Fra i collage di Carmen Martín Gaite che fanno parte del suo diario illustrato "Visione di New York, ce n’è uno cruciale che riguarda la pratica dell’intertestualità e della transmedialità. La scrittrice spagnola visse a New York nell’autunno del 1980 per tenere un corso al Barnard College della Columbia University. Aveva appena finito di tradurre il romanzo "Al Faro" di Virginia Woolf. A New York lesse anche "Una stanza tutta per sé" della stessa autrice, scoprendovi molte affinità con quello che lei stava scrivendo su esperienza e narratività. Sentendosi entusiasta ma disorientata nella inattesa condizione cosmopolita, accantonò il manoscritto del saggio metanarrativo, intitolato "Il racconto infinito", e cominciò a fare collage. Fra le sue prime composizioni ibride di parole e immagini, il collage "Omaggio a Virginia Woolf" illustra il tema della solitudine delle donne che cercano una vita su misura, particolarmente difficile se sono artiste. Basata sugli studi sull’immagine di Horst Bredekamp, Louis Marin, Hans Belting, Georges Didi-Huberman e Rosalind Krauss, l’interpretazione di questo collage è un esempio di come la memoria diventa un fenomeno percettivo e visibile. È la modalità scelta da Carmen Martín Gaite per trasferire la sua esperienza intellettiva e emozionale a un atto iconico che dispiega una sintassi audace fra il dire e il mostrare.

Omaggio a Virginia Woolf: un collage narrativo di Carmen Martín Gaite

PITTARELLO, Elide
2016-01-01

Abstract

Fra i collage di Carmen Martín Gaite che fanno parte del suo diario illustrato "Visione di New York, ce n’è uno cruciale che riguarda la pratica dell’intertestualità e della transmedialità. La scrittrice spagnola visse a New York nell’autunno del 1980 per tenere un corso al Barnard College della Columbia University. Aveva appena finito di tradurre il romanzo "Al Faro" di Virginia Woolf. A New York lesse anche "Una stanza tutta per sé" della stessa autrice, scoprendovi molte affinità con quello che lei stava scrivendo su esperienza e narratività. Sentendosi entusiasta ma disorientata nella inattesa condizione cosmopolita, accantonò il manoscritto del saggio metanarrativo, intitolato "Il racconto infinito", e cominciò a fare collage. Fra le sue prime composizioni ibride di parole e immagini, il collage "Omaggio a Virginia Woolf" illustra il tema della solitudine delle donne che cercano una vita su misura, particolarmente difficile se sono artiste. Basata sugli studi sull’immagine di Horst Bredekamp, Louis Marin, Hans Belting, Georges Didi-Huberman e Rosalind Krauss, l’interpretazione di questo collage è un esempio di come la memoria diventa un fenomeno percettivo e visibile. È la modalità scelta da Carmen Martín Gaite per trasferire la sua esperienza intellettiva e emozionale a un atto iconico che dispiega una sintassi audace fra il dire e il mostrare.
2016
XII - 2016
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