L'esame delle "Sententiae" di Bruno di Segni rivela una concezione dell'edificio ecclesiastico, e dei suoi arredi, fortemente simbolizzata. Si tratta di un aspetto determinante per comprendere il significato dei messaggi figurativi realizzati durante la cosiddetta "Riforma gregoriana". In tale contesto l'altare ha un significato collegato all'Eucarestia e diventa la memoria del sacrificio di Cristo, ma anche simbolo delle reliquie dei santi e cuore dei fedeli. La similitudine dell'altare/cuore è un aperto richiamo alla funzione di memoria delle reliquie, che sono indicate quali insegnamenti e moniti verbali. Gli argomenti esposti in chiave teorica trovano riscontro nelle are romane di S. Galla e dei Musei Capitolini, reimpiegate durante i pontificati di Gregorio VII e Pasquale II. Questi altari rivelano che l'Antico era interpretato e selezionato anche per il significato della sua ornamentazione e del suo valore di esempio retorico. I temi contenuti nella decorazione potevano infatti essere interpretati alla luce delle "Sententiae" di Bruno di Segni, e del "De Bono religiosi status et variarum animantium tropologia" di Pier Damiani. Elemento autenticante e chiaro manifesto dell'aggiornamento semantico della sofisticata operazione culturale è la scrittura epigrafica disposta sugli altari, per la quale fu creato uno stile grafico che richiama alla classicità, desunto dalle scritture d'apparato delle Bibbie Atlantiche.

Gli altari di S. Galla e di S. Pantaleo. Una “lettura” in chiave riformata dell’Antico

RICCIONI, Stefano
2005-01-01

Abstract

L'esame delle "Sententiae" di Bruno di Segni rivela una concezione dell'edificio ecclesiastico, e dei suoi arredi, fortemente simbolizzata. Si tratta di un aspetto determinante per comprendere il significato dei messaggi figurativi realizzati durante la cosiddetta "Riforma gregoriana". In tale contesto l'altare ha un significato collegato all'Eucarestia e diventa la memoria del sacrificio di Cristo, ma anche simbolo delle reliquie dei santi e cuore dei fedeli. La similitudine dell'altare/cuore è un aperto richiamo alla funzione di memoria delle reliquie, che sono indicate quali insegnamenti e moniti verbali. Gli argomenti esposti in chiave teorica trovano riscontro nelle are romane di S. Galla e dei Musei Capitolini, reimpiegate durante i pontificati di Gregorio VII e Pasquale II. Questi altari rivelano che l'Antico era interpretato e selezionato anche per il significato della sua ornamentazione e del suo valore di esempio retorico. I temi contenuti nella decorazione potevano infatti essere interpretati alla luce delle "Sententiae" di Bruno di Segni, e del "De Bono religiosi status et variarum animantium tropologia" di Pier Damiani. Elemento autenticante e chiaro manifesto dell'aggiornamento semantico della sofisticata operazione culturale è la scrittura epigrafica disposta sugli altari, per la quale fu creato uno stile grafico che richiama alla classicità, desunto dalle scritture d'apparato delle Bibbie Atlantiche.
2005
11
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