La ricerca si propone di ricostruire l'articolato profilo intellettuale e politico di un esponente dell'élite liberale, il veneziano Pompeo Gherardo Molmenti (1852-1928). Si apre con gli anni della formazione giovanile, in particolare quella universitaria nella facoltà di giurisprudenza di Padova, dove avviene l'incontro - rivelatosi poi decisivo - con Luigi Lunotti; e prosegue con il maturare in Molmenti dell'interesse per gli studi storici, in concomitanza con il suo approdo alla vita politica locale, nelle file del partito moderato Veneto. Una speciale attenzione è rivolta proprio allo stretto legame instaurato dal personaggio con quel settore del liberalismo che si richiamava ai valori della Destra storica, un'élite politicamente conservatrice, ma sorretta da un forte senso dello Stato e da un'alta coscienza della propria responsabilità e del dovere di promuovere il progresso economico e civile della società. Quello di Molmenti è il liberalismo di un cattolico, basato su una concezione laica e non teocratica dello Stato, ma anche sul convincimento della funzione coesiva svolta dalla religione e dalla morale in una società in rapida trasformazione. È questo il principale motivo ispiratore della sua azione politica, un'azione non priva di ambiguità e incertezze, ma sostanzialmente orientata ad inserire ì cattolici nella vita pubblica del paese a sostegno delle istituzioni liberali, pur mantenendo fermo il carattere laico dello Stato. E che si pone come obiettivo la conservazione dell'ordine sociale esistente, ma nello stesso tempo si basa su un saldo nucleo di convinzioni liberali, comprovato anche dall'adesione di Molmenti al manifesto antifascista di Croce. La parte principale del lavoro è dedicata alla sua attività di amministratore locale a Venezia, alla 'costruzione' della sua candidatura a deputato e all'organizzazione del consenso nel suo collegio elettorale bresciano, al rapporto tra deputato ed elettori nel complesso gioco degli scambi tra centro e periferia, al problema della definizione sul piano sia locale che nazionale degli schieramenti politici, ai ripetuti appelli alla costituzione di un partito dei liberali, inevitabilmente destinati a naufragare per la concezione elitistica e clientelare della politica che accomuna Molmenti e gli altri esponenti della classe dirigente liberale. A questi temi si affianca l'analisi della sua vasta produzione storiografica e degli influssi che su di essa furono esercitati dal dibattito culturale sviluppatosi a cavallo tra i due secoli in area italiana, francese e tedesca. Una chiara impronta positivista, ma anche non poche ascendenze illuministe sono all'origine di un'accurata ricerca documentaria e di una concezione della storia intesa non come storia politica bensì come storia 'totale' della civiltà, dell'arte, dei costumi, delle istituzioni. L'originalità di questo genere storiografico risiede proprio nella precoce attenzione riservata alla sfera del privato e del sociale (anche se essa rimane prevalentemente limitata ad un'ottica di curiosità) e nell'utilizzo di nuove fonti, quali quelle private e notarili, che di ti a poco diverranno lo strumento chiave per la storia sociale ed economica. L'attività di storico è strettamente connessa con quella di politico: nelle opere molmentiane, infatti, si riflettono le idee politico-sociali dell'autore e la storia e concepita come magistra vitae. Inoltre, la spiccata propensione alla raccolta delle memorie storiche sta alla base del suo costante impegno come deputato prima e senatore poi per la tutela delle tradizioni, dell'ambiente urbano, del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico del paese, che lo vede tra i propugnatori di una legislazione nazionale in materia di antichità e belle arti che per la prima volta in Italia introduce un regime di tipo vincolistico. Un ambito operativo questo nel quale si registra il superamento di quel localismo e di quello sbilanciamento a favore dell'esaltazione della storia e delle glorie locali che costituiscono uno dei tratti caratteristici della sua produzione storiografica. This research aims to reconstruct the complex intellectual and politicai profile of Pompeo Gherardo Molmenti (1852-1928), a Venetian exponent of the liberal élite. It begins with the years of bis early education, in particular his time spent in the Law Faculty of Padua University. It was here that he met Luigi Luzzatti, an encounter which proved to be fundamental to bis future. It continues with Molmenti's maturing interest in history which coincided with his launch into the local political arena in the ranks of the Venetian moderate party. Special attention is given to the close ties Molmenti created with that wing of liberalism that had its roots in the values of the «Destra Storica», an élite that was politically conservative but that was upheld by a strong belief in the State and was greatly aware of its responsibility and duty to promote economic and civil progress in society. Molmenti's liberalism was not in contradiction with his Catholicism, though it was based on a secular rather than a theocratic conception of the State. He also strongly believed that religion and morality had a cohesive function in a society that was undergoing rapid transformation. This is the main moving force behind his policy, at times ambiguous and uncertain but, for the most part, oriented towards involving the catholics in the public life of the country in support of liberal institutions, while