Questo lavoro indaga gli esordi della poesia in dialetto di Andrea Zanzotto e si interroga sulle ragioni che portarono il poeta di Pieve di Soligo, sul finire degli anni ’70, ad includere nell’ampio ventaglio delle sue risorse espressive anche il vernacolo della sua terra natale. Partendo dall’analisi di un testo dialettale non finito, “Appunti e abbozzi per un’ecloga in dialetto sulla fine del dialetto”, pubblicato soltanto trent’anni dopo la sua stesura, si individuano alcuni motivi portanti che ritornano nella prima silloge zanzottiana in lingua veneta, “Filò” (1976), e che caratterizzano anche le raccolte successive.
Dagli Appunti e abbozzi per un’ecloga in dialetto sulla fine del dialetto a Filò: Andrea Zanzotto nel «Posterno eterno»
SBROJAVACCA, ELENA
2015-01-01
Abstract
Questo lavoro indaga gli esordi della poesia in dialetto di Andrea Zanzotto e si interroga sulle ragioni che portarono il poeta di Pieve di Soligo, sul finire degli anni ’70, ad includere nell’ampio ventaglio delle sue risorse espressive anche il vernacolo della sua terra natale. Partendo dall’analisi di un testo dialettale non finito, “Appunti e abbozzi per un’ecloga in dialetto sulla fine del dialetto”, pubblicato soltanto trent’anni dopo la sua stesura, si individuano alcuni motivi portanti che ritornano nella prima silloge zanzottiana in lingua veneta, “Filò” (1976), e che caratterizzano anche le raccolte successive.File | Dimensione | Formato | |
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