Nel mondo antico i confini avevano il ruolo di includere ed escludere individui, gruppi e popoli all'interno o all'esterno di spazi determinati, favorendo la creazione della loro identità culturale. La pratica del tracciare il confine sacro di una città era estremamente importante non solo per la fondazione fisica del centro urbano, ma anche per la formazione dello spirito identitario del popolo che vi abitava. In questa tesi si analizza il mito della fondazione di Roma da parte di Romolo e la sua evoluzione durante i secoli. Lo scopo è provare a comprendere come il suo atto di tracciare il pomerium - il confine sacro cittadino - e di difenderlo dall’angheria del fratello Remo sia stato intenzionalmente modificato nel corso della storia romana. Il cambiamento più significativo della leggenda è attribuibile ad autori di età augustea. Fu in questo periodo che il personaggio di Romolo subì una sorta di sublimazione: tra la fine della Repubblica e la presa di potere da parte di Ottaviano, egli mutò da tiranno privo di compassione capace di uccidere il proprio fratello, a salvatore e protettore dei Romani. Remo diventò invece l’hostis che volontariamente aveva scavalcato le mura cittadine, minacciando l’integrità sacra del pomerium e autoescludendosi dalla comunità romana. Attraverso l’uso di questa figura narrativa Augusto emerse come il nuovo fondatore di Roma, un nuovo Romolo, il solo capace di tenere i Romani uniti all’indomani delle guerre civili. Così, grazie a una modificazione intenzionale della memoria collettiva riguardante la fondazione di Roma, fu creato un modo per superare la crisi identitaria romana.

Romolo, Augusto e il 'pomerium': la costruzione storica di un mito e di un'identità / Castiello, Antonietta. - (2019 Mar 25).

Romolo, Augusto e il 'pomerium': la costruzione storica di un mito e di un'identità

Castiello, Antonietta
2019-03-25

Abstract

Nel mondo antico i confini avevano il ruolo di includere ed escludere individui, gruppi e popoli all'interno o all'esterno di spazi determinati, favorendo la creazione della loro identità culturale. La pratica del tracciare il confine sacro di una città era estremamente importante non solo per la fondazione fisica del centro urbano, ma anche per la formazione dello spirito identitario del popolo che vi abitava. In questa tesi si analizza il mito della fondazione di Roma da parte di Romolo e la sua evoluzione durante i secoli. Lo scopo è provare a comprendere come il suo atto di tracciare il pomerium - il confine sacro cittadino - e di difenderlo dall’angheria del fratello Remo sia stato intenzionalmente modificato nel corso della storia romana. Il cambiamento più significativo della leggenda è attribuibile ad autori di età augustea. Fu in questo periodo che il personaggio di Romolo subì una sorta di sublimazione: tra la fine della Repubblica e la presa di potere da parte di Ottaviano, egli mutò da tiranno privo di compassione capace di uccidere il proprio fratello, a salvatore e protettore dei Romani. Remo diventò invece l’hostis che volontariamente aveva scavalcato le mura cittadine, minacciando l’integrità sacra del pomerium e autoescludendosi dalla comunità romana. Attraverso l’uso di questa figura narrativa Augusto emerse come il nuovo fondatore di Roma, un nuovo Romolo, il solo capace di tenere i Romani uniti all’indomani delle guerre civili. Così, grazie a una modificazione intenzionale della memoria collettiva riguardante la fondazione di Roma, fu creato un modo per superare la crisi identitaria romana.
25-mar-2019
31
Scienze dell'antichita'
Sommer, Michael
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Tipologia: Tesi di dottorato
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