Lo studio si prefigge di analizzare la modalità 'realistica' che informa le opere di George Eliot e di Flaubert, una modalità che si affermò durante la loro vita come la più rappresentativa del secolo. L'obiettivo, comunque, non è quello di vagliare nel dettaglio la maniera in cui i due scrittori trattarono soggetti simili, né quello di stabilire i diversi gradi di 'realismo' delle rispettive opere e scelte narrative, quanto piuttosto quello di inquadrare le loro ricerche parallele nella cultura realistico-scientifica della loro epoca e cercare di demolire alcune tenaci idee preconcette relative alle loro diverse scelte estetiche e alla fuorviante etichetta di 'realismo'. Il primo capitolo affronta la delicata questione del realismo, senza alcuna pretesa di esaustività. Analizza l'emergere del movimento letterario realista in quanto prodotto ed espressione dell'atmosfera culturale del suo tempo: una dilagante epistemologia razionalista che rifiutava il sentimentalismo romantico e l'idealismo, ed era determinata dall'impatto dei cambiamenti politici e sociali e dal progresso scientifico e industriale che caratterizzarono il diciannovesimo secolo. Il capitolo si concentra, in particolare, sulla versione insulare della tendenza letteraria in questione, nel tentativo di identificare le peculiarità di un supposto romanzo vittoriano 'realista'. Una rassegna introduttiva degli sviluppi della critica sull'argomento confuta la semplicistica concezione del realismo inteso come imitazione della realtà esterna, fondata su un'idea del linguaggio inteso come finestra trasparente sul mondo. L'approccio biografico del secondo capitolo aiuta a mettere in luce non solo i notevoli punti di intersezione tra la formazione intellettuale di George Eliot e quella di Flaubert, ma a collocare la loro straordinaria preparazione nella temperie scientifica caratterizzante la loro epoca. Nella parte finale del capitolo, l'analisi parallela delle eroine di Eliot e Flaubert contribuisce ad illustrare la diversa filosofia che informa le scelte narrative dei due scrittori. Il terzo capitolo esamina i parallelismi e le differenze nella modalità narrativa di Eliot e Flaubert, attraverso l'analisi dei rispettivi romanzi. Madame Bovary e Middlemarch mostrano la devastazione provocata dalla disillusione e dall'incomunicabilità di matrimoni infelici; sia L'Éducation sentimentale che Daniel Deronda ruotano attorno al tema dell'educazione sentimentale e della ricerca della vocazione nella vita di un giovane; tutti i romanzi esplorano la dialettica tra storia e Storia. Un'attenta lettura dei romanzi suggerisce che, nonostante la diversa filosofia soggiacente, sia l'inventore dell'estetica pura che la sostenitrice della human sympathy, furono grandi artisti formali, fautori, in eguai misura, di un'architettura romanzesca complessa e altamente strutturata. Ciò nonostante, i romanzi di Flaubert, sostenitore della netta separazione tra arte e moralità, rivelano una crescente dimensione testuale, mentre la scelta programmatica da parte di George Eliot della cosiddetta 'intrusione autoriale' delinea l'importanza costantemente attribuita dalla scrittrice alla risposta del lettore. The study aims to explore Flaubert's and Eliot's commitment to the 'realistic' literary mode, which established itself during their lifetime as the most representative mode of the century. The purpose, nevertheless, is not specifically to scrutinize in detail how the individual writers dealt with similar subjects or to investigate their different levels of 'realism' in connection with those subjects, but to embed their parallel research in the realistic-scientific culture of their time and try to dismantle some long-resisting preconceived ideas about their different aesthetics and the misleading label of 'realism'. The first chapter confronts the delicate issue of realism, with no pretensions to completeness. It investigates the emergence of the realist literary movement as the product and expression of the dominant mood of its time: a pervasive rationalist epistemology that rejected Romantic sentimentalism and Idealism and was shaped by the impact of the political and social changes as well as the scientific and industrial advances of its day. The chapter concentrates, in particular, on its insular version, attempting to identify the peculiarities of a supposed 'realist' Victorian novel. An introductory survey of the evolution of criticism on the subject suggests that the simplistic conception of realism as an imitation of external reality, based on the assumption of a transparent language, is definitively dismantled. The biographic approach of the second chapter helps not only to disclose the striking points of intersection connecting Eliot's and Flaubert's intellectual training, but also to set their extraordinarily extensive reading within the scientific bias of the culture of their age. The parallel interpretation of Eliot's and Flaubert's heroines in the final part of the chapter contributes to illustrate the different philosophy informing the writers' narrative choices. The third chapter examines the parallels and differences in Eliot's and Flaubert's narrative modality by concentrating on the analysis of the novels. Madame Bovary and Middlemarch illustrate the ravages of disillusionment and incommunicability in unhappy marriages on both sides of the Channel; both L'Education sentimentale and Daniel Deronda focus on the theme of a young man's sentimental education and search for a vocation; all the novels explore the dialectics between story and history. A careful reading of the novels suggests that, despite their different underlying philosophy, both the inventor of pure aesthetics and the champion of human sympathy were great formal artists, equally preoccupied with a highly organized novel structure. However, in accordance with the tenet of the separation of art and morality, Flaubert's novels reveal an Increasingly prevailing textual dimension, whereas Eliot's programmatic choice of the so called 'authorial intrusion' delineates her constant interest in the reader's response.

The culture of realism: George Eliot and Gustave Flaubert / Guzzoni, Agnese. - (2004 Feb 13).

