Socialista e femminista, critica d'arte e giornalista, ispiratrice del primo duce e sua biografa ufficiale, scrittrice e promotrice di eventi artistici, Margherita Grassini Sarfatti detenne un doppio potere, politico e personale, che negli anni '20 la rese un personaggio di rilievo pubblico. Con la sua attività organizzativa la Sarfatti incise fortemente nell'affermazione di un rapporto tra Stato e strumenti culturali orientati alla creazione del consenso. Considerata da sempre «l'altra donna» di Benito Mussolini, Margherita, proveniente da una ricca famiglia ebraica di Venezia, aveva avuto, in realtà, una vasta esperienza politica prima del fascismo: nel corso del periodo giolittiano appartenne alla cerchia dirigente del socialismo riformista milanese, collaborando alla redazione dell'«Avanti!»; tra i suoi numerosi contributi alla pubblicistica del tempo spiccano, poi, quelli apparsi sulle riviste emancipazioniste milanesi l'«Unione Femminile» e la «Difesa delle Lavoratrici». Ella fu, in seguito, attiva partecipatrice nella fondazione del periodico fascista il «Popolo d'Italia» nel 1914, occupandosi, fra l'altro, della redazione della terza pagina; nel 1922 si concentrerà sul nuovo mensile, fondato da Benito Mussolini, «Gerarchia» di cui sarà direttrice. Anche i rapporti che ebbe con il movimento avanguardistico, studiati attraverso le recensioni artistiche, formano un tassello rilevante, specialmente per il tentativo della scrittrice di catalizzare le frange più moderate spingendole nel senso di una deformazione del reale che assume tratti grotteschi, magici o più apertamente surreali: tale operazione sarà portata a suo definitivo compimento con la nascita del movimento artistico Novecento di cui sarà la Sarfatti sarà patrocinatrice. I nuclei tematici che nello specifico si sono indagati sono stati: la formazione culturale veneziana di Margherita Sarfatti; il ruolo di salonnière che ebbe all'interno degli scambi politici e culturali dell'intellettualità femminile nei salotti del Novecento, l'impegno attraverso le riviste per l'emancipazione e per il rinnovamento morale della donna del primo Novecento; l'analisi del femminismo socialista ed il rapporto con il movimento operaio; l'ortodossia e l'eterodossia della stampa nel panorama letterario ed artistico del primo ventennio del '900. Nel periodo prefascista, colei che fu definita la gosthwriter del Duce, portò avanti delle scelte culturali che possono senza dubbio considerarsi autonome; negli anni, invece, che vedono l'instaurarsi del potere mussoliniano, la sua attività promozionale preparò il terreno per quella che sarà l'organizzazione della cultura di Stato del «consenso» Nel 1938, con la promulgazione delle leggi razziali, fu costretta a ritirarsi dalla vita pubblica ed a fuggire in Argentina: si concludeva, così, la parabola di colei che fu la donna più potente del fascismo.Con la fine del secondo conflitto mondiale e la morte di Benito Mussolini, Margherita rientrerà in Italia, spendendo gli ultimi anni della sia vita lontana da quel mondo culturale che l'aveva avuta protagonista e che ora l'aveva cancellata. Margherita Grassini Sarfatti was, during the 20s, an individual of great public and political value due to her echlectic capabilities. She was in fact an art critic and journalist, the muse of the dux and his official biographer, a writer and a promoter of artistic event and even politically active as socialist and feminist. She was determinant in establishing a connection between State and cultural movements in order to reach the popular consent. Margherita, born in a Jewish Venetian family and, always considered as «Mussolini's other woman», was politically concerned also before the rising of Fascism. During Giolitti's Government; in fact, she was important part of the Milanese Socialist movement and a collaborator of the «Avanti» journal. In this same period Miss Sarfatti also published the issues «L'unione femminile» and «La difesa delle lavoratrici» on emancipation Milanese periodics. She was between the founders of the Fascist journal «I1 popolo d'Italia» in 1914 and was the editor of the third page. In 1922 she became the Director of Mussolini's periodic «Gerarchia». She joined the vanguardistic movement, though exasperating its features through surrealism, magic and grotesque. This experience brought her to the foundation of the artistic Movement Novecento. In this thesis the attention is focused on the Venetian period of Margherita Sarfatti's cultural formation and on the role she had in the environment of Feminist intellectuals, favoring the interchange between politics and culture. I also analyzed the involvement and the moral rebirth of the women in society, the relationship between workers movement and feminist Socialism and the influences of the press in the literature at the beginning of the 900s. Before the upcoming of the Fascism the «ghost writer of the dux», as Miss Sarfatti was defined, undoubtedly supported her own cultural ideas. However, with the establishment of Mussolini's leadership, she became the organizer of the State culture based on gaining the consent. In 1938, with the emanation of the racial laws, she was obliged to leave public life and escape to Argentina, thus ending the acts of the most powerful woman of the Fascism. With the end of the World War II and after Mussolini's death, she returned in Italy spending her last years far away from the cultural world that she leaded and finally forgot her.

Da Venezia a Milano: l'attività pubblicistica di Margherita Sarfatti tra emancipazionismo e politica culturale(2003 Dec 04).

