INDAGINI PALEOAMBIENTALI SU RESTI VEGETALI DA CONTESTI ARCHEOLOGICI LAGUNARI

The project is focused on analyzing the archaeobotanical remains of certain sites in the Venice lagoon, which represent an emblematic example of adaptation and resilience with the communities that chose to settle these spaces. The analysis of macroremains was conducted on plant remains from seven sites, covering a chronological span from the Roman period to the Middle Ages. The objectives are to reconstruct the relationship between humans and the lagoon environment, the exploitation of vegetation, and the subsistence strategies adopted over time. The study documented the exploitation of the mixed deciduous oak forest for the supply of wood used in reclamation and housing structures. Carpological remains provide evidence of the consumption of cereals, fresh and dried fruits, as well as the cultivation of grapevines and likely domestic pine. The limited extent of emerged lands, the scarcity of cultivated fields, and the saline nature of the soils in the insular sites suggest that cereals were sourced from the mainland, except for Altino, which, as an "amphibious city," could exploit the surrounding fields. The analysis of the woods used indicates a diversification between the Roman and later periods. The study of wooden piles reveals that in antiquity, oak was almost exclusively used, whereas from the early Middle Ages onward, a greater variety of tree species came into use.

Il progetto si propone di analizzare i resti archeobotanici di alcuni siti della laguna di Venezia, la cui relazione con le comunità che decisero di colonizzare questi spazi, rappresenta un caso emblematico di adattamento e resilienza. L’analisi è stata condotta sui macroresti vegetali di sette siti, che abbracciano un arco cronologico che va dall’epoca romana al medioevo. Gli obiettivi sono quelli di ricostruire la relazione Uomo/Ambiente lagunare, lo sfruttamento della vegetazione e le strategie di sussistenza adottate nel corso del tempo. Lo studio ha documentato lo sfruttamento del querceto misto caducifoglio per l’approvvigionamento del legno impiegato nelle strutture di bonifica e abitative. I carporesti testimoniano il consumo di cereali, frutta fresca e secca, la coltivazione della vite, probabilmente del pino domestico. La ridotta estensione delle terre emerse, l’esiguità dei campi coltivati e la componente salina dei suoli dei siti insulari suggeriscono che i cereali provenissero dalla terraferma, a parte Altino, che essendo “città anfibia”, poteva sfruttare i campi circostanti. L’analisi dei legni impiegati suggerisce una diversificazione tra l’epoca romana e le epoche successive. Dallo studio delle palificazioni emerge che nell’antichità si facesse un uso pressoché esclusivo della quercia, mentre dall’altomedioevo si utilizza un maggior numero di specie arboree