Il volume propone gli esiti di un'articolata ricognizione di una pluralità di casi di studio inerenti alla produzione della culturale religiosa popolare in Italia tra metà '800 e il secondo '900, con particolare attenzione ai criteri con cui i diversi "laboratori" culturali hanno operato. Le ricerche sul “laboratorio salesiano” hanno evidenziato l’impatto che nella cultura italiana, ma anche nel resto d’Europa e nelle terre di missione, ha avuto almeno fino al secondo dopoguerra l’industria culturale avviata da don Bosco e dai suoi collaboratori. E’ emerso come, attraverso una letteratura popolare pensata per un pubblico di giovani e giovanissimi, i salesiani abbiano perseguito l’intento di offrire loro modelli agiografici, ma anche letture finzionali alternative ai prodotti del mercato librario, ampliando nel tempo progressivamente la gamma dei canali comunicativi, dai prodotti a stampa al teatro, alla fotografia, alla musica, al cinema. Con riferimento ai periodici di genere missionario, l’analisi delle riviste «Le Missioni Cattoliche» (1872-1968, edita dal Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano) e «Le missioni della Compagnia di Gesù» (1915-1969, edita a Venezia) ha convenuto sulla loro natura innovativa rispetto al coevo panorama editoriale missionario: esse furono soggette a continua sperimentazione, veri e propri “laboratori” editoriali guidati dal comune obiettivo di approntare una pubblicazione di taglio popolare, ma all’altezza delle reputazioni di istituti missionari autorevoli. Gli studi realizzati mostrano come le due riviste abbiano contribuito in modo significativo a plasmare i concetti stessi di "missione" e "missionario" e a orientare le conoscenze dei lettori (prevalentemente laici cattolici e clero impegnato nelle missioni) sulle popolazioni e le culture trattate negli articoli. L’esame delle riviste «La Civiltà Cattolica» e «Aggiornamenti sociali» ha permesso di ampliare il panorama delle conoscenze sulle significative articolazioni del “laboratorio” gesuita rispetto al dibattito politico-economico in corso in Italia alla metà del '900: le due riviste assunsero una funzione importante nell’influenzare l’opinione pubblica cattolica, l’una secondo un orientamento di chiusura alle ipotesi di “apertura a sinistra”, l’altra in termini di elaborazione di contributi culturali alla formazione del “centro-sinistra” e di sostanziale sostegno a quell’operazione politica. Analoghe differenziazioni tra i due periodici emergono nel contesto della concezione dell’ambito economico, in particolare in riferimento alla questione dei criteri dell'intervento pubblico nell'economia. Dallo studio del quindicinale "La Rocca" (Pro Civitate Christiana) tra il 1940 e il 1959 è emerso il graduale impegno condotto per un rinnovamento ecclesiale che si dovette misurare con gli interventi dottrinali e le misure disciplinari della Chiesa di Pio XII. Nondimeno "La Rocca" riuscì a portare avanti un proprio progetto di rinnovamento delle modalità di trasmissione della formazione cristiana ai ceti popolari e intellettuali dell'Italia del secondo dopoguerra, anche attraverso il ricorso ad autori meno scontati nell'ambito di un cattolicesimo italiano ancora largamente attestato su posizioni teologicamente e politicamente conservatrici. Il caso di studio sul “laboratorio protestante” si è concentrato in particolare nell’analisi di alcuni periodici fra tardo '800 e metà '900 e del Centro ecumenico Agàpe per gli anni 1951-1969. Alle ricerche sulla produzione di cultura religiosa popolare per i giovani da parte delle riviste protestanti è stata data ulteriore articolazione, inizialmente non prevista, attraverso una comparazione con una serie di casi di studio relativi a riviste cattoliche per l’infanzia e la gioventù nella prima metà del '900. La stampa periodica dei santuari (in particolare quelli mariani, che costituiscono la stragrande maggioranza dei santuari italiani) ha rappresentato un significativo terreno d’indagine, per dissodare il quale è stato approntato un preliminare lavoro di reperimento delle fonti. Si è dunque selezionato un campione di santuari rappresentativi della realtà italiana (per collocazione geografica, distribuzione cronologica, rinomanza e attrazione devozionale etc.), dei quali sono stati acquisiti e resi disponibili digitalmente i bollettini, per il periodo dall’ultimo decennio dell'800 alla metà del '900. In parallelo, l’ambito piemontese-valdostano è stato assunto a caso di studio delle molteplici e complesse ricadute (sul piano religioso-ecclesiastico, socio-politico, culturale-artistico) del fenomeno santuariale, attraverso la realizzazione di un articolato repertorio a stampa. La ricerca su «Famiglia Cristiana» ha indagato «dall’interno» il progetto culturale che fu alla base di tale prodotto editoriale, per individuarne gli obiettivi, le forme di confronto e negoziazione realizzate con i vertici della congregazione paolina e con i vertici vaticani, le basi dottrinali, le logiche religiose e pastorali. Il tutto sia attraverso un confronto diretto con la rivista, sia attraverso il ricorso alla inedita documentazione conservata presso l'Archivio paolino della Casa madre di Alba, l'Archivio del Governo generale delle Figlie di San Paolo di Roma, l'Archivio del Gruppo periodici San Paolo di Milano, oltre che a quella conservata in altri archivi, tra cui l’Archivio Apostolico Vaticano, l’Archivio centrale dello Stato, l’Archivio storico dell’Istituto Sturzo di Roma, l’Archivio storico della Fondazione Carlo Donat-Cattin, l’Archivio arcivescovile dell’arcidiocesi di Torino.
