L’Esposizione internazionale d’arte sacra cristiana moderna – allestita a Padova dal giugno del 1931 al giugno del 1932, in occasione del VII Centenario dalla morte di sant’Antonio, patrono della citta` , manifestazione che e` stata gia` oggetto di studio da parte dell’autrice – viene ricostruita a partire dalla sua organizzazione e allestimento, fino all’analisi di alcune delle opere ivi esposte. Nel presente elaborato si fa riferimento al dibattito fra Chiesa ed avanguardie nel ’900 e agli effetti che esso sortı` nell’allestimento dell’Esposizione. In seguito l’analisi si concentra sulla descrizione del padiglione espositivo, allestito ex novo in stile razionalista dagli architetti Francesco Mansutti, Gino Miozzo e Nino Gallimberti. Data la mancanza di un catalogo illustrato, si presenta parte del repertorio iconografico della mostra, accompagnandolo con l’analisi di alcune opere rintracciate grazie allo spoglio di riviste dell’epoca e alla consultazione di archivi come quello del Mart di Rovereto, l’Archivio di Stato di Roma e l’Archivio Generale del Comune di Padova. Poiche´ la presenza piu` discussa fu quella dei futuristi, il testo si concentra sul dibattito tra costoro e le gerarchie ecclesiastiche che ritenevano il modernismo non conforme, talvolta addirittura capace di minare la dottrina della Chiesa. L’oblio e la svalutazione cui questa rassegna e` stata a lungo ed e` tuttora soggetta nei manuali di storia dell’arte, ha indotto l’Autrice a dimostrare che, al contrario, essa gioco` un ruolo tutt’altro che trascurabile, non solo in ambito padovano ma anche nazionale, aprendo nuove prospettive all’arte sacra italiana ed europea.

L’Esposizione internazionale d’arte sacra cristiana moderna di Padova nel 1931-32

Maria Beatrice gia
2013-01-01

Abstract

L’Esposizione internazionale d’arte sacra cristiana moderna – allestita a Padova dal giugno del 1931 al giugno del 1932, in occasione del VII Centenario dalla morte di sant’Antonio, patrono della citta` , manifestazione che e` stata gia` oggetto di studio da parte dell’autrice – viene ricostruita a partire dalla sua organizzazione e allestimento, fino all’analisi di alcune delle opere ivi esposte. Nel presente elaborato si fa riferimento al dibattito fra Chiesa ed avanguardie nel ’900 e agli effetti che esso sortı` nell’allestimento dell’Esposizione. In seguito l’analisi si concentra sulla descrizione del padiglione espositivo, allestito ex novo in stile razionalista dagli architetti Francesco Mansutti, Gino Miozzo e Nino Gallimberti. Data la mancanza di un catalogo illustrato, si presenta parte del repertorio iconografico della mostra, accompagnandolo con l’analisi di alcune opere rintracciate grazie allo spoglio di riviste dell’epoca e alla consultazione di archivi come quello del Mart di Rovereto, l’Archivio di Stato di Roma e l’Archivio Generale del Comune di Padova. Poiche´ la presenza piu` discussa fu quella dei futuristi, il testo si concentra sul dibattito tra costoro e le gerarchie ecclesiastiche che ritenevano il modernismo non conforme, talvolta addirittura capace di minare la dottrina della Chiesa. L’oblio e la svalutazione cui questa rassegna e` stata a lungo ed e` tuttora soggetta nei manuali di storia dell’arte, ha indotto l’Autrice a dimostrare che, al contrario, essa gioco` un ruolo tutt’altro che trascurabile, non solo in ambito padovano ma anche nazionale, aprendo nuove prospettive all’arte sacra italiana ed europea.
2013
LII
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