at the some time upholding the lay nature of the State. His policy aimed to conserve the existing social order but at the same time was based on strong liberal convictions, as also proved by Molmenti's adhesion to Croce's antifascist manifesto. The main body of this work is dedicated to the following aspects: Molmenti's activity in the local administration of Venice, his candidature for deputy and the organisation of consent in his electoral constituency in Brescia, the relationship between deputies and the electorate in the complex game of politicai exchanges between the centre and those on the periphery, the problem of how to define the political parties both on a local and national level, the repeated appeals for the formation of a liberal party, which were inevitably destined to fail because of the élitist and client-based conception of politics which Molmenti practised, in common with other exponents of the liberal ruling class. Together with these themes the research also analyses his numerous historical works and the way in which they were affected by the cultural debates developing at the turn of the century in Italy, France and Germany. There is a clear positivist imprint, with many illuminist influences, at the origin of his accurate documentary research and his understanding of history as a complete history of civilisation, art, customs and institutions, rather than just political history. The originality of this kind of historiography lies in the great attention given to the private and social spheres (even if these are for the most part examined with an air of curiosity) and in the use of new sources such as private and notarial documents, which will become shortly thereafter the key to examining social and economic history. His historical and political activity are closely linked Molmenti's works reflect the political and social ideas of the man himself and his conception of history as magistra vitae. Furthermore, his strong tendency to gather historical testimony lies at the root of his constant dedication, firstly as a deputy and later as a senator, to protect the traditions, the urban environment and the cultural, artistic and rural heritage of the country. He was in fact one of the first activists in favour of national legislation to protect antiquities and the fine arts, which, for the first time in Italy, brought about a regime with restrictive schemes on this matter. In this activity Molmenti overcame his «localism» and his tendency to exalt Venetian history and local splendours, which are the characteristic traits of his historical works.
Un esponente dell'élite liberale: Pompeo Molmenti politico e storico di Venezia / Donaglio, Monica. - (2001 Feb 23).
Un esponente dell'élite liberale: Pompeo Molmenti politico e storico di Venezia
Donaglio, Monica
2001-02-23
Abstract
La ricerca si propone di ricostruire l'articolato profilo intellettuale e politico di un esponente dell'élite liberale, il veneziano Pompeo Gherardo Molmenti (1852-1928). Si apre con gli anni della formazione giovanile, in particolare quella universitaria nella facoltà di giurisprudenza di Padova, dove avviene l'incontro - rivelatosi poi decisivo - con Luigi Lunotti; e prosegue con il maturare in Molmenti dell'interesse per gli studi storici, in concomitanza con il suo approdo alla vita politica locale, nelle file del partito moderato Veneto. Una speciale attenzione è rivolta proprio allo stretto legame instaurato dal personaggio con quel settore del liberalismo che si richiamava ai valori della Destra storica, un'élite politicamente conservatrice, ma sorretta da un forte senso dello Stato e da un'alta coscienza della propria responsabilità e del dovere di promuovere il progresso economico e civile della società. Quello di Molmenti è il liberalismo di un cattolico, basato su una concezione laica e non teocratica dello Stato, ma anche sul convincimento della funzione coesiva svolta dalla religione e dalla morale in una società in rapida trasformazione. È questo il principale motivo ispiratore della sua azione politica, un'azione non priva di ambiguità e incertezze, ma sostanzialmente orientata ad inserire ì cattolici nella vita pubblica del paese a sostegno delle istituzioni liberali, pur mantenendo fermo il carattere laico dello Stato. E che si pone come obiettivo la conservazione dell'ordine sociale esistente, ma nello stesso tempo si basa su un saldo nucleo di convinzioni liberali, comprovato anche dall'adesione di Molmenti al manifesto antifascista di Croce. La parte principale del lavoro è dedicata alla sua attività di amministratore locale a Venezia, alla 'costruzione' della sua candidatura a deputato e all'organizzazione del consenso nel suo collegio elettorale bresciano, al rapporto tra deputato ed elettori nel complesso gioco degli scambi tra centro e periferia, al problema della definizione sul piano sia locale che nazionale degli schieramenti politici, ai ripetuti appelli alla costituzione di un partito dei liberali, inevitabilmente destinati a naufragare per la concezione elitistica e clientelare della politica che accomuna Molmenti e gli altri esponenti della classe dirigente liberale. A questi temi si affianca l'analisi della sua vasta produzione storiografica e degli influssi che su di essa furono esercitati dal dibattito culturale sviluppatosi a cavallo tra i due secoli in area italiana, francese e tedesca. Una chiara impronta positivista, ma anche non poche ascendenze illuministe sono all'origine