La tesi, ponendo come limiti temporali indicativi la restaurazione della monarchia in Inghilterra (1660) e la morte della regina Anna (1714), si propone di indagare il tema della regalità in ambito teatrale e, in particolare, in quello della tragedia. La scelta dei drammi ha privilegiato cinque autori attivi sulla scena londinese nella seconda metà del Seicento e nei primi anni del Settecento: Roger Boyle, Earl of Orrery, John Dryden, Nathaniel Lee, Thomas Otway e Nicholas Rowe. La discussione delle opere (suddivisa in quattro capitoli, preceduti da una sezione introduttiva) segue un ordine cronologico e segna i momenti più significativi della evoluzione storica e costituzionale della monarchia e della nazione: dalla Restaurazione alla crisi dell'esclusione, dalla Gloriosa Rivoluzione alla successione degli Hanover '. Nel tentativo di definire la materia, è possibile individuare, attraverso la lettura dei drammi, una molteplicità stratificata di temi e aprire la prospettiva interpretativa al contesto storico, analizzato nei cambiamenti costituzionali, nella rinnovata visione politica del ruolo e della funzione della monarchia e nelle tensioni religiose che affollano la seconda metà del Seicento, per giungere alla dimensione simbolica, nella rappresentazione di un ordine paradigmatico che affonda le sue radici nell'idealità monarchica pre-rivoluzionaria, pur non potendo prescindere dalla grave interruzione e rottura di quell'equilibrio avvenuta nel 1649. L'Inghilterra non conobbe gli esiti violenti che avrebbero agitato il continente europeo nel 1789, ma, negli ultimi decenni del XVII secolo, vide la fondamentale evoluzione del proprio regime costituzionale e delle strutture ontologiche dell'istituzione monarchica che, seguendo tempi e modalità non sempre coincidenti con quelli dei mutamenti politici, contribuirono allo sfaldamento degli ideali restaurati e alla loro trasformazione in nuove costruzioni e convinzioni. Tale corso storico trova, nella produzione tragica che va dalla riapertura dei teatri ai primi decenni del Settecento, un'interessante organicità di corrispondenze che pare seguire un processo di svelamento della regalità fino al raggiungimento della sua 'essenza'. 1 Le opere discusse nella tesi sono: Roger Boyle, Earl of Orrery, Henry the Fifth, John Dryden, The Indian Queen, The Indian Emperour e Don Sebastian, Nathaniel Lee, The Rivai Queens e Lucius Junius Brutus, Thomas Otway, Don Carlos e Caius Marius, Nicholas Rowe, Tamerlane e Lady Jane Gray. Lo studio di questo sviluppo ideale e storico, che si lega anche all'evoluzione filosofico-politica di Thomas Hobbes, di Sir Robert Filmer e di John Locke, porta, procedendo a ritroso nel tempo, all'indagine della fondazione e dei fondamenti della regalità attraverso l'analisi del sostegno medioevale, giuridico e spirituale, della figura del re come nell'individuazione di una idealità Stuart, temporalmente più vicina e rintracciabile nella rinnovata teatralità della Restaurazione. Oltre all'illustrazione della regalità nel tragico attraverso le sue componenti storiche e ideali, la varietà dell'esperienza religiosa e la sua influenza primaria sulla vita politica inglese si pongono, pure nell'apparente distanza, quale finestra di dialogo e corrispondenza con il testo teatrale sia nella vicinanza sia nella critica alle tendenze religiose contemporanee. L'emergere di una moderna identità costituzionale è costantemente filtrata dalla nobiltà metafisica di un altrove legato ora alla classicità greca e latina, ora all'esoticità del nuovo mondo o anche alla storia patria, assurta però a dimensione mitica. Inoltre, le molteplici progressioni e implicazioni della stagione politica tardosecentesca, vissuta intensamente dalla società e mai lontana dal teatro, investono, nella forma drammatica, nuclei di evoluzione del genere tragico che sembrano presagire la sua futura evoluzione. All'inizio del Settecento, pare, infatti, intuibile un parziale declino dei caratteri tragici e una mutata attenzione del pubblico verso nuove forme di espressione letteraria. Taking the Restoration of monarchy in England (1660) and Queen Anne's death (1714) as temporal limits, the thesis intends to investigate the theme of kingship in the theatre and, particularly, in tragedy. The choice of discussed works has favoured the production of five playwrights who were active on the London scene in the second half of the seventeenth and in early eighteenth centuries: Roger Boyle, Earl of Orrery, John Dryden, Nathaniel Lee, Thomas Otway e Nicholas Rowe. The dissertation (divided in four chapters, preceded by an introductory section) follows a chronological order and marks significant moments of historical and constitutional evolution of monarchy and state: from the Restoration to the Exclusion Crisis, from the Glorious Revolution to the Hanoverian succession '. A definition of the main topic is to be achieved by the recognition of the plays' stratified multiplicity of themes and by the opening of the interpretative perspective to the historical context. The analysis of the constitutional evolution, which led to a renewed political vision of the monarchy's function and role, as well as of the strong religious tensions that crowded the second half of the seventeenth century, shows the way to the symbolic dimension of a paradigmatic order deeply engrained in pre-revolutionary royal ideology, although