La tesi prende in esame la vita di Giuseppe Gaddi (Trieste 1909 - Vienna 1982). Il percorso politico di Gaddi è simile a quello di altri militanti della sua generazione: si iscrisse giovanissimo al Partito Comunista d'Italia, fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale; quando uscì dal carcere espatriò in Unione sovietica e frequentò la Scuola leninista. Trascorse la seconda metà degli anni Trenta in Francia, lavorando come giornalista, propagandista e organizzatore di partito. Dopo l'8 settembre 1943 fu mandato ad organizzare la lotta partigiana nelle montagne bellunesi e, dopo la Liberazione, a costruire il Partito comunista in Veneto. Negli anni Sessanta diresse l'Associazione Italia-Urss e poi, fino alla morte, la Federazione internazionale della Resistenza. La biografia di Gaddi si intreccia con la riflessione sulle parole e sugli schemi narrativi con cui raccontarla, e con cui Gaddi stesso lo fece nel corso della sua vita (lo fece in più occasioni, ogni volta rielaborando in modo diverso il racconto autobiografico). Uno dei temi principali che percorrono la tesi è infatti l'insieme di pratiche, riti e modelli discorsivi che si sono costruiti attorno al racconto della militanza comunista di quella generazione. Fin dal suo precoce ingresso nel Partito comunista, Gaddi è inserito in una rete di relazioni che fa di lui un punto di vista significativo su quella generazione di militanti comunisti. L'epistolario e i suoi molti altri scritti restituiscono una trama di rapporti che comincia a tessersi a metà degli anni Venti, all'interno della Federazione giovanile comunista, e permarrà fino agli Ottanta, vigilia dello scioglimento del partito comunista italiano. Oltre a questo, la ricerca vuole ricostruire la mentalità, la personalità e le caratteristiche "antropologiche" di questi militanti politici che furono definiti rivoluzionari professionali. Per loro il comunismo fu una sorta di "religione politica", cioè un sistema di credenze, di miti, di riti, di simboli capaci non solo di spiegare il mondo, ma anche di definire il significato e il fine ultimo dell'esistenza individuale. Uno spazio significativo della tesi è dedicato alla concezione della morte nella tradizione comunista, ai riti e alle parole ad essa connessi, e in particolare ai funerali di partito come "riti di istituzione". The dissertation deals with Giuseppe Gaddi's life (Trieste 1909 - Wien 1982). His politicai course is similar to the one of other militants of his generation. He very early joined thè Communist Party of Italy, was arrested and condemned by the Special Court. When he was released from prison, he went abroad in Soviet Union and attended Leninist School. He spent the second half of Thirties in France, working as a party organizer, propagandist and journalist. After the 8th of September 1943 he was sent to organize resistence war in the mountains near Belluno and, after Liberation, to build the Italian communist Party in Veneto. In the Sixties he directed Italia-Urss Association and then Resistance International Federation. Gaddi biography is here twined with reflections upon thè words and narrative patterns that we could use to teli it, and that Gaddi himself used during his life (he did often, every time making a different autobiographical tale). One of the most important dissertation issues is thè whole of practises, rithes and narratives grown around the communist militants of that generation. Since his early entry in the Communist Party, Gaddi is linked to a network that makes him a relevant point of view on that generation. His letters and many other writings show the relations that began to be weft at the half of Twenties - inside the Italian Communist Youth Federation - and that lasted to the dissolution of Pci. The researh would look into mentality, personality ad antropological characteristics of this kind of politicai militants called "professional revolutionaries". For them, communisme was a "politicai religion", that is a System of thoughts, mythes, rites, symbols able to explain the world and to give meaning to individuai existance. A quite large part of the dissertation is given up to the conception of death in communist tradition, to connected rites and words and, particultarly, to party funerals as "istitution rites".

Vita di Giuseppe Gaddi, comunista: una biografia, una generazione, una religione politica / Casellato, Alessandro. - (2004 Mar 19).

