Il saggio prende in esame un tema e una struttura che percorre trasversalmente i dodici drammi storici di Strindberg dedicati a personaggi e re svedesi, dal capolavoro giovanile Mäster Olof (1872, Maestro Olof) all’imponente revival di undici drammi che l’autore scrive dal 1898-99 al 1909, parallelamente ai capolavori del suo teatro post-naturalista. L’analisi dei testi mostra come rimane costante in questi drammi l’interazione tra il singolo protagonista (re o personaggio di spicco della storia svedese) e la voce popolare e corale, un fatto che determina caratteristiche di registro linguistico (“realismo”, commistione alto-basso), di organizzazione e ritmo delle scene (scene singole e scene corali e di massa) e, naturalmente, di visione del mondo. La concezione della storia di Strindberg cambia considerevolmente dagli esordi radicali e democratici; nel ciclo di drammi scritti dal 1898 la storia, nazionale e universale, si coagula nei destini dei personaggi di spicco, che diventano strumenti del disegno divino; eppure questi drammi includono anche la prospettiva precedente, democratica e dal basso. In alcuni momenti emerge, nel contempo, la contrapposizione “nietzscheana” tra il singolo e la massa meschina; in altri ancora prevale una visione pessimistica della storia, che pare priva di nesso, senso o direzione. Grazie a questo sistema di contraddizioni tra più punti di vista, l’interazione polifonica tra singolo e coro si mostra produttiva, affascinante e ricca di aspetti ancora poco esplorati.
The article examines the interplay, in the texts and on stage, between individuals (monarchs) and masses that takes place in Strindberg’s Swedish historical plays. It is known that they focus upon great leading figures of the national past – great men and in one case a woman, Queen Christina of Sweden – but the fact that their perspectives always, in one way or the other, interact with the voices of the masses, must, I argue, be described and analyzed more precisely. Even when Strindberg detached himself from his early democratic views, the combination of individual and collective voices, high and low voices, is always there. What is the role and the function of this interaction in the several national, historical plays Strindberg wrote? What is the philosophy of history that supports them?
"The Voice and Position of the Lower Class in Strindberg's Swedish Historical Plays"
CIARAVOLO, Massimo
2009-01-01
Abstract
The article examines the interplay, in the texts and on stage, between individuals (monarchs) and masses that takes place in Strindberg’s Swedish historical plays. It is known that they focus upon great leading figures of the national past – great men and in one case a woman, Queen Christina of Sweden – but the fact that their perspectives always, in one way or the other, interact with the voices of the masses, must, I argue, be described and analyzed more precisely. Even when Strindberg detached himself from his early democratic views, the combination of individual and collective voices, high and low voices, is always there. What is the role and the function of this interaction in the several national, historical plays Strindberg wrote? What is the philosophy of history that supports them?File | Dimensione | Formato | |
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