La vicenda della cittadinanza moderna evidenzia in maniera efficace le tensioni e le contraddizioni che caratterizzano gli ultimi secoli della storia mondiale. La cittadinanza, infatti, riflette con forza quella tensione tra universalismo e particolarismo che ha contraddistinto e che continua a contraddistinguere il sistema economico, politico e sociale formatosi e consolidatosi negli ultimi cinquecento anni: all’interno di questo sistema, l’incremento del catalogo dei diritti attribuiti ad alcune categorie di soggetti, nonostante il messaggio emancipatorio e progressista associato a tale incremento, non ha significato l’estensione di questi stessi diritti ad altre categorie di soggetti. Le recenti trasformazioni in chiave elettronica della cittadinanza pongono adesso nuovi interrogativi circa le opportunità di emancipazione che questa istituzione potrebbe fornire a livello planetario. Quella “terribile livellatrice” che è la cittadinanza – per usare l’espressione di Hannah Arendt – nella sua versione elettronica sembrerebbe garantire, su scala mondiale, nuove opportunità di partecipazione politica, la piena titolarità di vecchi e di nuovi diritti nonché l’inedita possibilità di esercitarli concretamente. Ma le tensioni che hanno caratterizzato la “vecchia” cittadinanza tendono adesso a ripresentarsi nuovamente: diseguaglianze economiche ed esclusione sociale minano alla base l’azione livellatrice della cittadinanza elettronica; parimenti, questa stessa azione sembra generare, direttamente o indirettamente, nuove modalità di diseguaglianza e di esclusione. Obiettivo di questo articolo è analizzare – a partire da una prospettiva sistemica e non stato-centrica, nonché da una visione di lungo periodo – la cittadinanza elettronica nelle sue attuali trasformazioni. Queste trasformazioni, in analogia con la vicenda della “vecchia” cittadinanza, evidenziano alcune tensioni che sono nuove soltanto nella forma: il processo di costituzionalizzazione della rete sembrerebbe garantire un livellamento delle disuguaglianze, divenendo quasi un preludio all’universalizzazione dei diritti; tuttavia, le asimmetrie del potere politico ed economico – come, ad esempio, quelle relative alla gestione delle infrastrutture tecnologiche legate al concreto funzionamento di Internet – rendono il cammino universalistico dei diritti di cittadinanza elettronica un percorso, di fatto, drammaticamente particolaristico.
Dall’appartenenza materiale all’appartenenza virtuale? La cittadinanza elettronica fra processi di costituzionalizzazione della rete e dinamiche di esclusione
GARGIULO, Enrico;
2010-01-01
Abstract
La vicenda della cittadinanza moderna evidenzia in maniera efficace le tensioni e le contraddizioni che caratterizzano gli ultimi secoli della storia mondiale. La cittadinanza, infatti, riflette con forza quella tensione tra universalismo e particolarismo che ha contraddistinto e che continua a contraddistinguere il sistema economico, politico e sociale formatosi e consolidatosi negli ultimi cinquecento anni: all’interno di questo sistema, l’incremento del catalogo dei diritti attribuiti ad alcune categorie di soggetti, nonostante il messaggio emancipatorio e progressista associato a tale incremento, non ha significato l’estensione di questi stessi diritti ad altre categorie di soggetti. Le recenti trasformazioni in chiave elettronica della cittadinanza pongono adesso nuovi interrogativi circa le opportunità di emancipazione che questa istituzione potrebbe fornire a livello planetario. Quella “terribile livellatrice” che è la cittadinanza – per usare l’espressione di Hannah Arendt – nella sua versione elettronica sembrerebbe garantire, su scala mondiale, nuove opportunità di partecipazione politica, la piena titolarità di vecchi e di nuovi diritti nonché l’inedita possibilità di esercitarli concretamente. Ma le tensioni che hanno caratterizzato la “vecchia” cittadinanza tendono adesso a ripresentarsi nuovamente: diseguaglianze economiche ed esclusione sociale minano alla base l’azione livellatrice della cittadinanza elettronica; parimenti, questa stessa azione sembra generare, direttamente o indirettamente, nuove modalità di diseguaglianza e di esclusione. Obiettivo di questo articolo è analizzare – a partire da una prospettiva sistemica e non stato-centrica, nonché da una visione di lungo periodo – la cittadinanza elettronica nelle sue attuali trasformazioni. Queste trasformazioni, in analogia con la vicenda della “vecchia” cittadinanza, evidenziano alcune tensioni che sono nuove soltanto nella forma: il processo di costituzionalizzazione della rete sembrerebbe garantire un livellamento delle disuguaglianze, divenendo quasi un preludio all’universalizzazione dei diritti; tuttavia, le asimmetrie del potere politico ed economico – come, ad esempio, quelle relative alla gestione delle infrastrutture tecnologiche legate al concreto funzionamento di Internet – rendono il cammino universalistico dei diritti di cittadinanza elettronica un percorso, di fatto, drammaticamente particolaristico.File | Dimensione | Formato | |
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