Vita di Giuseppe Gaddi, comunista: una biografia, una generazione, una religione politica

Casellato, Alessandro
2004-03-19

Abstract

La tesi prende in esame la vita di Giuseppe Gaddi (Trieste 1909 - Vienna 1982). Il percorso politico di Gaddi è simile a quello di altri militanti della sua generazione: si iscrisse giovanissimo al Partito Comunista d'Italia, fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale; quando uscì dal carcere espatriò in Unione sovietica e frequentò la Scuola leninista. Trascorse la seconda metà degli anni Trenta in Francia, lavorando come giornalista, propagandista e organizzatore di partito. Dopo l'8 settembre 1943 fu mandato ad organizzare la lotta partigiana nelle montagne bellunesi e, dopo la Liberazione, a costruire il Partito comunista in Veneto. Negli anni Sessanta diresse l'Associazione Italia-Urss e poi, fino alla morte, la Federazione internazionale della Resistenza. La biografia di Gaddi si intreccia con la riflessione sulle parole e sugli schemi narrativi con cui raccontarla, e con cui Gaddi stesso lo fece nel corso della sua vita (lo fece in più occasioni, ogni volta rielaborando in modo diverso il racconto autobiografico). Uno dei temi principali che percorrono la tesi è infatti l'insieme di pratiche, riti e modelli discorsivi che si sono costruiti attorno al racconto della militanza comunista di quella generazione. Fin dal suo precoce ingresso nel Partito comunista, Gaddi è inserito in una rete di relazioni che fa di lui un punto di vista significativo su quella generazione di militanti comunisti. L'epistolario e i suoi molti altri scritti restituiscono una trama di rapporti che comincia a tessersi a metà degli anni Venti, all'interno della Federazione giovanile comunista, e permarrà fino agli Ottanta, vigilia dello scioglimento del partito comunista italiano. Oltre a questo, la ricerca vuole ricostruire la mentalità, la personalità e le caratteristiche "antropologiche" di questi militanti politici che furono definiti rivoluzionari professionali. Per loro il comunismo fu una sorta di "religione politica", cioè un sistema di credenze, di miti, di riti, di simboli capaci non solo di spiegare il mondo, ma anche di definire il significato e il fine ultimo dell'esistenza individuale. Uno spazio significativo della tesi è dedicato alla concezione della morte nella tradizione comunista, ai riti e alle parole ad essa connessi, e in particolare ai funerali di partito come "riti di istituzione". The dissertation deals with Giuseppe Gaddi's life (Trieste 1909 - Wien 1982). His politicai course is similar to the one of other militants of his generation. He very early joined thè Communist Party of Italy, was arrested and condemned by the Special Court. When he was released from prison, he went abroad in Soviet Union and attended Leninist School. He spent the second half of Thirties in France, working as a party organizer, propagandist and journalist. After the 8th of September 1943 he was sent to organize resistence war in the mountains near Belluno and, after Liberation, to build the Italian communist Party in Veneto. In the Sixties he directed Italia-Urss Association and then Resistance International Federation. Gaddi biography is here twined with reflections upon thè words and narrative patterns that we could use to teli it, and that Gaddi himself used during his life (he did often, every time making a different autobiographical tale). One of the most important dissertation issues is thè whole of practises, rithes and narratives grown around the communist militants of that generation. Since his early entry in the Communist Party, Gaddi is linked to a network that makes him a relevant point of view on that generation. His letters and many other writings show the relations that began to be weft at the half of Twenties - inside the Italian Communist Youth Federation - and that lasted to the dissolution of Pci. The researh would look into mentality, personality ad antropological characteristics of this kind of politicai militants called "professional revolutionaries". For them, communisme was a "politicai religion", that is a System of thoughts, mythes, rites, symbols able to explain the world and to give meaning to individuai existance. A quite large part of the dissertation is given up to the conception of death in communist tradition, to connected rites and words and, particultarly, to party funerals as "istitution rites".
19-mar-2004
14
Storia (Storia sociale europea)
Brunello, Piero
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