Chasing Sisterhood: Transcultural Sino-Italian Networks in Global Women's Activism (1949 - 1963)

The study offers the field of Global Socialist Feminism a unique transcultural focus on Euro-Asian relations. It highlights an analysis of the All-China Women's Democratic Federation (中华全国民主妇女联合会, ACWDF) and the Union of Italian Women (Unione Donne Italiane, UDI), which represent the most significant leftist formations in Asia and Western Europe, respectively. These relations are examined considering their placement within a broader network that developed in the aftermath of World War II under the umbrella organization Women’s International Democratic Federation (WIDF). The study traces the trajectory of the initiation, development, and flattening of relations between these two women’s movements from the late 1940s to the early 1960s. It considers a gendered periodization based on transnational relations, highlighting the most crucial moments for transnational exchange. This focus proves helpful in analyzing the reciprocity between glocal sociopolitical dynamics and the women’s movement. Specifically, it examines how women’s activism impacted the gender framework and women’s and human rights. The transcultural analysis points to activists’ strategies to develop transnational, transreligious, and translinguistic bridges, envisioned to bypass regional differences and translate local—often decolonial—struggles into the global arena. The study uncovers the variety within the global socialist movement, contributing to the challenge of the still-prevalent bipolar framework in Cold War studies.

Lo studio arricchisce il filone Global Socialist Feminism con un focus transculturale sulle relazioni euro-asiatiche. Si focalizza su un’analisi della Federazione unitaria delle donne democratiche cinesi (中华全国民主妇女联合会, Fuddc) e dell’Unione donne italiane (Udi), che rappresentano le più significative formazioni di sinistra dell’Asia e dell’Europa occidentale. Queste relazioni sono esaminate all’interno dell’inedita rete di scambi transnazionali che si sviluppa dopo la Seconda guerra mondiale sotto l’egida della Federazione democratica internazionale femminile (Fdif). Lo studio traccia la traiettoria dell’avvio, sviluppo e appiattimento delle relazioni tra i due movimenti femminili, dalla fine degli anni Quaranta all’inizio degli anni Sessanta; considerando una periodizzazione di genere che evidenzia i momenti più cruciali per lo scambio transnazionale. Il focus scelto si rivela utile ad analizzare la reciproca influenza tra le dinamiche sociopolitiche glocali e il movimento delle donne. In particolare, emerge l’impatto considerevole dell’attivismo femminile sulla concezione di genere, dei diritti femminili e umani. L’analisi transculturale evidenzia le strategie poste in atto dalle attiviste per sviluppare ponti transnazionali, trans-religiosi e trans-linguistici, atti a superare le differenze regionali e tradurre lotte locali – spesso decoloniali – sull’arena globale. Lo studio porta alla luce la varietà presente all’interno del movimento socialista globale, contribuendo così a evidenziare i limiti dell’ancora prevalente concezione bipolare negli studi sulla Guerra Fredda.