Negli anni in cui emergono le «nuove onde» cinematografiche e si afferma la cosiddetta «politique des auteurs», sono molti i registi europei che realizzano film all’estero, in particolar modo in paesi asiatici come l’India, la Cina, il Giappone. Rossellini, Antonioni, Marker, Ivens, Pasolini e molti altri vivono la condizione del viaggio secondo prassi inedite: sono tra i primi viaggiatori ad essere consapevoli delle ingiustizie prodotte dal colonialismo, di cui sono culturalmente figli e politicamente antagonisti; tra i primi a voler superare una raffigurazione tipizzata delle culture allogene per cui simpatizzano apertamente; tra i primi a usare dispositivi di ripresa leggeri (le cineprese 16mm.) che agevolano le pratiche dell’incontro. Collocando questo fenomeno all’interno della tradizione narrativa e figurativa odeporica e orientalista e seguendo indirizzi teorici e metodologici multidisciplinari, il presente lavoro tenta di dimostrare come il film di viaggio modernista metta in discussione e in crisi, invece di confermare, alcuni dei caratteri storiografici solitamente assegnati a questa stagione e ai suoi protagonisti: il dovere della mimesis, la questione dell’intenzionalità, la collocazione dell’«autore» all’interno dei discorsi sull’altro e sull’alterità.

Viaggio in Oriente : l’esperienza dell’altro e dell’alterità nel cinema odeporico modernista / Dalla Gassa, Marco. - (2014 Mar 04).

Viaggio in Oriente : l’esperienza dell’altro e dell’alterità nel cinema odeporico modernista

Dalla Gassa, Marco
2014-03-04

Abstract

Negli anni in cui emergono le «nuove onde» cinematografiche e si afferma la cosiddetta «politique des auteurs», sono molti i registi europei che realizzano film all’estero, in particolar modo in paesi asiatici come l’India, la Cina, il Giappone. Rossellini, Antonioni, Marker, Ivens, Pasolini e molti altri vivono la condizione del viaggio secondo prassi inedite: sono tra i primi viaggiatori ad essere consapevoli delle ingiustizie prodotte dal colonialismo, di cui sono culturalmente figli e politicamente antagonisti; tra i primi a voler superare una raffigurazione tipizzata delle culture allogene per cui simpatizzano apertamente; tra i primi a usare dispositivi di ripresa leggeri (le cineprese 16mm.) che agevolano le pratiche dell’incontro. Collocando questo fenomeno all’interno della tradizione narrativa e figurativa odeporica e orientalista e seguendo indirizzi teorici e metodologici multidisciplinari, il presente lavoro tenta di dimostrare come il film di viaggio modernista metta in discussione e in crisi, invece di confermare, alcuni dei caratteri storiografici solitamente assegnati a questa stagione e ai suoi protagonisti: il dovere della mimesis, la questione dell’intenzionalità, la collocazione dell’«autore» all’interno dei discorsi sull’altro e sull’alterità.
4-mar-2014
26
Storia delle arti
Borin, Fabrizio
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Tipologia: Tesi di dottorato
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