In questo lavoro è stata studiata la composizione chimica di otoliti di Dicentrarchus labrax di allevamento al fine di verificare il possibile impiego degli otoliti come traccianti ambientali. Gli esemplari sono stati campionati da due allevamenti siciliani con caratteristiche diverse: l’allevamento “Ittica di Trappeto” situato nel Golfo di Castellammare (costa Nord) e l’allevamento “Sicilttica” di Licata (costa sud). Il primo è un tipo di allevamento off-shore in cui le gabbie sono poste lontano dalla costa e soggette ad un elevato idrodinamismo. Al contrario, il secondo impianto è di tipo in-shore in cui le gabbie si trovano all’interno dell’area portuale in cui il ricambio di acqua è sicuramente molto più limitato. In particolare, tramite ICP-AES (Inductively Coupled plasma Atomic Emission Spettrometry) sono state determinate le concentrazioni dei seguenti elementi: Sr, Fe, Mg, Ba, Cd, Mn e Zn; e tramite ICP-MS (Inductively Coupled plasma Mass Spectrometry) il gruppo dei Lantanidi (La,Ce, Pr, Nd, Sm, Eu, Gd, Tb, Gy, Ho, Er, Tm, Yb, Lu). Inoltre sono stati analizzati campioni d’acqua e di mangime prelevati nei due allevamenti. I risultati mostrano che le concentrazioni di Sr all’interno degli otoliti non differiscono significativamente nelle spigole dei due allevamenti distribuendosi in un simile intervallo. Fe, Mg, Mn e Cd mostrano invece concentrazioni maggiori a Licata mentre lo Zn è l’unico elemento che registra valori superiori negli otoliti dell’allevamento di Trappeto. L’analisi chimica dei mangimi mostra una maggiore concentrazione di Fe, Mg, Mn e Zn nei campioni di Licata. Le acque di Trappeto risultano arricchite soprattutto in Fe e Zn rispetto a quelle di Licata. Dai risultati ottenuti si può ipotizzare che il fenomeno di uptake degli elementi Fe, Mg, Mn e Cd all’interno degli otoliti sia influenzato sia alla elevata concentrazione degli stessi nell’acqua di mare o nei mangimi utilizzati e da possibili variazioni tipo endogeno dovuta all’eccessivo tasso metabolico nei pesci allevati. Tutti gli elementi studiati, tranne lo Sr sembrerebbero quindi essere influenzati dai parametri chimico-fisici che regolano le masse d’acqua all’interno dell’allevamento. Diversamente, la distribuzione di Sr all’interno dell’otolite, è probabilmente principalmente controllata dalla preferenziale incorporazione nei siti del Ca e quindi alla struttura dell’aragonite. L’ elevata concentrazione di Zn, all’interno degli otoliti di Trappeto può essere spiegata con sorgenti antropiche provenienti dagli insediamenti industriali (distilleria) che insistono nel Golfo di Castellammare e che scaricano i propri reflui a mare. Lo studio delle distribuzione dei lantanidi ha evidenziato che gli otoliti di Trappeto mostrano un “seawater-like pattern” suggerendo il possibile utilizzo dell’otolite come proxy per lo studio della chimica dei lantanidi in acqua di mare, inoltre le anomalie di Ce hanno dato indicazioni sulle condizioni ossigenazione dei due allevamenti. Lo studio della chimica dell’otolite ha consentito di distinguere gli esemplari provenienti dai due allevamenti (Licata e Trappeto) suggerendo che la distribuzione degli elementi in tracce nei carbonati biogenici, possa costituire un valido tracciante ambientale. Tale studio si inserisce all’interno di una più ampia tematica di ricerca sullo studio degli otoliti considerati importanti indicatori della “life history” di specie ittiche. Riteniamo comunque importante effettuare ulteriori approfondimenti mirati a verificare la possibile relazione tra le variabili dell’acqua (salinità, temperatura e chimismo dell’ambiente), la composizione mangimistica e la composizione chimica dell’otolite anche al fine di poter utilizzare gli stessi otoliti come discriminante per il monitoraggio delle condizioni ambientali d’allevamento.

Contributo allo studio del chimismo degli otoliti di Dicentrarchus labrax di allevamento : l’otolite come possibile tracciante ambientale / Traina, Anna. - (2011 Apr 19).