its re-established symmetry do not ignore the deep blow it had suffered in 1649. England did not experience the same violence that shocked Europe in 1789, but, in the last decades of the seventeenth century, it saw the fundamental emergence of a renewed constitutional regime which deeply affected the political, as well as ontological, structures monarchy was built on. Despite the fact that institutional changes did not always coincide with symbolic shift, such transformations greatly contributed to the crumbling of the restored ideals and to their reformation. Such historical paths found, in tragic works produced from the re-opening of the theatres to the first decades of the eighteenth century, an interesting system of correspondences that seemed to aim at the unveiling of kingship to its 'essence'. 'The works dealt with in the four chapters mentioned above are: Roger Boyle, Earl of Orrery, Henry the Fifth, John Dryden, The Indian Queen, The Indian Emperour and Don Sebastian, Nathaniel Lee, The Rival Queens and Lucius Junius Brutus, Thomas Otway, Don Carlos and Caius Marius, Nicholas Rowe, Tamerlane and Lady Jane Gray. The study of this historical and ideal development, which is also linked to the philosophical and political evolution in the works of Thomas Hobbes, Sir Robert Filmer and John Locke, leads, backward in time, to the investigation of the foundations of kingship through the analysis of its mediaeval juridical and spiritual provisions as well as in the identification of a more recent Stuart ideology in the Restoration transformed theatrical reality. Historical and ideal traits of tragic kingship fuse with the variety of the religious scene. The primary importance of religion and its constant influence in English political panorama held, despite their seeming distance, a continuous dialogue with the stage showing either support or disapproval towards contemporary religious trends. The emergence of a modern constitutional identity is constantly filtered by the metaphysical nobility of either ancient Greek and Roman settings or by the New World's exotic elsewhere or even by national history, now elevated to a mythical dimension. Moreover, the manifold advancements and allusions of late-seventeenthcentury political season, socially and theatrically intense, affected, in drama, the evolution of tragedy and seemed to foresee this genre's future transformation. Indeed, the beginning of the eighteenth century witnessed a partial decline of tragic traits and an altered attention of audiences towards new forms of literary expression.
Kingship in restoration and early Eighteenth-century tragedy / Calvi, Lisanna. - (2004 Feb 13).
Kingship in restoration and early Eighteenth-century tragedy
Calvi, Lisanna
2004-02-13
Abstract
La tesi, ponendo come limiti temporali indicativi la restaurazione della monarchia in Inghilterra (1660) e la morte della regina Anna (1714), si propone di indagare il tema della regalità in ambito teatrale e, in particolare, in quello della tragedia. La scelta dei drammi ha privilegiato cinque autori attivi sulla scena londinese nella seconda metà del Seicento e nei primi anni del Settecento: Roger Boyle, Earl of Orrery, John Dryden, Nathaniel Lee, Thomas Otway e Nicholas Rowe. La discussione delle opere (suddivisa in quattro capitoli, preceduti da una sezione introduttiva) segue un ordine cronologico e segna i momenti più significativi della evoluzione storica e costituzionale della monarchia e della nazione: dalla Restaurazione alla crisi dell'esclusione, dalla Gloriosa Rivoluzione alla successione degli Hanover '. Nel tentativo di definire la materia, è possibile individuare, attraverso la lettura dei drammi, una molteplicità stratificata di temi e aprire la prospettiva interpretativa al contesto storico, analizzato nei cambiamenti costituzionali, nella rinnovata visione politica del ruolo e della funzione della monarchia e nelle tensioni religiose che affollano la seconda metà del Seicento, per giungere alla dimensione simbolica, nella rappresentazione di un ordine paradigmatico che affonda le sue radici nell'idealità monarchica pre-rivoluzionaria, pur non potendo prescindere dalla grave interruzione e rottura di quell'equilibrio avvenuta nel 1649. L'Inghilterra non conobbe gli esiti violenti che avrebbero agitato il continente europeo nel 1789, ma, negli ultimi decenni del XVII secolo, vide la fondamentale evoluzione del proprio regime costituzionale e delle strutture ontologiche dell'istituzione monarchica che, seguendo tempi e modalità non sempre coincidenti con quelli dei mutamenti politici, contribuirono allo sfaldamento degli ideali restaurati e alla loro trasformazione in nuove costruzioni e convinzioni. Tale corso storico trova, nella produzione tragica che va dalla riapertura dei teatri ai primi decenni del Settecento, un'interessante organicità di corrispondenze che pare seguire un processo di svelamento della regalità fino al raggiungimento della sua 'essenza'. 