L’oggetto della nostra indagine è la comunicazione e la mediazione interlinguistica ed interculturale tra parlanti di diverse lingue. Nello specifico, ci siamo domandati come agissero i mediatori per facilitare la comunicazione e se il modello di comunicazione interculturale della scuola veneziana (Balboni, Caon, 2015) potesse apportare un significativo contributo nella formazione dei mediatori in quanto, dallo studio della letteratura esistente, è emerso che un’analisi qualitativa concernente le abilità comunicativo-relazionali nella loro formazione non è stata ancora sistematizzata. All’interno del nostro lavoro, abbiamo realizzato uno studio qualitativo sulla figura del mediatore interlinguistico ed interculturale in Italia. In particolare abbiamo svolto una prima indagine relativa ad ambiti di intervento, ruoli e formazione dei mediatori in alcune regioni italiane. Secondariamente, abbiamo somministrato un questionario a 80 mediatori per indagare la formazione specifica sui temi delle comunicazione interculturale, tecniche e strategie impiegate per facilitare la comunicazione in diversi ambiti di intervento. Infine, sono state osservate e audio-registrate alcune sessioni di mediazione interlinguistica ed interculturale in ospedali e centri AUSL di due diverse regioni italiane. È stato quindi condotto un piccolo studio di caso con l’obiettivo di verificare quali strategie e tecniche di mediazione impieghino effettivamente i mediatori nella facilitazione della comunicazione tra interlocutori ed utenti che accedono ai servizi socio-sanitari. Dopo una prima osservazione sul campo e registrazione delle mediazioni, abbiamo trascritto le conversazioni e abbiamo caricato i dati nel software di analisi qualitativo Atlas.ti. Una volta caricati nel programma i summenzionati dati, abbiamo analizzato le mediazioni attraverso una metodologia qualitativa basata sullo studio di caso ed elaborata dal gruppo di ricerca MIRAS dell’Università Autònoma di Barcellona. Oltre allo studio di caso relativo alle sessioni di mediazione in ambito socio-sanitario, abbiamo intervistato e realizzato focus groups ai mediatori coinvolti nelle stesse sessioni. La scelta di intervistare i mediatori sulla propria percezione delle tecniche e strategie impiegate per facilitare la comunicazione è dipesa dalla necessità di triangolare i dati raccolti nello studio di caso. Anche in occasione delle interviste e dei focus groups abbiamo utilizzato il software Atlas.ti per analizzare i dati. A conclusione del lavoro sul campo, infine, abbiamo elaborato una prova di certificazione delle competenze in comunicazione interculturale (Comlint) che è stata sottoposta con una prova pilota ad un campione di 80 mediatori provenienti da diverse regioni italiane.
La mediazione interlinguistica ed interculturale in Italia: stato dell’arte, formazione professionale e implicazioni glottodidattiche / Tonioli, Valeria. - (2017 Feb 03).
La mediazione interlinguistica ed interculturale in Italia: stato dell’arte, formazione professionale e implicazioni glottodidattiche
Tonioli, Valeria
2017-02-03
Abstract
L’oggetto della nostra indagine è la comunicazione e la mediazione interlinguistica ed interculturale tra parlanti di diverse lingue. Nello specifico, ci siamo domandati come agissero i mediatori per facilitare la comunicazione e se il modello di comunicazione interculturale della scuola veneziana (Balboni, Caon, 2015) potesse apportare un significativo contributo nella formazione dei mediatori in quanto, dallo studio della letteratura esistente, è emerso che un’analisi qualitativa concernente le abilità comunicativo-relazionali nella loro formazione non è stata ancora sistematizzata. All’interno del nostro lavoro, abbiamo realizzato uno studio qualitativo sulla figura del mediatore interlinguistico ed interculturale in Italia. In particolare abbiamo svolto una prima indagine relativa ad ambiti di intervento, ruoli e formazione dei mediatori in alcune regioni italiane. Secondariamente, abbiamo somministrato un questionario a 80 mediatori per indagare la formazione specifica sui temi delle comunicazione interculturale, tecniche e strategie impiegate per facilitare la comunicazione in diversi ambiti di intervento. Infine, sono state osservate e audio-registrate alcune sessioni di mediazione interlinguistica ed interculturale in ospedali e centri AUSL di due diverse regioni italiane. È stato quindi condotto un piccolo studio di caso con l’obiettivo di verificare quali strategie e tecniche di mediazione impieghino effettivamente i mediatori nella facilitazione della comunicazione tra interlocutori ed utenti che accedono ai servizi socio-sanitari. Dopo una prima osservazione sul campo e registrazione delle mediazioni, abbiamo trascritto le conversazioni e abbiamo caricato i dati nel software di analisi qualitativo Atlas.ti. Una volta caricati nel programma i summenzionati dati, abbiamo analizzato le mediazioni attraverso una metodologia qualitativa basata sullo studio di caso ed elaborata dal gruppo di ricerca MIRAS dell’Università Autònoma di Barcellona. Oltre allo studio di caso relativo alle sessioni di mediazione in ambito socio-sanitario, abbiamo intervistato e realizzato focus groups ai mediatori coinvolti nelle stesse sessioni. La scelta di intervistare i mediatori sulla propria percezione delle tecniche e strategie impiegate per facilitare la comunicazione è dipesa dalla necessità di triangolare i dati raccolti nello studio di caso. Anche in occasione delle interviste e dei focus groups abbiamo utilizzato il software Atlas.ti per analizzare i dati. A conclusione del lavoro sul campo, infine, abbiamo elaborato una prova di certificazione delle competenze in comunicazione interculturale (Comlint) che è stata sottoposta con una prova pilota ad un campione di 80 mediatori provenienti da diverse regioni italiane.File | Dimensione | Formato | |
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