Obiettivo della ricerca è l’indagine dei criteri e delle modalità con le quali Giuseppe Panza di Biumo ha concepito l’esposizione delle opere d’arte in collezione. Lo studio intende prendere in considerazione le componenti progettuali e visuali che sottendono l’approccio curatoriale del collezionista e le loro ripercussioni sullo spazio pubblico e privato. Comprendendo un periodo storico che si estende dall’arte del secondo dopoguerra fino alle espressioni artistiche del presente, la collezione Panza include alcune delle vicende e tendenze più significative dell’arte contemporanea: Espressionismo Astratto, Pop Art, Minimal e Conceptual Art ed Arte Ambientale. Originariamente suddivisa in tre parti, per un totale di circa 2.500 opere d’arte, la raccolta è stata acquisita da alcuni dei principali musei americani, tra i quali: The Museum of Contemporary Art di Los Angeles, The Solomon R. Guggenheim Museum di New York, e più recentemente, l’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, D.C., l’Albright-Knox Art Gallery di Buffalo e il San Francisco Museum of Modern Art. Altre opere sono in prestito a lungo termine in diverse istituzioni culturali, mentre un nucleo sostanziale della collezione e la Villa Panza nei pressi si Varese sono stati donati al F.A.I. (Fondo per l’Ambiente Italiano) nel 1996. Il proposito di rendere pubblica la raccolta e la costante sollecitudine del collezionista nell’esporre le opere d’arte nella maniera più adeguata, che lo hanno portato a concepire una considerevole quantità di progetti per musei, rendono la collezione un caso di studio di notevole interesse nella storia del collezionismo. Lo studio approfondisce il concetto di display of art secondo una prospettiva interdisciplinare, volta a convogliare discipline quali la museologia e la storia della cultura visuale contemporanea. Il primo capitolo delinea il contesto storico della collezione attraverso tre principali direttrici: l’analisi dei contributi critici sulla raccolta, la sua eredità nell’ambito delle strategie del collezionismo e la disamina dei criteri espositivi della cultura contemporanea. Si evidenziano alcuni nodi tematici principali, il primo dei quali è il paradigma del collezionismo monografico che percorre la raccolta dai suoi inizi. Inoltre, nel contesto del collezionismo, l’operato del collezionista fa emergere la prospettiva globale che impronta sia i progetti per musei che i piani per l’istituzionalizzazione della raccolta. Il secondo capitolo riguarda l’evoluzione dei criteri espositivi nella Villa Menafoglio Litta Panza di Varese. Se ne indagano motivazioni e soluzioni nel corso del tempo, proponendo che la villa ha costituito un terreno di verifica sul display che preparerà alla presentazione dell’arte nello spazio pubblico. All’analisi dell’esposizione congiunta di arte contemporanea, arte extraeuropea e arti decorative si unisce la disamina della relazione tra operatività artistica e autorialità del display. La parte conclusiva propone un panorama preliminare sul ruolo svolto dalla fotografia nella sperimentazione espositiva. Il terzo capitolo è dedicato all’approccio curatoriale del collezionista nella sfera pubblica del museo. Tale attività è analizzata attraverso una serie di casi di studio tra i suoi progetti per musei e allestimenti selezionati in base a tre principali filoni tematici: le proposte per nuovi musei, l’esposizione dell’arte contemporanea in edifici storici italiani e la presentazione dell’arte in occasione di acquisizioni museali e mostre temporanee. Il quarto capitolo delinea una fenomenologia dell’effimero nelle ricerche contemporanee di Minimal Art, Arte Concettuale e Arte Fenomenica in relazione alla pratica collezionistica ed espositiva di Giuseppe Panza. L’accezione di effimero viene indagata sia nelle sue componenti immateriali e materiali, evidenziando il rapporto tra attività curatoriale e prassi artistica. La ricerca si è avvalsa del materiale documentario conservato presso il Getty Research Institute di Los Angeles e l’archivio Panza Collection di Mendrisio.

The display of art in the Panza di Biumo Collection / Serpolli, Roberta. - (2014 Mar 04).

