Gli anni sessanta e settanta vedono l'affermarsi in Giappone di un'arte intermediale di cui Terayama Shūji può essere considerato l'epitome. Sebbene di recente si sia iniziato ad analizzare il cinema del periodo in quest'ottica, risulta ancora scarsamente esplorato lo stretto rapporto sviluppatosi tra cinema New Wave e teatro angura. Il movimento studentesco contro l'Anpo e la crescita di Shinjuku come epicentro culturale, entrambi esaminati in quanto “spazi performativi”, hanno contribuito in maniera decisiva alla formazione del clima intermediale che si esplicita nella contingenza tra creazione, fruizione e realtà esterna tipica dei film del periodo. In questo lavoro sono state delineate le caratteristiche principali e le figure più importanti della New Wave e dell'angura collocandole all'interno del contesto politico (i movimenti studenteschi) e culturale (Shinjuku bunka) coevo, per poi individuare le connessioni temporali, spaziali, tematiche ed estetiche esistenti tra i due media, mettendo alla prova i risultati trovati nell'analisi del lungometraggio di Terayama Sho o suteyo machi e deyō. A partire dalla poliedrica carriera artistica di Terayama ci si è concentrati sulla sua opera teatrale e cinematografica per cercare di individuare il “sistema intermediale” che si sviluppa dal ricorso a teorie, tematiche e simbologie ricorrenti. Queste travalicano infatti i confini del singolo medium per andare a formare un linguaggio autonomo e autosufficiente che può rappresentare una nuova chiave di lettura al cinema del periodo, esplicitandone le dinamiche intermediali in atto. Un esempio del funzionamento di questo sistema è rappresentato dal rapporto tra i suoi film e lo spettatore. Partendo dalle teorie sul teatro di Terayama inerenti l'“incontro” con il pubblico, si è analizzata l'applicazione delle stesse al suo cinema, dove è riuscito, in un processo che è stato suddiviso in tre fasi, a rimodellare la concezione dello schermo e dello spazio di fruizione per arrivare a una originale forma di “cinema partecipato”.
Nessuno schermo per lo spettatore : intermedialità tra cinema e teatro degli anni sessanta e settanta nell'esempio di Terayama Shūji / De Angelis, Eugenio. - (2017 Feb 16).
Nessuno schermo per lo spettatore : intermedialità tra cinema e teatro degli anni sessanta e settanta nell'esempio di Terayama Shūji
De Angelis, Eugenio
2017-02-16
Abstract
Gli anni sessanta e settanta vedono l'affermarsi in Giappone di un'arte intermediale di cui Terayama Shūji può essere considerato l'epitome. Sebbene di recente si sia iniziato ad analizzare il cinema del periodo in quest'ottica, risulta ancora scarsamente esplorato lo stretto rapporto sviluppatosi tra cinema New Wave e teatro angura. Il movimento studentesco contro l'Anpo e la crescita di Shinjuku come epicentro culturale, entrambi esaminati in quanto “spazi performativi”, hanno contribuito in maniera decisiva alla formazione del clima intermediale che si esplicita nella contingenza tra creazione, fruizione e realtà esterna tipica dei film del periodo. In questo lavoro sono state delineate le caratteristiche principali e le figure più importanti della New Wave e dell'angura collocandole all'interno del contesto politico (i movimenti studenteschi) e culturale (Shinjuku bunka) coevo, per poi individuare le connessioni temporali, spaziali, tematiche ed estetiche esistenti tra i due media, mettendo alla prova i risultati trovati nell'analisi del lungometraggio di Terayama Sho o suteyo machi e deyō. A partire dalla poliedrica carriera artistica di Terayama ci si è concentrati sulla sua opera teatrale e cinematografica per cercare di individuare il “sistema intermediale” che si sviluppa dal ricorso a teorie, tematiche e simbologie ricorrenti. Queste travalicano infatti i confini del singolo medium per andare a formare un linguaggio autonomo e autosufficiente che può rappresentare una nuova chiave di lettura al cinema del periodo, esplicitandone le dinamiche intermediali in atto. Un esempio del funzionamento di questo sistema è rappresentato dal rapporto tra i suoi film e lo spettatore. Partendo dalle teorie sul teatro di Terayama inerenti l'“incontro” con il pubblico, si è analizzata l'applicazione delle stesse al suo cinema, dove è riuscito, in un processo che è stato suddiviso in tre fasi, a rimodellare la concezione dello schermo e dello spazio di fruizione per arrivare a una originale forma di “cinema partecipato”.File | Dimensione | Formato | |
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