Contributo allo studio del chimismo degli otoliti di Dicentrarchus labrax di allevamento : l’otolite come possibile tracciante ambientale

Traina, Anna
2011-04-19

Abstract

In questo lavoro è stata studiata la composizione chimica di otoliti di Dicentrarchus labrax di allevamento al fine di verificare il possibile impiego degli otoliti come traccianti ambientali. Gli esemplari sono stati campionati da due allevamenti siciliani con caratteristiche diverse: l’allevamento “Ittica di Trappeto” situato nel Golfo di Castellammare (costa Nord) e l’allevamento “Sicilttica” di Licata (costa sud). Il primo è un tipo di allevamento off-shore in cui le gabbie sono poste lontano dalla costa e soggette ad un elevato idrodinamismo. Al contrario, il secondo impianto è di tipo in-shore in cui le gabbie si trovano all’interno dell’area portuale in cui il ricambio di acqua è sicuramente molto più limitato. In particolare, tramite ICP-AES (Inductively Coupled plasma Atomic Emission Spettrometry) sono state determinate le concentrazioni dei seguenti elementi: Sr, Fe, Mg, Ba, Cd, Mn e Zn; e tramite ICP-MS (Inductively Coupled plasma Mass Spectrometry) il gruppo dei Lantanidi (La,Ce, Pr, Nd, Sm, Eu, Gd, Tb, Gy, Ho, Er, Tm, Yb, Lu). Inoltre sono stati analizzati campioni d’acqua e di mangime prelevati nei due allevamenti. I risultati mostrano che le concentrazioni di Sr all’interno degli otoliti non differiscono significativamente nelle spigole dei due allevamenti distribuendosi in un simile intervallo. Fe, Mg, Mn e Cd mostrano invece concentrazioni maggiori a Licata mentre lo Zn è l’unico elemento che registra valori superiori negli otoliti dell’allevamento di Trappeto. L’analisi chimica dei mangimi mostra una maggiore concentrazione di Fe, Mg, Mn e Zn nei campioni di Licata. Le acque di Trappeto risultano arricchite soprattutto in Fe e Zn rispetto a quelle di Licata. Dai risultati ottenuti si può ipotizzare che il fenomeno di uptake degli elementi Fe, Mg, Mn e Cd all’interno degli otoliti sia influenzato sia alla elevata concentrazione degli stessi nell’acqua di mare o nei mangimi utilizzati e da possibili variazioni tipo endogeno dovuta all’eccessivo tasso metabolico nei pesci allevati. Tutti gli elementi studiati, tranne lo Sr sembrerebbero quindi essere influenzati dai parametri chimico-fisici che regolano le masse d’acqua all’interno dell’allevamento. Diversamente, la distribuzione di Sr all’interno dell’otolite, è probabilmente principalmente controllata dalla preferenziale incorporazione nei siti del Ca e quindi alla struttura dell’aragonite. L’ elevata concentrazione di Zn, all’interno degli otoliti di Trappeto può essere spiegata con sorgenti antropiche provenienti dagli insediamenti industriali (distilleria) che insistono nel Golfo di Castellammare e che scaricano i propri reflui a mare. Lo studio delle distribuzione dei lantanidi ha evidenziato che gli otoliti di Trappeto mostrano un “seawater-like pattern” suggerendo il possibile utilizzo dell’otolite come proxy per lo studio della chimica dei lantanidi in acqua di mare, inoltre le anomalie di Ce hanno dato indicazioni sulle condizioni ossigenazione dei due allevamenti. Lo studio della chimica dell’otolite ha consentito di distinguere gli esemplari provenienti dai due allevamenti (Licata e Trappeto) suggerendo che la distribuzione degli elementi in tracce nei carbonati biogenici, possa costituire un valido tracciante ambientale. Tale studio si inserisce all’interno di una più ampia tematica di ricerca sullo studio degli otoliti considerati importanti indicatori della “life history” di specie ittiche. Riteniamo comunque importante effettuare ulteriori approfondimenti mirati a verificare la possibile relazione tra le variabili dell’acqua (salinità, temperatura e chimismo dell’ambiente), la composizione mangimistica e la composizione chimica dell’otolite anche al fine di poter utilizzare gli stessi otoliti come discriminante per il monitoraggio delle condizioni ambientali d’allevamento.
19-apr-2011
23
Scienze ambientali
Cuttitta, Angela
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