René Girard, Settler Colonialism and the Mimetic Theory. Crisis of Distinctions, Racism, and White Supremacy between Rhodesia and the Global Present

This paper explores the intersection of race, colonialism, and René Girard’s mimetic theory. While Girard’s work has marginally addressed colonialism and race, following Julia Robinson Moore’s analysis concerning mimetic conflicts and racial violence in the U.S. South, this study argues that the mimetic theory could also provide valuable insights into the phenomena of settler colonialism, the social construction of racial difference, and the constitution of settlers’ subjectivity. It furthermore argues that modern conspiracy theories of the ethnic substitution can be understood as the result of the fear of a mimetic reversal of colonial power relations and racial hierarchies. The hypothesis is then substantiated through a case study analysis of Rhodesian colonial history. Rhodesian colonial society is thus analysed as a system of distinctions, constituting a full-fledged sacrificial order whereas the very subjectivity of the settlers is built upon two distinct mimetic desires: towards the colonised land, through the misrecognised mediation of Indigenous people, and towards whiteness conceived as synonymic with civilisation, with the mediation of the imperial metropolis. The misrecognition of colonial violence and the scapegoating of racialised people are highlighted as strategies to address tensions among white people and to ward off the spectre of the “vengeance” of the colonised. Finally, mechanisms of colonial mythopoeia are also analysed in light of the mimetic theory.

Questo articolo esplora l’intersezione tra la “razza”, il colonialismo e la teoria mimetica di René Girard. Sebbene Girard si sia occupato marginalmente di questi temi, seguendo l’analisi di Julia Robinson Moore dei conflitti mimetici e della violenza razziale nel Sud degli Stati Uniti, si sostiene che la teoria mimetica potrebbe offrire utili prospettive anche sui fenomeni del colonialismo di insediamento, della costruzione sociale della differenza razziale e della costituzione della soggettività dei coloni. Si analizzano inoltre le moderne teorie del complotto sulla “sostituzione etnica” come il risultato della paura di un rovesciamento mimetico dei rapporti di potere coloniali e delle gerarchie razziali. L’ipotesi viene messa alla prova attraverso il caso di studio della società coloniale rhodesiana, analizzata come un sistema di differenze che costituisce un vero e proprio ordine sacrificale, mentre la soggettività dei coloni come basata su due desideri mimetici distinti: verso la terra colonizzata, attraverso la mediazione misconosciuta degli indigeni, e verso la “bianchezza”, con la mediazione della metropoli imperiale. Vengono inoltre messi in luce il misconoscimento della violenza coloniale e l’uso come capri espiatori delle persone razzializzate come strategie per risolvere le tensioni tra bianchi e allontanare lo spettro della “vendetta” dei colonizzati. Infine, i meccanismi della mitopoiesi coloniale vengono a loro volta analizzati alla luce della teoria mimetica.