Dall'analisi dei libelli epigrammatici conservatici dalla tarda latinità emerge che la soglia dei 12/14 versi costituisce il discrimine tra le misure 'normali' e le misure ritenute inequivocabilmente 'lunghe'. Si analizzano alcuni ambiti in cui la lunghezza dell'epigramma viene particolarmente valorizzata o appare legata alla specifica funzione del testo. L'applicazione del termine 'epigramma' a tipologie testuali assai lontane dalla tradizionale brevitas epigrammatica, rilevabile a partire da Sidonio Apollinare, mostra l'apertura di questa categoria letteraria a qualsiasi tipo di poesia non particolarmente estesa di carattere prevalentemente occasionale.
La misura epigrammatica nella tarda latinità
MONDIN, Luca
2008-01-01
Abstract
Dall'analisi dei libelli epigrammatici conservatici dalla tarda latinità emerge che la soglia dei 12/14 versi costituisce il discrimine tra le misure 'normali' e le misure ritenute inequivocabilmente 'lunghe'. Si analizzano alcuni ambiti in cui la lunghezza dell'epigramma viene particolarmente valorizzata o appare legata alla specifica funzione del testo. L'applicazione del termine 'epigramma' a tipologie testuali assai lontane dalla tradizionale brevitas epigrammatica, rilevabile a partire da Sidonio Apollinare, mostra l'apertura di questa categoria letteraria a qualsiasi tipo di poesia non particolarmente estesa di carattere prevalentemente occasionale.File | Dimensione | Formato | |
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