Uno dei fenomeni che, nel contesto contemporaneo della media convergence, ha più attirato e continua ad attirare l’attenzione degli studiosi è senz’altro quello del profondo e plurale mutamento delle forme di circolazione del film; fenomeno che si lega, in un rapporto di stretta interdipendenza, al mutare delle forme dell’esperienza filmica e delle “forme di esistenza” del film stesso. Tutto ciò sembra avvenire, evidentemente, a spese del locus classicus della visione per come si è configurato in seno all’istituzione cinematografica del Novecento: la sala, naturalmente, insieme alle forme di diffusione e di fruizione che essa dispone e ai modi di esistenza dell’oggetto film che l’hanno caratterizzata. In questo quadro, lo studio del rapporto tra le diverse pratiche accorpate sotto l’etichetta “pirateria” e la sala costituisce un ambito di indagine privilegiato, e a diversi livelli (per esempio da un punto di vista economico o nell’ottica degli studi sulla ricezione). Il saggio cerca di indagare come il rapporto tra sala e pirateria si declini in alcune campagne antipirateria, perlopiù istituzionali, con l’obiettivo di far emergere l’importanza di una corretta e adeguata comprensione delle forme di esistenza (plurali) dell’oggetto-film, delle loro trasformazioni, delle percezioni che si danno culturalmente, ai fini di una più incisiva lettura delle dinamiche contemporanee e con particolare attenzione al problema del rapporto tra falso/originale e illegale/legale.

"Get the real film": la sala e la pirateria

RE, Valentina Carla
2012-01-01

Abstract

Uno dei fenomeni che, nel contesto contemporaneo della media convergence, ha più attirato e continua ad attirare l’attenzione degli studiosi è senz’altro quello del profondo e plurale mutamento delle forme di circolazione del film; fenomeno che si lega, in un rapporto di stretta interdipendenza, al mutare delle forme dell’esperienza filmica e delle “forme di esistenza” del film stesso. Tutto ciò sembra avvenire, evidentemente, a spese del locus classicus della visione per come si è configurato in seno all’istituzione cinematografica del Novecento: la sala, naturalmente, insieme alle forme di diffusione e di fruizione che essa dispone e ai modi di esistenza dell’oggetto film che l’hanno caratterizzata. In questo quadro, lo studio del rapporto tra le diverse pratiche accorpate sotto l’etichetta “pirateria” e la sala costituisce un ambito di indagine privilegiato, e a diversi livelli (per esempio da un punto di vista economico o nell’ottica degli studi sulla ricezione). Il saggio cerca di indagare come il rapporto tra sala e pirateria si declini in alcune campagne antipirateria, perlopiù istituzionali, con l’obiettivo di far emergere l’importanza di una corretta e adeguata comprensione delle forme di esistenza (plurali) dell’oggetto-film, delle loro trasformazioni, delle percezioni che si danno culturalmente, ai fini di una più incisiva lettura delle dinamiche contemporanee e con particolare attenzione al problema del rapporto tra falso/originale e illegale/legale.
2012
n.s.
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