Riccardo Picchio non ha avuto una grande influenza sullo sviluppo della paleoslavistica polacca negli anni Sessanta, poiché allora essa era concentrata su questioni di russistica, lontanta dalla riflessione metodologica e mal disposta verso la problematica religiosa. L’interessantissimo intervento di Picchio nella Commissione di Slavistica di Cracovia dell’Accademia delle Scienze Polacca nel dicembre 1962 non produsse conseguenze, benché fosse una proposta metodologica di vasta portata, con un ricco programma di studio, e proponesse anche una nuova terminologia polacca. La disputa di Picchio con Lichačëv, ovvero lo scontro di due visioni di ricerca basate su due diverse ideologie, si svolse senza suscitare l’interesse dei professori polacchi, mentre i suoi lavori di polonistica erano apprezzati dagli studiosi di letteratura polacca antica, a partire da Tadeusz Ulewicz. L’intervento di Picchio al Congresso di Varsavia (1973) lasciò un segno nella giovane generazione, che iniziava allora le proprie ricerche, e stimolò un’applicazione coerente delle idee e dei metodi del Professore italo-americano, e il termine Slavia Orthodoxa si diffuse nella ricerca e nella didattica universitaria. Un momento importante fu la partecipazione di Picchio al colloquio per l’abilitazione all’Università Iagellonica nel 1982, anche se si trattò di una partecipazione a distanza, a causa della legge marziale in Polonia. Questo momento coincise con la crescita della popolarità di Picchio in Bulgaria, che negli anni Settanta e Ottanta era il centro ispiratore e coordinatore della paleoslavistica mondiale, indipendentemente dalla valenza politica di queste attività. Le pubblicazioni bulgare del Professore favorirono la conoscenza delle sue concezioni in un’area in cui l’accesso alle pubblicazioni italiane ed americane era difficoltoso. Le prime pubblicazioni polacche (se non si tiene conto del menzionato intervento del 1962) apparvero in un volume curato da A. Wilkoń nel 1999. Vi trovarono posto tre testi classici di paleoslavistica; il curatore osservò che in Polonia essi erano purtroppo citati o anche solo notati molto raramente. Precedentemente (1992) era stata pubblicata in «Slavia Orientalis» una recensione di una raccolta italiana delle sue opere del 1991. La popolarità di Picchio in Polonia crebbe quando si richiamarono a lui i latinisti che studiavano il problema della latinitas nella cultura della Polonia e dei Paesi limitrofi (1995); allora furono citati i lavori di Picchio e la sua terminologia binaria divenne d’uso comune, anzi: fu addirittura coniato per analogia il termine Cyrillianitas (A.W. Mikołajczak). Le idee di Picchio compaiono in Poloni anche grazie ai lavori di altri studiosi che trattavano temi analoghi (p. es. A.V. Lipatov e la sua terminologia, criticata da Picchio).

Picchio a paleoslawistyka polska (Presenza di Picchio nella paleoslavistica polacca)

NAUMOW, Aleksander
2012-01-01

Abstract

Riccardo Picchio non ha avuto una grande influenza sullo sviluppo della paleoslavistica polacca negli anni Sessanta, poiché allora essa era concentrata su questioni di russistica, lontanta dalla riflessione metodologica e mal disposta verso la problematica religiosa. L’interessantissimo intervento di Picchio nella Commissione di Slavistica di Cracovia dell’Accademia delle Scienze Polacca nel dicembre 1962 non produsse conseguenze, benché fosse una proposta metodologica di vasta portata, con un ricco programma di studio, e proponesse anche una nuova terminologia polacca. La disputa di Picchio con Lichačëv, ovvero lo scontro di due visioni di ricerca basate su due diverse ideologie, si svolse senza suscitare l’interesse dei professori polacchi, mentre i suoi lavori di polonistica erano apprezzati dagli studiosi di letteratura polacca antica, a partire da Tadeusz Ulewicz. L’intervento di Picchio al Congresso di Varsavia (1973) lasciò un segno nella giovane generazione, che iniziava allora le proprie ricerche, e stimolò un’applicazione coerente delle idee e dei metodi del Professore italo-americano, e il termine Slavia Orthodoxa si diffuse nella ricerca e nella didattica universitaria. Un momento importante fu la partecipazione di Picchio al colloquio per l’abilitazione all’Università Iagellonica nel 1982, anche se si trattò di una partecipazione a distanza, a causa della legge marziale in Polonia. Questo momento coincise con la crescita della popolarità di Picchio in Bulgaria, che negli anni Settanta e Ottanta era il centro ispiratore e coordinatore della paleoslavistica mondiale, indipendentemente dalla valenza politica di queste attività. Le pubblicazioni bulgare del Professore favorirono la conoscenza delle sue concezioni in un’area in cui l’accesso alle pubblicazioni italiane ed americane era difficoltoso. Le prime pubblicazioni polacche (se non si tiene conto del menzionato intervento del 1962) apparvero in un volume curato da A. Wilkoń nel 1999. Vi trovarono posto tre testi classici di paleoslavistica; il curatore osservò che in Polonia essi erano purtroppo citati o anche solo notati molto raramente. Precedentemente (1992) era stata pubblicata in «Slavia Orientalis» una recensione di una raccolta italiana delle sue opere del 1991. La popolarità di Picchio in Polonia crebbe quando si richiamarono a lui i latinisti che studiavano il problema della latinitas nella cultura della Polonia e dei Paesi limitrofi (1995); allora furono citati i lavori di Picchio e la sua terminologia binaria divenne d’uso comune, anzi: fu addirittura coniato per analogia il termine Cyrillianitas (A.W. Mikołajczak). Le idee di Picchio compaiono in Poloni anche grazie ai lavori di altri studiosi che trattavano temi analoghi (p. es. A.V. Lipatov e la sua terminologia, criticata da Picchio).
2012
10 (56)
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