The culture of realism: George Eliot and Gustave Flaubert

Guzzoni, Agnese
2004-02-13

Abstract

Lo studio si prefigge di analizzare la modalità 'realistica' che informa le opere di George Eliot e di Flaubert, una modalità che si affermò durante la loro vita come la più rappresentativa del secolo. L'obiettivo, comunque, non è quello di vagliare nel dettaglio la maniera in cui i due scrittori trattarono soggetti simili, né quello di stabilire i diversi gradi di 'realismo' delle rispettive opere e scelte narrative, quanto piuttosto quello di inquadrare le loro ricerche parallele nella cultura realistico-scientifica della loro epoca e cercare di demolire alcune tenaci idee preconcette relative alle loro diverse scelte estetiche e alla fuorviante etichetta di 'realismo'. Il primo capitolo affronta la delicata questione del realismo, senza alcuna pretesa di esaustività. Analizza l'emergere del movimento letterario realista in quanto prodotto ed espressione dell'atmosfera culturale del suo tempo: una dilagante epistemologia razionalista che rifiutava il sentimentalismo romantico e l'idealismo, ed era determinata dall'impatto dei cambiamenti politici e sociali e dal progresso scientifico e industriale che caratterizzarono il diciannovesimo secolo. Il capitolo si concentra, in particolare, sulla versione insulare della tendenza letteraria in questione, nel tentativo di identificare le peculiarità di un supposto romanzo vittoriano 'realista'. Una rassegna introduttiva degli sviluppi della critica sull'argomento confuta la semplicistica concezione del realismo inteso come imitazione della realtà esterna, fondata su un'idea del linguaggio inteso come finestra trasparente sul mondo. L'approccio biografico del secondo capitolo aiuta a mettere in luce non solo i notevoli punti di intersezione tra la formazione intellettuale di George Eliot e quella di Flaubert, ma a collocare la loro straordinaria preparazione nella temperie scientifica caratterizzante la loro epoca. Nella parte finale del capitolo, l'analisi parallela delle eroine di Eliot e Flaubert contribuisce ad illustrare la diversa filosofia che informa le scelte narrative dei due scrittori. Il terzo capitolo esamina i parallelismi e le differenze nella modalità narrativa di Eliot e Flaubert, attraverso l'analisi dei rispettivi romanzi. Madame Bovary e Middlemarch mostrano la devastazione provocata dalla disillusione e dall'incomunicabilità di matrimoni infelici; sia L'Éducation sentimentale che Daniel Deronda ruotano attorno al tema dell'educazione sentimentale e della ricerca della vocazione nella vita di un giovane; tutti i romanzi esplorano la dialettica tra storia e Storia. Un'attenta lettura dei romanzi suggerisce che, nonostante la diversa filosofia soggiacente, sia l'inventore dell'estetica pura che la sostenitrice della human sympathy, furono grandi artisti formali, fautori, in eguai misura, di un'architettura romanzesca complessa e altamente strutturata. Ciò nonostante, i romanzi di Flaubert, sostenitore della netta separazione tra arte e moralità, rivelano una crescente dimensione testuale, mentre la scelta programmatica da parte di George Eliot della cosiddetta 'intrusione autoriale' delinea l'importanza costantemente attribuita dalla scrittrice alla risposta del lettore. The study aims to explore Flaubert's and Eliot's commitment to the 'realistic' literary mode, which established itself during their lifetime as the most representative mode of the century. The purpose, nevertheless, is not specifically to scrutinize in detail how the individual writers dealt with similar subjects or to investigate their different levels of 'realism' in connection with those subjects, but to embed their parallel research in the realistic-scientific culture of their time and try to dismantle some long-resisting preconceived ideas about their different aesthetics and the misleading label of 'realism'. The first chapter confronts the delicate issue of realism, with no pretensions to completeness. It investigates the emergence of the realist literary movement as the product and expression of the dominant mood of its time: a pervasive rationalist epistemology that rejected Romantic sentimentalism and Idealism and was shaped by the impact of the political and social changes as well as the scientific and industrial advances of its day. The chapter concentrates, in particular, on its insular version, attempting to identify the peculiarities of a supposed 'realist' Victorian novel. An introductory survey of the evolution of criticism on the subject suggests that the simplistic conception of realism as an imitation of external reality, based on the assumption of a transparent language, is definitively dismantled. The biographic approach of the second chapter helps not only to disclose the striking points of intersection connecting Eliot's and Flaubert's intellectual training, but also to set their extraordinarily extensive reading within the scientific bias of the culture of their age. The parallel interpretation of Eliot's and Flaubert's heroines in the final part of the chapter contributes to illustrate the different philosophy informing the writers' narrative choices. The third chapter examines the parallels and differences in Eliot's and Flaubert's narrative modality by concentrating on the analysis of the novels. Madame Bovary and Middlemarch illustrate the ravages of disillusionment and incommunicability in unhappy marriages on both sides of the Channel; both L'Education sentimentale and Daniel Deronda focus on the theme of a young man's sentimental education and search for a vocation; all the novels explore the dialectics between story and history. A careful reading of the novels suggests that, despite their different underlying philosophy, both the inventor of pure aesthetics and the champion of human sympathy were great formal artists, equally preoccupied with a highly organized novel structure. However, in accordance with the tenet of the separation of art and morality, Flaubert's novels reveal an Increasingly prevailing textual dimension, whereas Eliot's programmatic choice of the so called 'authorial intrusion' delineates her constant interest in the reader's response.
13-feb-2004
1 n.s. (15)
Anglistica
Mildonian, Paola
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10579/526
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