle strutture, è stata organizzata una prima campagna di ricognizioni geomagnetiche e di superficie, adottando una metodologia di ricerca che ha portato a risultati significativi proprio nello studio di strutture militari e campi di battaglia romani (Bellón Ruiz et al., 2015; Noguera Guillén et al., 2015; Rost e Wilbers-Rost, 2015). Tali ricerche sono state condotte nell’ambito dell’Accordo di collaborazione per lo sviluppo di tecnologie scientifiche avanzate per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione delle evidenze archeologiche e del paesaggio antico della regione Friuli Venezia Giulia, stipulato nel 2016 tra l’allora Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia, il Multidisciplinary Laboratory dell’«Abdus Salam» International Centre for Theoretical Physics e il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste. Nel presente contributo, dopo una premessa metodologica, vengono riassunte le caratteristiche delle strutture archeologiche di Grociana piccola e San Rocco, vengono presentati i materiali archeologici individuati nel corso della prima campagna di ricerche e viene discusso l’inquadramento cronologico dei siti.

Fortificazioni militari repubblicane nell'area di Trieste (Italia nord-orientale): materiali archeologici da Grociana piccola e San Rocco rinvenuti nel corso della prima campagna di ricognizioni

Federico Bernardini
2019-01-01

Abstract

Grazie all’applicazione del telerilevamento LiDAR (Light Detection and Ranging) da piattaforma aerea, associato a ricognizioni archeologiche preliminari sul terreno e indagini geofisiche, sono state recentemente identificate non lontano da Trieste alcune fortificazioni militari romane di età repubblicana (Bernardini et al., 2013; 2015; 2018). Il sistema di fortificazione, allineato di fronte all’Istria settentrionale, è costituito da un grande accampamento principale posto sul colle di San Rocco, affiancato da due strutture minori, quelle di Grociana piccola e Montedoro (Figura 1). Pochi materiali archeologici, allora rinvenuti in superficie a San Rocco e Grociana piccola, hanno permesso un loro inquadramento cronologico preliminare. San Rocco sarebbe stato occupato nella prima metà del II secolo a.C., come suggerito da alcuni frammenti di anfore greco-italiche importate dall’Italia centrale, e avrebbe continuato a essere frequentato, forse con modalità diverse da quelle esclusivamente militari, nel corso del I secolo a.C. Gli scarsi resti anforacei da Grociana piccola sono stati attribuiti con prudenza a un periodo compreso tra la fine del II e gli ultimi decenni del I secolo a.C. La presenza in questo sito di strutture perimetrali di fortificazione con caratteristiche costruttive e orientamenti diversi ha suggerito l’esistenza di almeno due fasi di occupazione dell’altura carsica. Con l’obiettivo di giungere a una più precisa definizione della natura e delle fasi di occupazione delle strutture, è stata organizzata una prima campagna di ricognizioni geomagnetiche e di superficie, adottando una metodologia di ricerca che ha portato a risultati significativi proprio nello studio di strutture militari e campi di battaglia romani (Bellón Ruiz et al., 2015; Noguera Guillén et al., 2015; Rost e Wilbers-Rost, 2015). Tali ricerche sono state condotte nell’ambito dell’Accordo di collaborazione per lo sviluppo di tecnologie scientifiche avanzate per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione delle evidenze archeologiche e del paesaggio antico della regione Friuli Venezia Giulia, stipulato nel 2016 tra l’allora Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia, il Multidisciplinary Laboratory dell’«Abdus Salam» International Centre for Theoretical Physics e il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste. Nel presente contributo, dopo una premessa metodologica, vengono riassunte le caratteristiche delle strutture archeologiche di Grociana piccola e San Rocco, vengono presentati i materiali archeologici individuati nel corso della prima campagna di ricerche e viene discusso l’inquadramento cronologico dei siti.
2019
Accampamenti, guarnigioni e assedi durante la seconda guerra punicae la conquista romana (III-I sec. a.C.): prospettive archeologiche
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