Il presente elaborato si propone di indagare le strategie e le dinamiche che, durante l’epoca premoderna, hanno condotto la scuola Sōtō Zen ad affermare l’esclusività della pratica delle cinque posizioni (goi 五位) e di conseguenza ad adattare questo insegnamento alle contingenze storico e sociali dell’epoca, rendendolo una chiave di lettura imprescindibile per comprendere l’intricato sviluppo della scuola sino alle riforme avvenute durante il periodo Edo. Gli anni che seguirono la scomparsa del fondatore Dōgen furono caratterizzati da alcuni tratti distintivi che si discostano notevolmente dalle sue iniziali intenzioni: il dominio della trasmissione segreta nella forma di documenti di trasmissione (sōden shiryō 相伝資料), quali i manuali kōan (monsan 門参) e i documenti di iniziazione (kirigami 切紙); l’assimilazione del sapere neoconfuciano, che poco si confaceva alla visione del mondo Zen; l’accettazione di pratiche popolari provenienti dalle aree rurali con l’intento di favorire la diffusione capillare della scuola. La creazione di questo reame simbolico e delle sue pratiche discorsive, porta a chiedersi come e con quali strategie, saperi così eterogenei e distanti siano stati introdotti e comunemente accettati nella visione ontologica e dottrinale delle tante fazioni locali facenti parte della realtà Sōtō. La mia tesi parte dall’assunto che ciò che ha permesso tale assimilazione sia la decontestualizzazione e ricontestualizzazione di una dottrina condivisa ma eteromorfa, le cinque posizioni, le cui tracce si sono propagate e insinuate in ogni aspetto della vita della scuola. Infatti, un’analisi quantitativa e qualitativa dei documenti di trasmissione arrivati fino ad oggi conferma l’estesa diffusione delle cinque posizioni all’interno dei gruppi locali della scuola, nonché il comune interesse verso questo insegnamento assurto al ruolo di matrice epistemica in grado di veicolare l’appropriazione della conoscenza dominante dell’epoca. Medianti quali strategie discorsive, dunque, le cinque posizioni sono divenute lo specchio identitario di ogni singola fazione? In quali termini questo insegnamento è stato modellato per adattarsi a differenti contesti sociali? Qual è il ruolo delle cinque posizioni nella presa di potere della scuola attraverso i secoli? La mia ricerca mira ad indagare le dinamiche soggiacenti l’evoluzione delle cinque posizioni mediante un’analisi comparativa di differenti fonti storiche, con particolare attenzione ai documenti di trasmissione, nell’intento di offrire un nuovo punto di vista sullo sviluppo della scuola Sōtō e della sua interazione con le istanze religiose durante l’epoca premoderna, cercando di superare l’identificazione dominante tra la scuola, il suo fondatore e i principali esponenti. Nonostante la diffusa tendenza ad una visione monolitica dell’universo dottrinale quale realtà immutata e immutabile, la presente indagine mira a rileggere tale universo alla luce dei suoi numerosi piani e della sua natura caleidoscopica eludendo la rigidità tassonomica congenita in cui è di frequente confinato.
Universi della mente, geografie del corpo, logiche del mondo : l'epistemologia delle Cinque Posizioni (goi 五位) nella Scuola Sōtō Zen di epoca premoderna / Sanvido, Marta. - (2019 Jul 08).
Universi della mente, geografie del corpo, logiche del mondo : l'epistemologia delle Cinque Posizioni (goi 五位) nella Scuola Sōtō Zen di epoca premoderna
Sanvido, Marta
2019-07-08
Abstract
Il presente elaborato si propone di indagare le strategie e le dinamiche che, durante l’epoca premoderna, hanno condotto la scuola Sōtō Zen ad affermare l’esclusività della pratica delle cinque posizioni (goi 五位) e di conseguenza ad adattare questo insegnamento alle contingenze storico e sociali dell’epoca, rendendolo una chiave di lettura imprescindibile per comprendere l’intricato sviluppo della scuola sino alle riforme avvenute durante il periodo Edo. Gli anni che seguirono la scomparsa del fondatore Dōgen furono caratterizzati da alcuni tratti distintivi che si discostano notevolmente dalle sue iniziali intenzioni: il dominio della trasmissione segreta nella forma di documenti di trasmissione (sōden shiryō 相伝資料), quali i manuali kōan (monsan 門参) e i documenti di iniziazione (kirigami 切紙); l’assimilazione del sapere neoconfuciano, che poco si confaceva alla visione del mondo Zen; l’accettazione di pratiche popolari provenienti dalle aree rurali con l’intento di favorire la diffusione capillare della scuola. La creazione di questo reame simbolico e delle sue pratiche discorsive, porta a chiedersi come e con quali strategie, saperi così eterogenei e distanti siano stati introdotti e comunemente accettati nella visione ontologica e dottrinale delle tante fazioni locali facenti parte della realtà Sōtō. La mia tesi parte dall’assunto che ciò che ha permesso tale assimilazione sia la decontestualizzazione e ricontestualizzazione di una dottrina condivisa ma eteromorfa, le cinque posizioni, le cui tracce si sono propagate e insinuate in ogni aspetto della vita della scuola. Infatti, un’analisi quantitativa e qualitativa dei documenti di trasmissione arrivati fino ad oggi conferma l’estesa diffusione delle cinque posizioni all’interno dei gruppi locali della scuola, nonché il comune interesse verso questo insegnamento assurto al ruolo di matrice epistemica in grado di veicolare l’appropriazione della conoscenza dominante dell’epoca. Medianti quali strategie discorsive, dunque, le cinque posizioni sono divenute lo specchio identitario di ogni singola fazione? In quali termini questo insegnamento è stato modellato per adattarsi a differenti contesti sociali? Qual è il ruolo delle cinque posizioni nella presa di potere della scuola attraverso i secoli? La mia ricerca mira ad indagare le dinamiche soggiacenti l’evoluzione delle cinque posizioni mediante un’analisi comparativa di differenti fonti storiche, con particolare attenzione ai documenti di trasmissione, nell’intento di offrire un nuovo punto di vista sullo sviluppo della scuola Sōtō e della sua interazione con le istanze religiose durante l’epoca premoderna, cercando di superare l’identificazione dominante tra la scuola, il suo fondatore e i principali esponenti. Nonostante la diffusa tendenza ad una visione monolitica dell’universo dottrinale quale realtà immutata e immutabile, la presente indagine mira a rileggere tale universo alla luce dei suoi numerosi piani e della sua natura caleidoscopica eludendo la rigidità tassonomica congenita in cui è di frequente confinato.File | Dimensione | Formato | |
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