Agli inizi del Novecento la rappresentazione dell'Orestea presso il Teatro Regio di Atene, nella versione di G. Sotiriadis, provocò furibonde reazioni di piazza, con alcuni morti per le strade. I fatti, ben noti agli studiosi di lingua e letteratura neogreca, definiti Ορεστιακά, sono analizzati alla luce del contesto storico politico dell'epoca. Ad Atene, nuova capitale del Regno di Grecia, alcuni intellettuali desideravano presentarsi al mondo come effettivi eredi della classicità mentre altri, tra i quali Sotiriadis (professore di Storia antica all'Università di Atene e traduttore dal tedesco della Storia della letteratura bizantina di K. Krumbacher) nutrivano un interesse anche per le fasi post-classiche della storia greca. Tale prospettiva aveva conseguenze ideologiche e politiche: ai primi del Novecento era ancora possibile ipotizzare la liberazione di Costantinopoli, e la fondazione di un nuovo grande stato greco-ortodosso con capitale la Nuova Roma. La traduzione dell'Orestea in una forma di greco accessibile al pubblico di primo Novecento non costituisce quindi una forma di sacrilegio solo nei confronti della lingua e della tradizione, ma anche una precisa scelta di campo.

Morire per l'Orestea nel 1903. Una nota sulla ricezione di Eschilo e sull'eredità degli antichi in Grecia

CARPINATO, Caterina
2015-01-01

Abstract

Agli inizi del Novecento la rappresentazione dell'Orestea presso il Teatro Regio di Atene, nella versione di G. Sotiriadis, provocò furibonde reazioni di piazza, con alcuni morti per le strade. I fatti, ben noti agli studiosi di lingua e letteratura neogreca, definiti Ορεστιακά, sono analizzati alla luce del contesto storico politico dell'epoca. Ad Atene, nuova capitale del Regno di Grecia, alcuni intellettuali desideravano presentarsi al mondo come effettivi eredi della classicità mentre altri, tra i quali Sotiriadis (professore di Storia antica all'Università di Atene e traduttore dal tedesco della Storia della letteratura bizantina di K. Krumbacher) nutrivano un interesse anche per le fasi post-classiche della storia greca. Tale prospettiva aveva conseguenze ideologiche e politiche: ai primi del Novecento era ancora possibile ipotizzare la liberazione di Costantinopoli, e la fondazione di un nuovo grande stato greco-ortodosso con capitale la Nuova Roma. La traduzione dell'Orestea in una forma di greco accessibile al pubblico di primo Novecento non costituisce quindi una forma di sacrilegio solo nei confronti della lingua e della tradizione, ma anche una precisa scelta di campo.
2015
CVIII annata, IV serie, vol. XIII, 1
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