Materia e Morte. Leopardi: tra Gentile e Heidegger

After a first part dedicated to the study and discussion of Leopardi's theoresis - which we can summarise here by borrowing Tilgher's words, ‘a metaphysical drama’ in which ‘the two antagonists’ are ‘nature’ and ‘reason’ - and Giovanni Gentile's reading of it, the research continued with the analysis of the role that the two assets of the prospective focus of research, the concept of “matter” and that of ‘death’, play in Gentile's current idealism: nothingness, the abstract abstractly conceived, but equally the abstract concretely conceived, the very life of the concrete. After which the study continued on Martin Heidegger, first of all considering the circumstance whereby philosophical readings of Leopardi, in the 1920s and 1930s, linked the figure of Gentile to that of Leopardi in various ways - and for various reasons, first and foremost political - and the figure of Leopardi to that of Heidegger - we cite only Amelotti in this regard. But it is not only extrinsic reasons that link the three authors; it is the thing itself, the logic of the discourse around the matter/death diptych that brings Leopardi into dialogue with Gentile and Heidegger: to show this is the purpose of this work.

Dopo una prima parte dedicata allo studio e alla discussione della teoresi leopardiana – che possiamo qui riassumere prendendo a prestito le parole di Tilgher, “un dramma metafisico” in cui “i due antagonisti” sono “natura” e “ragione”– e alla lettura che di questa diede Giovanni Gentile, la ricerca è proseguita nell’analisi del ruolo che i due cespiti del fuoco prospettico della ricerca, il concetto di “materia” e quello di “morte”, svolgono nell’ idealismo attuale gentiliano: il nulla, l’astratto astrattamente concepito, ma parimenti l’astratto concretamente concepito, la stessa vita del concreto. Dopodiché lo studio è proseguito su Martin Heidegger, anzitutto considerando la circostanza per cui le letture filosofiche di Leopardi, negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, hanno legato in vario modo – e per varie ragioni, innanzitutto politiche – la figura di Gentile a quella di Leopardi, e la figura di Leopardi a quella di Heidegger - citiamo qui, a tal riguardo, solo Amelotti. Ma non vi sono solo ragioni estrinseche a legare i tre autori; è la cosa stessa, la logica del discorso intorno al dittico materia/morte a portare Leopardi in dialogo tra Gentile e Heidegger: mostrarla è il proposito di questo lavoro.