La costruzione della memoria storica rappresenta una delle iniziative gravide di ripercussioni sulla scena politica in cui si registrò, in particolare nella tarda repubblica, il coinvolgimento delle matrone, talvolta con ricadute di rilievo. A questo processo esse concorsero in forma passiva, come soggetti di un ricordo costruito da altri. Così nel 69 a.C. il ricordo di Giulia e Cornelia fu valorizzato da Cesare al servizio della sua ascesa politica; nel 62 a.C. l’immagine di Mucia venne utilizzata dallo stesso Cesare a vantaggio delle strategie di azione sue e di Pompeo; nel 54 a.C. la memoria di Giulia fu sfruttata nella contrapposizione polemica tra i due triumviri non più alleati; nel 40 a.C. il ritratto delegittimante di Fulvia, costruito, in una convergenza di interessi contingenti, da Ottaviano e Antonio, concorse alla politica del genero e del marito. Ma le matrone intervennero nella codificazione della memoria anche in termini attivi, come interpreti esse stesse del passato. Furono molteplici i contesti in cui le donne operarono in questo senso: la gestione dei corpi dei loro parenti defunti (così ad esempio Servilia); i funerali dei loro congiunti (come Fulvia); l’educazione dei loro discendenti (così Cornelia); la definizione della storia gentilizia e dei suoi attori (come Azia). Attraverso queste tipologie di intervento le matrone, escluse dal loro stesso genere dalla politica, ebbero modo di condizionare anche significativamente la politica sia del loro tempo che dei secoli successivi.
Protagoniste della memoria, interpreti del passato, artefici del futuro: ‘matronae doctae’ nella tarda repubblica.
ROHR, Francesca
2017-01-01
Abstract
La costruzione della memoria storica rappresenta una delle iniziative gravide di ripercussioni sulla scena politica in cui si registrò, in particolare nella tarda repubblica, il coinvolgimento delle matrone, talvolta con ricadute di rilievo. A questo processo esse concorsero in forma passiva, come soggetti di un ricordo costruito da altri. Così nel 69 a.C. il ricordo di Giulia e Cornelia fu valorizzato da Cesare al servizio della sua ascesa politica; nel 62 a.C. l’immagine di Mucia venne utilizzata dallo stesso Cesare a vantaggio delle strategie di azione sue e di Pompeo; nel 54 a.C. la memoria di Giulia fu sfruttata nella contrapposizione polemica tra i due triumviri non più alleati; nel 40 a.C. il ritratto delegittimante di Fulvia, costruito, in una convergenza di interessi contingenti, da Ottaviano e Antonio, concorse alla politica del genero e del marito. Ma le matrone intervennero nella codificazione della memoria anche in termini attivi, come interpreti esse stesse del passato. Furono molteplici i contesti in cui le donne operarono in questo senso: la gestione dei corpi dei loro parenti defunti (così ad esempio Servilia); i funerali dei loro congiunti (come Fulvia); l’educazione dei loro discendenti (così Cornelia); la definizione della storia gentilizia e dei suoi attori (come Azia). Attraverso queste tipologie di intervento le matrone, escluse dal loro stesso genere dalla politica, ebbero modo di condizionare anche significativamente la politica sia del loro tempo che dei secoli successivi.File | Dimensione | Formato | |
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