È una scelta della consistente opera del poeta arabo siriano Nazìh Abu ‘Afash (1946) che comprende vari inediti, anche in arabo, e un inno alla città di Venezia. Si tratta di una poesia di grande suggestione e incisività in cui prevale la disperazione del suo animo costretto a vivere in un mondo di tiranni, di torturatori. Poesia di denuncia che gli ha fatto conoscere anche il carcere, ma non priva di un barlume di fiducia nel riscatto dell'uomo dal male, il filo di speranza che salva il poeta dall'annientamento. Assieme alla consapevolezza della positiva funzione della poesia che, pur se non può risolvere i problemi dell'uomo, li richiama, li evidenzia, sensibilizzando gli animi alla ricerca di possibili soluzioni.
Nazih Abu Afash, Armi nere
BALDISSERA, Eros
2010-01-01
Abstract
È una scelta della consistente opera del poeta arabo siriano Nazìh Abu ‘Afash (1946) che comprende vari inediti, anche in arabo, e un inno alla città di Venezia. Si tratta di una poesia di grande suggestione e incisività in cui prevale la disperazione del suo animo costretto a vivere in un mondo di tiranni, di torturatori. Poesia di denuncia che gli ha fatto conoscere anche il carcere, ma non priva di un barlume di fiducia nel riscatto dell'uomo dal male, il filo di speranza che salva il poeta dall'annientamento. Assieme alla consapevolezza della positiva funzione della poesia che, pur se non può risolvere i problemi dell'uomo, li richiama, li evidenzia, sensibilizzando gli animi alla ricerca di possibili soluzioni.File | Dimensione | Formato | |
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