Laboratori della fede. Religione e cultura popolare in Italia dall’Unità al miracolo economico
Giovanni Vian
2025-01-01
Abstract
Il volume propone gli esiti di un'articolata ricognizione di una pluralità di casi di studio inerenti alla produzione della culturale religiosa popolare in Italia tra metà '800 e il secondo '900, con particolare attenzione ai criteri con cui i diversi "laboratori" culturali hanno operato. Le ricerche sul “laboratorio salesiano” hanno evidenziato l’impatto che nella cultura italiana, ma anche nel resto d’Europa e nelle terre di missione, ha avuto almeno fino al secondo dopoguerra l’industria culturale avviata da don Bosco e dai suoi collaboratori. E’ emerso come, attraverso una letteratura popolare pensata per un pubblico di giovani e giovanissimi, i salesiani abbiano perseguito l’intento di offrire loro modelli agiografici, ma anche letture finzionali alternative ai prodotti del mercato librario, ampliando nel tempo progressivamente la gamma dei canali comunicativi, dai prodotti a stampa al teatro, alla fotografia, alla musica, al cinema. Con riferimento ai periodici di genere missionario, l’analisi delle riviste «Le Missioni Cattoliche» (1872-1968, edita dal Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano) e «Le missioni della Compagnia di Gesù» (1915-1969, edita a Venezia) ha convenuto sulla loro natura innovativa rispetto al coevo panorama editoriale missionario: esse furono soggette a continua sperimentazione, veri e propri “laboratori” editoriali guidati dal comune obiettivo di approntare una pubblicazione di taglio popolare, ma all’altezza delle reputazioni di istituti missionari autorevoli. Gli studi realizzati mostrano come le due riviste abbiano contribuito in modo significativo a plasmare i concetti stessi di "missione" e "missionario" e a orientare le conoscenze dei lettori (prevalentemente laici cattolici e clero impegnato nelle missioni) sulle popolazioni e le culture trattate negli articoli. L’esame delle riviste «La Civiltà Cattolica» e «Aggiornamenti sociali» ha permesso di ampliare il panorama delle conoscenze sulle significative articolazioni del “laboratorio” gesuita rispetto al dibattito politico-economico in corso in Italia alla metà del '900: le due riviste assunsero una funzione importante nell’influenzare l’opinione pubblica cattolica, l’una secondo un orientamento di chiusura alle ipotesi di “apertura a sinistra”, l’altra in termini di elaborazione di contributi culturali alla formazione del “centro-sinistra” e di sostanziale sostegno a quell’operazione politica. Analoghe differenziazioni tra i due periodici emergono nel contesto della concezione dell’ambito economico, in particolare in riferimento alla questione dei criteri dell'intervento pubblico nell'economia. Dallo studio del quindicinale "La Rocca" (Pro Civitate Christiana) tra il 1940 e il 1959 è emerso il graduale impegno condotto per un rinnovamento ecclesiale che si dovette misurare con gli interventi dottrinali e le misure disciplinari della Chiesa di Pio XII. Nondimeno "La Rocca" riuscì a portare avanti un proprio progetto di rinnovamento delle modalità di trasmissione della formazione cristiana ai ceti popolari e intellettuali dell'Italia del secondo dopoguerra, anche attraverso il ricorso ad autori meno scontati nell'ambito di un cattolicesimo italiano ancora largamente attestato su posizioni teologicamente e politicamente conservatrici. Il caso di studio sul “laboratorio protestante” si è concentrato in particolare nell’analisi di alcuni periodici fra tardo '800 e metà '900 e del Centro ecumenico Agàpe per gli anni 1951-1969. Alle ricerche sulla produzione di cultura religiosa popolare per i giovani da parte delle riviste protestanti è stata data ulteriore articolazione, inizialmente non prevista, attraverso una comparazione con una serie di casi di studio relativi a riviste cattoliche per l’infanzia e la gioventù nella prima metà del '900. La stampa periodica dei santuari (in particolare quelli mariani, che costituiscono la stragrande maggioranza dei santuari italiani) ha rappresentato un significativo terreno d’indagine, per dissodare il quale è stato approntato un preliminare lavoro di reperimento delle fonti. Si è dunque selezionato un campione di santuari rappresentativi della realtà italiana (per collocazione geografica, distribuzione cronologica, rinomanza e attrazione devozionale etc.), dei quali sono stati acquisiti e resi disponibili digitalmente i bollettini, per il periodo dall’ultimo decennio dell'800 alla metà del '900. In parallelo, l’ambito piemontese-valdostano è stato assunto a caso di studio delle molteplici e complesse ricadute (sul piano religioso-ecclesiastico, socio-politico, culturale-artistico) del fenomeno santuariale, attraverso la realizzazione di un articolato repertorio a stampa. La ricerca su «Famiglia Cristiana» ha indagato «dall’interno» il progetto culturale che fu alla base di tale prodotto editoriale, per individuarne gli obiettivi, le forme di confronto e negoziazione realizzate con i vertici della congregazione paolina e con i vertici vaticani, le basi dottrinali, le logiche religiose e pastorali. Il tutto sia attraverso un confronto diretto con la rivista, sia attraverso il ricorso alla inedita documentazione conservata presso l'Archivio paolino della Casa madre di Alba, l'Archivio del Governo generale delle Figlie di San Paolo di Roma, l'Archivio del Gruppo periodici San Paolo di Milano, oltre che a quella conservata in altri archivi, tra cui l’Archivio Apostolico Vaticano, l’Archivio centrale dello Stato, l’Archivio storico dell’Istituto Sturzo di Roma, l’Archivio storico della Fondazione Carlo Donat-Cattin, l’Archivio arcivescovile dell’arcidiocesi di Torino.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



