L’evidenza di una maggior presenza femminile nel mondo del lavoro negli ultimi decenni spesso impedisce di raggiungere la consapevolezza di quanto grave sia nel nostro paese la situazione sul fronte delle donne. Il dato emerso dall’indagine sul “gender gap” del “Word Economic Forum” (1) che pone l’Italia al 74 posto della classifica complessiva su 135 nazioni sarebbe già significativo per attestare la gravità della situazione, tuttavia un’analisi più approfondita evidenzia come la situazione sia più preoccupantee perché la posizione relativa “partecipazione economica ed opportunità” vede l’Italia al 90° posto con un valore assoluto di 0,5976, ben lontano dal valore di 1 che rappresenta la parità. Un’indagine dell’ISTAT rileeva come nella Pubblica Amministrazione, settore che ha svolto un ruolo fondamentale nella crescita dell’occupazione femminile, la femminilizzazione presenti caratteristiche diverse relativamente ai comparti e alle qualifiche, tanto che , a fronte di una presenza complessiva superiore al 50%, un indice di segregazione utilizzato in letteratura (indice di Charles) mostra comunque segregazione nei diversi comparti analizzati. In questo contesto, per quanto riguarda l’Università, i dati complessivi presentano percentuali di occupazione molto inferiori alla media del pubblico impiego, tuttavia tale numero deve essere focalizzato con maggior attenzione, dal momento che l’occupazione è formata da due componenti differenti per ruolo, modalità di accesso e inquadramento giuridico-contrattuale: il personale docente e il personale tecnico amministrativo. In questo lavoro analizzeremo i principali dati relativi alla presenza e ai percorsi di carriera delle docenti nell’Università, riscontrando che, anche negli ultimi anni, l’accesso e la carriera delle donne sono ancora più difficoltosi che per i loro colleghi uomini e risentono di stereotipi, segregazioni e discriminazioni di genere.

Report sulle donne nell’università italiana

FRATTINI, Romana
2012-01-01

Abstract

L’evidenza di una maggior presenza femminile nel mondo del lavoro negli ultimi decenni spesso impedisce di raggiungere la consapevolezza di quanto grave sia nel nostro paese la situazione sul fronte delle donne. Il dato emerso dall’indagine sul “gender gap” del “Word Economic Forum” (1) che pone l’Italia al 74 posto della classifica complessiva su 135 nazioni sarebbe già significativo per attestare la gravità della situazione, tuttavia un’analisi più approfondita evidenzia come la situazione sia più preoccupantee perché la posizione relativa “partecipazione economica ed opportunità” vede l’Italia al 90° posto con un valore assoluto di 0,5976, ben lontano dal valore di 1 che rappresenta la parità. Un’indagine dell’ISTAT rileeva come nella Pubblica Amministrazione, settore che ha svolto un ruolo fondamentale nella crescita dell’occupazione femminile, la femminilizzazione presenti caratteristiche diverse relativamente ai comparti e alle qualifiche, tanto che , a fronte di una presenza complessiva superiore al 50%, un indice di segregazione utilizzato in letteratura (indice di Charles) mostra comunque segregazione nei diversi comparti analizzati. In questo contesto, per quanto riguarda l’Università, i dati complessivi presentano percentuali di occupazione molto inferiori alla media del pubblico impiego, tuttavia tale numero deve essere focalizzato con maggior attenzione, dal momento che l’occupazione è formata da due componenti differenti per ruolo, modalità di accesso e inquadramento giuridico-contrattuale: il personale docente e il personale tecnico amministrativo. In questo lavoro analizzeremo i principali dati relativi alla presenza e ai percorsi di carriera delle docenti nell’Università, riscontrando che, anche negli ultimi anni, l’accesso e la carriera delle donne sono ancora più difficoltosi che per i loro colleghi uomini e risentono di stereotipi, segregazioni e discriminazioni di genere.
2012
10
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