di un'accurata ricerca documentaria e di una concezione della storia intesa non come storia politica bensì come storia 'totale' della civiltà, dell'arte, dei costumi, delle istituzioni. L'originalità di questo genere storiografico risiede proprio nella precoce attenzione riservata alla sfera del privato e del sociale (anche se essa rimane prevalentemente limitata ad un'ottica di curiosità) e nell'utilizzo di nuove fonti, quali quelle private e notarili, che di ti a poco diverranno lo strumento chiave per la storia sociale ed economica. L'attività di storico è strettamente connessa con quella di politico: nelle opere molmentiane, infatti, si riflettono le idee politico-sociali dell'autore e la storia e concepita come magistra vitae. Inoltre, la spiccata propensione alla raccolta delle memorie storiche sta alla base del suo costante impegno come deputato prima e senatore poi per la tutela delle tradizioni, dell'ambiente urbano, del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico del paese, che lo vede tra i propugnatori di una legislazione nazionale in materia di antichità e belle arti che per la prima volta in Italia introduce un regime di tipo vincolistico. Un ambito operativo questo nel quale si registra il superamento di quel localismo e di quello sbilanciamento a favore dell'esaltazione della storia e delle glorie locali che costituiscono uno dei tratti caratteristici della sua produzione storiografica. This research aims to reconstruct the complex intellectual and politicai profile of Pompeo Gherardo Molmenti (1852-1928), a Venetian exponent of the liberal élite. It begins with the years of bis early education, in particular his time spent in the Law Faculty of Padua University. It was here that he met Luigi Luzzatti, an encounter which proved to be fundamental to bis future. It continues with Molmenti's maturing interest in history which coincided with his launch into the local political arena in the ranks of the Venetian moderate party. Special attention is given to the close ties Molmenti created with that wing of liberalism that had its roots in the values of the «Destra Storica», an élite that was politically conservative but that was upheld by a strong belief in the State and was greatly aware of its responsibility and duty to promote economic and civil progress in society. Molmenti's liberalism was not in contradiction with his Catholicism, though it was based on a secular rather than a theocratic conception of the State. He also strongly believed that religion and morality had a cohesive function in a society that was undergoing rapid transformation. This is the main moving force behind his policy, at times ambiguous and uncertain but, for the most part, oriented towards involving the catholics in the public life of the country in support of liberal institutions, while at the some time upholding the lay nature of the State. His policy aimed to conserve the existing social order but at the same time was based on strong liberal convictions, as also proved by Molmenti's adhesion to Croce's antifascist manifesto. The main body of this work is dedicated to the following aspects: Molmenti's activity in the local administration of Venice, his candidature for deputy and the organisation of consent in his electoral constituency in Brescia, the relationship between deputies and the electorate in the complex game of politicai exchanges between the centre and those on the periphery, the problem of how to define the political parties both on a local and national level, the repeated appeals for the formation of a liberal party, which were inevitably destined to fail because of the élitist and client-based conception of politics which Molmenti practised, in common with other exponents of the liberal ruling class. Together with these themes the research also analyses his numerous historical works and the way in which they were affected by the cultural debates developing at the turn of the century in Italy, France and Germany. There is a clear positivist imprint, with many illuminist influences, at the origin of his accurate documentary research and his understanding of history as a complete history of civilisation, art, customs and institutions, rather than just political history. The originality of this kind of historiography lies in the great attention given to the private and social spheres (even if these are for the most part examined with an air of curiosity) and in the use of new sources such as private and notarial documents, which will become shortly thereafter the key to examining social and economic history. His historical and political activity are closely linked Molmenti's works reflect the political and social ideas of the man himself and his conception of history as magistra vitae. Furthermore, his strong tendency to gather historical testimony lies at the root of his constant dedication, firstly as a deputy and later as a senator, to protect the traditions, the urban environment and the cultural, artistic and rural heritage of the country. He was in fact one of the first activists in favour of national legislation to protect antiquities and the fine arts, which, for the first time in Italy, brought about a regime with restrictive schemes on this matter. In this activity Molmenti overcame his «localism» and his tendency to exalt Venetian history and local splendours, which are the characteristic traits of his historical works.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.