The display of art in the Panza di Biumo Collection

Serpolli, Roberta
2014-03-04

Abstract

Obiettivo della ricerca è l’indagine dei criteri e delle modalità con le quali Giuseppe Panza di Biumo ha concepito l’esposizione delle opere d’arte in collezione. Lo studio intende prendere in considerazione le componenti progettuali e visuali che sottendono l’approccio curatoriale del collezionista e le loro ripercussioni sullo spazio pubblico e privato. Comprendendo un periodo storico che si estende dall’arte del secondo dopoguerra fino alle espressioni artistiche del presente, la collezione Panza include alcune delle vicende e tendenze più significative dell’arte contemporanea: Espressionismo Astratto, Pop Art, Minimal e Conceptual Art ed Arte Ambientale. Originariamente suddivisa in tre parti, per un totale di circa 2.500 opere d’arte, la raccolta è stata acquisita da alcuni dei principali musei americani, tra i quali: The Museum of Contemporary Art di Los Angeles, The Solomon R. Guggenheim Museum di New York, e più recentemente, l’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, D.C., l’Albright-Knox Art Gallery di Buffalo e il San Francisco Museum of Modern Art. Altre opere sono in prestito a lungo termine in diverse istituzioni culturali, mentre un nucleo sostanziale della collezione e la Villa Panza nei pressi si Varese sono stati donati al F.A.I. (Fondo per l’Ambiente Italiano) nel 1996. Il proposito di rendere pubblica la raccolta e la costante sollecitudine del collezionista nell’esporre le opere d’arte nella maniera più adeguata, che lo hanno portato a concepire una considerevole quantità di progetti per musei, rendono la collezione un caso di studio di notevole interesse nella storia del collezionismo. Lo studio approfondisce il concetto di display of art secondo una prospettiva interdisciplinare, volta a convogliare discipline quali la museologia e la storia della cultura visuale contemporanea. Il primo capitolo delinea il contesto storico della collezione attraverso tre principali direttrici: l’analisi dei contributi critici sulla raccolta, la sua eredità nell’ambito delle strategie del collezionismo e la disamina dei criteri espositivi della cultura contemporanea. Si evidenziano alcuni nodi tematici principali, il primo dei quali è il paradigma del collezionismo monografico che percorre la raccolta dai suoi inizi. Inoltre, nel contesto del collezionismo, l’operato del collezionista fa emergere la prospettiva globale che impronta sia i progetti per musei che i piani per l’istituzionalizzazione della raccolta. Il secondo capitolo riguarda l’evoluzione dei criteri espositivi nella Villa Menafoglio Litta Panza di Varese. Se ne indagano motivazioni e soluzioni nel corso del tempo, proponendo che la villa ha costituito un terreno di verifica sul display che preparerà alla presentazione dell’arte nello spazio pubblico. All’analisi dell’esposizione congiunta di arte contemporanea, arte extraeuropea e arti decorative si unisce la disamina della relazione tra operatività artistica e autorialità del display. La parte conclusiva propone un panorama preliminare sul ruolo svolto dalla fotografia nella sperimentazione espositiva. Il terzo capitolo è dedicato all’approccio curatoriale del collezionista nella sfera pubblica del museo. Tale attività è analizzata attraverso una serie di casi di studio tra i suoi progetti per musei e allestimenti selezionati in base a tre principali filoni tematici: le proposte per nuovi musei, l’esposizione dell’arte contemporanea in edifici storici italiani e la presentazione dell’arte in occasione di acquisizioni museali e mostre temporanee. Il quarto capitolo delinea una fenomenologia dell’effimero nelle ricerche contemporanee di Minimal Art, Arte Concettuale e Arte Fenomenica in relazione alla pratica collezionistica ed espositiva di Giuseppe Panza. L’accezione di effimero viene indagata sia nelle sue componenti immateriali e materiali, evidenziando il rapporto tra attività curatoriale e prassi artistica. La ricerca si è avvalsa del materiale documentario conservato presso il Getty Research Institute di Los Angeles e l’archivio Panza Collection di Mendrisio.
4-mar-2014
26
Storia delle arti
Messina, Maria Grazia
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Descrizione: Errata Corrige (2015)
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