La tesi “Crossroad: Elena Poniatowska y el Nuevo Periodismo” analizza il genere letterario coltivato in Messico da Elena Poniatowska, in cui avviene un interessante incontro tra letteratura e giornalismo. Per raggiungere tale proposito, si ricorre a un doppio approccio scientifico: da un lato legato alla discussione relativa ai generi letterari (Georg Lukacs, Robert Scholes, David Lodge, John Hellmann e Robert Kellogg), dall'altro, al giornalismo (Tom Wolfe, Norman Mailer e Truman Capote), arricchito dalla saggistica relativa al New Journalism riguardante, in particolare, la figura di Elena Poniatowska (Michael Schuessler, Carlos Monsiváis, Elena Urrutia, Claudia Parodi). Attraverso una riflessione sul concetto lukacsiano della "forma", il lavoro mette in luce la falsità dei generi artistici "prestabiliti" e "definiti", arrivando alla consapevolezza dell'impossibilità di qualunque definizione fissa e permanente nell'epoca contemporanea. Il suo frutto è il New Journalism e la sua corrispettiva versione ispanica, il Nuevo Periodismo, caratterizzato dall'onnipresente ibridismo tra vari campi artistici. Lo studio si focalizza sull'opera della scrittrice messicana Elena Poniatowska in cui il documento storico e la finzione si mescolano, creando la letteratura di carattere storico-testimoniale che include anche elementi di tipo fittizio. L’unione di questi componenti è studiata attraverso la novela-testimonio Hasta no verte, Jesús mío (1969), la produzione cronistica -Todo empezó el domingo (1963), El último guajolote (1982), La noche de Tlatelolco (1971), Fuerte es el silencio (1986), No den las gracias (1980), Gaby (1979)-, i romanzi Tinísima (1992) e Leonora (2011), ed il racconto breve Querido Diego, te abraza Quiela (1978); riguardanti personaggi storici ed avvenimenti realmente accaduti, segnati dalla fantasia dell'artista, più interessata al volore estetico che alla verità della storia. La novità della produzione di Elena Poniatowska suscita forti dibattiti intorno al valore estetico e veritiero della sua scrittura e costituisce il nucleo del presente studio. Ripensando alle teorie di Robert Scholes e John Hellmann che vedono l’opera dello scrittore contemporaneo at the crossroad -tra la libertà della fantasia ed il realismo documentale-, la produzione di Elena Poniatowska viene percepita non come il punto di partenza della divisione tra la letteratura ed il giornalismo, ma la meta a cui giungono queste due modalità di scrittura. La tesi conferma così l'assenza di sicurezze complete e di valori assoluti ed equipara il valore degli opposti, inserendo la scrittrice messicana nel contesto postmoderno, in cui “hay tanta verdad en la literatura fantástica como en la literatura realista” (Schuessler, 2009, p. 145).
Crossroad: Elena Poniatowska y el nuevo periodismo(2014 Feb 21).
Crossroad: Elena Poniatowska y el nuevo periodismo
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2014-02-21
Abstract
La tesi “Crossroad: Elena Poniatowska y el Nuevo Periodismo” analizza il genere letterario coltivato in Messico da Elena Poniatowska, in cui avviene un interessante incontro tra letteratura e giornalismo. Per raggiungere tale proposito, si ricorre a un doppio approccio scientifico: da un lato legato alla discussione relativa ai generi letterari (Georg Lukacs, Robert Scholes, David Lodge, John Hellmann e Robert Kellogg), dall'altro, al giornalismo (Tom Wolfe, Norman Mailer e Truman Capote), arricchito dalla saggistica relativa al New Journalism riguardante, in particolare, la figura di Elena Poniatowska (Michael Schuessler, Carlos Monsiváis, Elena Urrutia, Claudia Parodi). Attraverso una riflessione sul concetto lukacsiano della "forma", il lavoro mette in luce la falsità dei generi artistici "prestabiliti" e "definiti", arrivando alla consapevolezza dell'impossibilità di qualunque definizione fissa e permanente nell'epoca contemporanea. Il suo frutto è il New Journalism e la sua corrispettiva versione ispanica, il Nuevo Periodismo, caratterizzato dall'onnipresente ibridismo tra vari campi artistici. Lo studio si focalizza sull'opera della scrittrice messicana Elena Poniatowska in cui il documento storico e la finzione si mescolano, creando la letteratura di carattere storico-testimoniale che include anche elementi di tipo fittizio. L’unione di questi componenti è studiata attraverso la novela-testimonio Hasta no verte, Jesús mío (1969), la produzione cronistica -Todo empezó el domingo (1963), El último guajolote (1982), La noche de Tlatelolco (1971), Fuerte es el silencio (1986), No den las gracias (1980), Gaby (1979)-, i romanzi Tinísima (1992) e Leonora (2011), ed il racconto breve Querido Diego, te abraza Quiela (1978); riguardanti personaggi storici ed avvenimenti realmente accaduti, segnati dalla fantasia dell'artista, più interessata al volore estetico che alla verità della storia. La novità della produzione di Elena Poniatowska suscita forti dibattiti intorno al valore estetico e veritiero della sua scrittura e costituisce il nucleo del presente studio. Ripensando alle teorie di Robert Scholes e John Hellmann che vedono l’opera dello scrittore contemporaneo at the crossroad -tra la libertà della fantasia ed il realismo documentale-, la produzione di Elena Poniatowska viene percepita non come il punto di partenza della divisione tra la letteratura ed il giornalismo, ma la meta a cui giungono queste due modalità di scrittura. La tesi conferma così l'assenza di sicurezze complete e di valori assoluti ed equipara il valore degli opposti, inserendo la scrittrice messicana nel contesto postmoderno, in cui “hay tanta verdad en la literatura fantástica como en la literatura realista” (Schuessler, 2009, p. 145).File | Dimensione | Formato | |
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