Il saggio dà conto della straordinaria fioritura poetica volgare nelle corti italiane di fine Quattrocento, inizio Cinquecento.
Alla fine del XV secolo nelle più importanti corti e città italiane si sviluppano esperienze poetiche che, pur nelle diverse peculiarità, hanno nella tematica amorosa e nell’ispirazione cortigiana un punto di contatto. Il modello petrarchesco si impone come linguaggio della poesia lirica e vengono poste le basi per l’incontrastato petrarchismo del secolo successivo. Tra i centri principali si segnalano le corti padane (Ferrara e Mantova in primis), Milano, Venezia (pur in una posizione particolare) e la corte napoletana. Le raccolte poetiche ci sono trasmesse da esemplari manoscritti, ma anche dalle prime stampe che si diffondono in Italia. Molti e non tutti noti i nomi dei poeti che animano la fine del Quattrocento: tra questi si segnalano Niccolò da Correggio, Tebaldeo, Gaspare Visconti, Filenio Gallo, il Cariteo, e Serafino Aquilano.
La poesia nelle corti e nelle città
Curti E.
2014-01-01
Abstract
Il saggio dà conto della straordinaria fioritura poetica volgare nelle corti italiane di fine Quattrocento, inizio Cinquecento.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.