Le stime del valore della vita assumono un ruolo chiave nell'analisi costi-benefici. Tuttavia, il concetto non è sempre definito in maniera univoca e la prassi comune evidenzia, soprattutto in paesi come l'Italia dove non esiste una procedura unificata per l'Analisi Costi Benefici, forti differenze nei valori utilizzati e disomogeneità nelle giustificazioni teoriche adoperate. Il presente articolo propone un esame più approfondito del concetto, sia nei suoi aspetti teorici che pratici e delle diverse metodologie disponibili per fornire un’equivalente monetario a situazioni di rischio sulla vita delle persone. Si mettono in evidenza l’inadeguatezza degli approcci basati sulla perdita di produzione, e l’elusività di quella basata sul capitale umano. Malgrado i suoi limiti, il metodo delle preferenze rivelate o dei prezzi edonici, appare il migliore compromesso proponibile, atto a rappresentare molti aspetti del fenomeno studiato. In questo contesto, si fornisce anche una sintesi critica dei risultati empirici disponibili e delle raccomandazioni in uso in diversi paesi occidentali. Si suggerisce che è coerente con le preferenze degli agenti economici, utilizzare 1,7 – 2,1 milioni € come valore della vita nei paesi europei. Tale stima è molto inferiore alle stime più recenti in uso negli Stati Uniti. Questo rende necessaria la produzione di altre stime empiriche valide nel contesto europeo e una particolare attenzione per l’evoluzione della materia.

Il valore della vita nell’Analisi Costi Benefici: concetti e valutazione

massiani
2017-01-01

Abstract

Le stime del valore della vita assumono un ruolo chiave nell'analisi costi-benefici. Tuttavia, il concetto non è sempre definito in maniera univoca e la prassi comune evidenzia, soprattutto in paesi come l'Italia dove non esiste una procedura unificata per l'Analisi Costi Benefici, forti differenze nei valori utilizzati e disomogeneità nelle giustificazioni teoriche adoperate. Il presente articolo propone un esame più approfondito del concetto, sia nei suoi aspetti teorici che pratici e delle diverse metodologie disponibili per fornire un’equivalente monetario a situazioni di rischio sulla vita delle persone. Si mettono in evidenza l’inadeguatezza degli approcci basati sulla perdita di produzione, e l’elusività di quella basata sul capitale umano. Malgrado i suoi limiti, il metodo delle preferenze rivelate o dei prezzi edonici, appare il migliore compromesso proponibile, atto a rappresentare molti aspetti del fenomeno studiato. In questo contesto, si fornisce anche una sintesi critica dei risultati empirici disponibili e delle raccomandazioni in uso in diversi paesi occidentali. Si suggerisce che è coerente con le preferenze degli agenti economici, utilizzare 1,7 – 2,1 milioni € come valore della vita nei paesi europei. Tale stima è molto inferiore alle stime più recenti in uso negli Stati Uniti. Questo rende necessaria la produzione di altre stime empiriche valide nel contesto europeo e una particolare attenzione per l’evoluzione della materia.
2017
1
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