Da Venezia a Milano: l'attività pubblicistica di Margherita Sarfatti tra emancipazionismo e politica culturale

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2003-12-04

Abstract

Socialista e femminista, critica d'arte e giornalista, ispiratrice del primo duce e sua biografa ufficiale, scrittrice e promotrice di eventi artistici, Margherita Grassini Sarfatti detenne un doppio potere, politico e personale, che negli anni '20 la rese un personaggio di rilievo pubblico. Con la sua attività organizzativa la Sarfatti incise fortemente nell'affermazione di un rapporto tra Stato e strumenti culturali orientati alla creazione del consenso. Considerata da sempre «l'altra donna» di Benito Mussolini, Margherita, proveniente da una ricca famiglia ebraica di Venezia, aveva avuto, in realtà, una vasta esperienza politica prima del fascismo: nel corso del periodo giolittiano appartenne alla cerchia dirigente del socialismo riformista milanese, collaborando alla redazione dell'«Avanti!»; tra i suoi numerosi contributi alla pubblicistica del tempo spiccano, poi, quelli apparsi sulle riviste emancipazioniste milanesi l'«Unione Femminile» e la «Difesa delle Lavoratrici». Ella fu, in seguito, attiva partecipatrice nella fondazione del periodico fascista il «Popolo d'Italia» nel 1914, occupandosi, fra l'altro, della redazione della terza pagina; nel 1922 si concentrerà sul nuovo mensile, fondato da Benito Mussolini, «Gerarchia» di cui sarà direttrice. Anche i rapporti che ebbe con il movimento avanguardistico, studiati attraverso le recensioni artistiche, formano un tassello rilevante, specialmente per il tentativo della scrittrice di catalizzare le frange più moderate spingendole nel senso di una deformazione del reale che assume tratti grotteschi, magici o più apertamente surreali: tale operazione sarà portata a suo definitivo compimento con la nascita del movimento artistico Novecento di cui sarà la Sarfatti sarà patrocinatrice. I nuclei tematici che nello specifico si sono indagati sono stati: la formazione culturale veneziana di Margherita Sarfatti; il ruolo di salonnière che ebbe all'interno degli scambi politici e culturali dell'intellettualità femminile nei salotti del Novecento, l'impegno attraverso le riviste per l'emancipazione e per il rinnovamento morale della donna del primo Novecento; l'analisi del femminismo socialista ed il rapporto con il movimento operaio; l'ortodossia e l'eterodossia della stampa nel panorama letterario ed artistico del primo ventennio del '900. Nel periodo prefascista, colei che fu definita la gosthwriter del Duce, portò avanti delle scelte culturali che possono senza dubbio considerarsi autonome; negli anni, invece, che vedono l'instaurarsi del potere mussoliniano, la sua attività promozionale preparò il terreno per quella che sarà l'organizzazione della cultura di Stato del «consenso» Nel 1938, con la promulgazione delle leggi razziali, fu costretta a ritirarsi dalla vita pubblica ed a fuggire in Argentina: si concludeva, così, la parabola di colei che fu la donna più potente del fascismo.Con la fine del secondo conflitto mondiale e la morte di Benito Mussolini, Margherita rientrerà in Italia, spendendo gli ultimi anni della sia vita lontana da quel mondo culturale che l'aveva avuta protagonista e che ora l'aveva cancellata. Margherita Grassini Sarfatti was, during the 20s, an individual of great public and political value due to her echlectic capabilities. She was in fact an art critic and journalist, the muse of the dux and his official biographer, a writer and a promoter of artistic event and even politically active as socialist and feminist. She was determinant in establishing a connection between State and cultural movements in order to reach the popular consent. Margherita, born in a Jewish Venetian family and, always considered as «Mussolini's other woman», was politically concerned also before the rising of Fascism. During Giolitti's Government; in fact, she was important part of the Milanese Socialist movement and a collaborator of the «Avanti» journal. In this same period Miss Sarfatti also published the issues «L'unione femminile» and «La difesa delle lavoratrici» on emancipation Milanese periodics. She was between the founders of the Fascist journal «I1 popolo d'Italia» in 1914 and was the editor of the third page. In 1922 she became the Director of Mussolini's periodic «Gerarchia». She joined the vanguardistic movement, though exasperating its features through surrealism, magic and grotesque. This experience brought her to the foundation of the artistic Movement Novecento. In this thesis the attention is focused on the Venetian period of Margherita Sarfatti's cultural formation and on the role she had in the environment of Feminist intellectuals, favoring the interchange between politics and culture. I also analyzed the involvement and the moral rebirth of the women in society, the relationship between workers movement and feminist Socialism and the influences of the press in the literature at the beginning of the 900s. Before the upcoming of the Fascism the «ghost writer of the dux», as Miss Sarfatti was defined, undoubtedly supported her own cultural ideas. However, with the establishment of Mussolini's leadership, she became the organizer of the State culture based on gaining the consent. In 1938, with the emanation of the racial laws, she was obliged to leave public life and escape to Argentina, thus ending the acts of the most powerful woman of the Fascism. With the end of the World War II and after Mussolini's death, she returned in Italy spending her last years far away from the cultural world that she leaded and finally forgot her.
4-dic-2003
2 n.s. (16)
Italianistica
Crotti, Ilaria
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