Il periodo di transizione che va dalla caduta del fascismo all’avvento del regime costituzionale è ricco di grandi e molteplici trasformazioni che coinvolgono il capo dello stato sotto due distinti e connessi profili, della forma di stato e di quella di governo. Dal punto di vista della forma di stato, si assiste alla definitiva erosione della Sovranità, attraverso la giuridicizzazione e giurisdizionalizzazione della separazione dei poteri, la connessa tutela dei diritti e il suffragio universale, cioè con l’affermarsi del diritto costituzionale e della democrazia. Il vertice dello stato perde la sua sacralità e irresponsabilità, trasformandosi in uno degli organi dello stato. Dal punto di vista della forma di governo, le costituzioni transitorie e il loro inveramento storico costituiscono un dato imprescindibile per comprendere l’attuale ruolo del capo dello stato nella forma di governo. E’ proprio in questa fase storica che si delinea il ruolo del capo dello stato di un “direttore di orchestra”, che non suona, ma dirige, in modo volutamente e, spesso, meticolosamente “imparziale”, non tanto in forza di limiti normativi, ma per libera scelta personale.
Autori: | PERINI, MARIO (Corresponding) |
Data di pubblicazione: | 2013 |
Titolo: | Il capo dello stato nella transizione: dalla caduta del fascismo all’avvento della Costituzione repubblicana. Il re è nudo |
Rivista: | DIRITTO & QUESTIONI PUBBLICHE |
Volume: | 13 |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Articolo su rivista |
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