1 Le opere discusse nella tesi sono: Roger Boyle, Earl of Orrery, Henry the Fifth, John Dryden, The Indian Queen, The Indian Emperour e Don Sebastian, Nathaniel Lee, The Rivai Queens e Lucius Junius Brutus, Thomas Otway, Don Carlos e Caius Marius, Nicholas Rowe, Tamerlane e Lady Jane Gray. Lo studio di questo sviluppo ideale e storico, che si lega anche all'evoluzione filosofico-politica di Thomas Hobbes, di Sir Robert Filmer e di John Locke, porta, procedendo a ritroso nel tempo, all'indagine della fondazione e dei fondamenti della regalità attraverso l'analisi del sostegno medioevale, giuridico e spirituale, della figura del re come nell'individuazione di una idealità Stuart, temporalmente più vicina e rintracciabile nella rinnovata teatralità della Restaurazione. Oltre all'illustrazione della regalità nel tragico attraverso le sue componenti storiche e ideali, la varietà dell'esperienza religiosa e la sua influenza primaria sulla vita politica inglese si pongono, pure nell'apparente distanza, quale finestra di dialogo e corrispondenza con il testo teatrale sia nella vicinanza sia nella critica alle tendenze religiose contemporanee. L'emergere di una moderna identità costituzionale è costantemente filtrata dalla nobiltà metafisica di un altrove legato ora alla classicità greca e latina, ora all'esoticità del nuovo mondo o anche alla storia patria, assurta però a dimensione mitica. Inoltre, le molteplici progressioni e implicazioni della stagione politica tardosecentesca, vissuta intensamente dalla società e mai lontana dal teatro, investono, nella forma drammatica, nuclei di evoluzione del genere tragico che sembrano presagire la sua futura evoluzione. All'inizio del Settecento, pare, infatti, intuibile un parziale declino dei caratteri tragici e una mutata attenzione del pubblico verso nuove forme di espressione letteraria. Taking the Restoration of monarchy in England (1660) and Queen Anne's death (1714) as temporal limits, the thesis intends to investigate the theme of kingship in the theatre and, particularly, in tragedy. The choice of discussed works has favoured the production of five playwrights who were active on the London scene in the second half of the seventeenth and in early eighteenth centuries: Roger Boyle, Earl of Orrery, John Dryden, Nathaniel Lee, Thomas Otway e Nicholas Rowe. The dissertation (divided in four chapters, preceded by an introductory section) follows a chronological order and marks significant moments of historical and constitutional evolution of monarchy and state: from the Restoration to the Exclusion Crisis, from the Glorious Revolution to the Hanoverian succession '. A definition of the main topic is to be achieved by the recognition of the plays' stratified multiplicity of themes and by the opening of the interpretative perspective to the historical context. The analysis of the constitutional evolution, which led to a renewed political vision of the monarchy's function and role, as well as of the strong religious tensions that crowded the second half of the seventeenth century, shows the way to the symbolic dimension of a paradigmatic order deeply engrained in pre-revolutionary royal ideology, although its re-established symmetry do not ignore the deep blow it had suffered in 1649. England did not experience the same violence that shocked Europe in 1789, but, in the last decades of the seventeenth century, it saw the fundamental emergence of a renewed constitutional regime which deeply affected the political, as well as ontological, structures monarchy was built on. Despite the fact that institutional changes did not always coincide with symbolic shift, such transformations greatly contributed to the crumbling of the restored ideals and to their reformation. Such historical paths found, in tragic works produced from the re-opening of the theatres to the first decades of the eighteenth century, an interesting system of correspondences that seemed to aim at the unveiling of kingship to its 'essence'. 'The works dealt with in the four chapters mentioned above are: Roger Boyle, Earl of Orrery, Henry the Fifth, John Dryden, The Indian Queen, The Indian Emperour and Don Sebastian, Nathaniel Lee, The Rival Queens and Lucius Junius Brutus, Thomas Otway, Don Carlos and Caius Marius, Nicholas Rowe, Tamerlane and Lady Jane Gray. The study of this historical and ideal development, which is also linked to the philosophical and political evolution in the works of Thomas Hobbes, Sir Robert Filmer and John Locke, leads, backward in time, to the investigation of the foundations of kingship through the analysis of its mediaeval juridical and spiritual provisions as well as in the identification of a more recent Stuart ideology in the Restoration transformed theatrical reality. Historical and ideal traits of tragic kingship fuse with the variety of the religious scene. The primary importance of religion and its constant influence in English political panorama held, despite their seeming distance, a continuous dialogue with the stage showing either support or disapproval towards contemporary religious trends. The emergence of a modern constitutional identity is constantly filtered by the metaphysical nobility of either ancient Greek and Roman settings or by the New World's exotic elsewhere or even by national history, now elevated to a mythical dimension. Moreover, the manifold advancements and allusions of late-seventeenthcentury political season, socially and theatrically intense, affected, in drama, the evolution of tragedy and seemed to foresee this genre's future transformation. Indeed, the beginning of the eighteenth century witnessed a partial decline of tragic traits and an altered attention of audiences towards new forms of literary expression.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.