L’attività del trovatore Guilhem Ademar ricopre gli anni 1190-1220, periodo che coincide per due terzi con quella che è solitamente definita l’età d’oro della poesia provenzale (1180-1210). Come si evince dalla lettura della galleria satirica composta dal Monaco di Montaudon attorno al 1192, Guilhem doveva essere una delle personalità di spicco dell’epoca, dal momento che il suo nome figura tra autori del calibro di Arnaut Daniel, Peire Vidal, Gaucelm Faidit e Folquet de Marselha. I componimenti di questo trovatore, che sono meritevoli di attenzione, sono stati editi nel 1951 dallo svedese Kurt Almqvist. Lo studio monografico condotto con scrupolo è tuttavia viziato dalla scelta non sempre persuasiva di un testimone di base che va il più delle volte a coincidere con il Vaticano Latino 5232 (A), codice la cui limpidezza è spesso dovuta all’attività farcitoria e innovativa del suo copista. A un’edizione di impianto bederiano oppongo un’edizione lachmanniana basata sull’analisi della varia lectio. Kurt Almqvist offre una traduzione interpretativa, che lascia spesso largo spazio al dubbio. Propongo, invece, una traduzione letterale finalizzata alla comprensione del testo provenzale. Nello studio del 1951 mancano, inoltre, nelle note di commento riferimenti e paragoni con altri trovatori, manchevolezza che non mette in luce uno degli aspetti più appariscenti della sua produzione, l’elevato grado d’ intertestualità.

Le canzoni di Guilhem Ademar : edizione critica, commento e traduzione / Andolfato, Francesca. - (2014 Feb 28).

Le canzoni di Guilhem Ademar : edizione critica, commento e traduzione

Andolfato, Francesca
2014-02-28

Abstract

L’attività del trovatore Guilhem Ademar ricopre gli anni 1190-1220, periodo che coincide per due terzi con quella che è solitamente definita l’età d’oro della poesia provenzale (1180-1210). Come si evince dalla lettura della galleria satirica composta dal Monaco di Montaudon attorno al 1192, Guilhem doveva essere una delle personalità di spicco dell’epoca, dal momento che il suo nome figura tra autori del calibro di Arnaut Daniel, Peire Vidal, Gaucelm Faidit e Folquet de Marselha. I componimenti di questo trovatore, che sono meritevoli di attenzione, sono stati editi nel 1951 dallo svedese Kurt Almqvist. Lo studio monografico condotto con scrupolo è tuttavia viziato dalla scelta non sempre persuasiva di un testimone di base che va il più delle volte a coincidere con il Vaticano Latino 5232 (A), codice la cui limpidezza è spesso dovuta all’attività farcitoria e innovativa del suo copista. A un’edizione di impianto bederiano oppongo un’edizione lachmanniana basata sull’analisi della varia lectio. Kurt Almqvist offre una traduzione interpretativa, che lascia spesso largo spazio al dubbio. Propongo, invece, una traduzione letterale finalizzata alla comprensione del testo provenzale. Nello studio del 1951 mancano, inoltre, nelle note di commento riferimenti e paragoni con altri trovatori, manchevolezza che non mette in luce uno degli aspetti più appariscenti della sua produzione, l’elevato grado d’ intertestualità.
28-feb-2014
25
Italianistica e filologia classico-medievale
Alessio, Gian Carlo
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Tipologia: Tesi di dottorato
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