Per parlate romagnole di confine intendiamo quelle varietà del dialetto romagnolo che si parlano al di sotto della linea La Spezia-Rimini; in particolare, come si può rilevare dalla carta geografica annessa, esse sono delimitate dal fiume Marecchia a Nord, dall'alta valle del Marecchia e del Savio nell'interno, sino a congiungersi con la giogaia appenninica al Passo dei Mandrioli. A Sud il confine coincide nettamente con il corso del Foglia e più ad Ovest con l'alta valle tiberina che si estende nell'aretino, quindi con le Marche, l'Umbria e la Toscana. Queste parlate mostrano caratteri che potremmo definire di transiziione tra i dialetti gallo-italici e quelli centro-meridionali; esse possiedono cioè dei tratti tipici del Nord, quali la palatalizzazione di A, l'apocope delle vocali atone finali; alcuni tratti tipici del dialetto romagnolo quali la sincope delle vocali mediane, un forte accento di parola, l'esistenza di o e di u centrali derivati da dittonghi secondari quindi assolutamente diversi da oe e da ue romanze; alcuni tratti di conservazione umbro-toscani, quali la mancata lenizione delle occlusive sorde, la mancata spirantizzazione delle palatali, la mancanza quasi completa di dittonghi cosiddetti "spontanei" tipici del romagnolo centrale e del Nord, nonché la presenza in questa zona di dittonghi dovuti alla ritrazione di accento, del tipo di ìa e ùa.

Le parlate romagnole di confine: Analisi fonetica e fonologica

DELMONTE, Rodolfo
1983-01-01

Abstract

Per parlate romagnole di confine intendiamo quelle varietà del dialetto romagnolo che si parlano al di sotto della linea La Spezia-Rimini; in particolare, come si può rilevare dalla carta geografica annessa, esse sono delimitate dal fiume Marecchia a Nord, dall'alta valle del Marecchia e del Savio nell'interno, sino a congiungersi con la giogaia appenninica al Passo dei Mandrioli. A Sud il confine coincide nettamente con il corso del Foglia e più ad Ovest con l'alta valle tiberina che si estende nell'aretino, quindi con le Marche, l'Umbria e la Toscana. Queste parlate mostrano caratteri che potremmo definire di transiziione tra i dialetti gallo-italici e quelli centro-meridionali; esse possiedono cioè dei tratti tipici del Nord, quali la palatalizzazione di A, l'apocope delle vocali atone finali; alcuni tratti tipici del dialetto romagnolo quali la sincope delle vocali mediane, un forte accento di parola, l'esistenza di o e di u centrali derivati da dittonghi secondari quindi assolutamente diversi da oe e da ue romanze; alcuni tratti di conservazione umbro-toscani, quali la mancata lenizione delle occlusive sorde, la mancata spirantizzazione delle palatali, la mancanza quasi completa di dittonghi cosiddetti "spontanei" tipici del romagnolo centrale e del Nord, nonché la presenza in questa zona di dittonghi dovuti alla ritrazione di accento, del tipo di ìa e ùa.
1983
6
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