L'articolo indaga l'emergere del concetto di empatia nei tesi di Merleau-Ponty, rilevando come esso nasca quale categoria primariamente ontologica, per dire l'appartenenza umana a un natura comune, piuttosto che come categoria epistemologica, per cui il nostro trovarci in rapporto con altri viene tradizionalmente impostato nella forma della domanda che chiede se e come possiamo conoscerli. La risposta di Merleau-Ponty è quella di una via sensibile della comprensione altrui, di una vicinanza e condivisione corporea – per altro già significativa, orientata e affettivamente connotata. Ma il testo suggerisce che, anche alla luce del dibattito attuale, sia possibile rinvenire nelle riflessioni del fenomenologo francese un paradigma di comprensione dell'empatia di tipo non soggettocentrico, che non presupponga sempre una proiezione soggettiva della mia sensibilità su quella altrui, ma che possa sia consistere in un sentire comune, prepersonale, che fa da sfondo alla sensibilità propria cosciente, sia che possa procedere dall'altrui al proprio, per cui spesso avverto e comprendo me stesso per differenziazione dagli altri, che si impongono ai miei sensi e alle mie parole.
Merleau-Ponty: una concezione non soggettocentrica dell'empatia?
DREON, Roberta
2012-01-01
Abstract
L'articolo indaga l'emergere del concetto di empatia nei tesi di Merleau-Ponty, rilevando come esso nasca quale categoria primariamente ontologica, per dire l'appartenenza umana a un natura comune, piuttosto che come categoria epistemologica, per cui il nostro trovarci in rapporto con altri viene tradizionalmente impostato nella forma della domanda che chiede se e come possiamo conoscerli. La risposta di Merleau-Ponty è quella di una via sensibile della comprensione altrui, di una vicinanza e condivisione corporea – per altro già significativa, orientata e affettivamente connotata. Ma il testo suggerisce che, anche alla luce del dibattito attuale, sia possibile rinvenire nelle riflessioni del fenomenologo francese un paradigma di comprensione dell'empatia di tipo non soggettocentrico, che non presupponga sempre una proiezione soggettiva della mia sensibilità su quella altrui, ma che possa sia consistere in un sentire comune, prepersonale, che fa da sfondo alla sensibilità propria cosciente, sia che possa procedere dall'altrui al proprio, per cui spesso avverto e comprendo me stesso per differenziazione dagli altri, che si impongono ai miei sensi e alle mie parole.File | Dimensione | Formato | |
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