Le parole greche sono il nostro pensiero, impossibile farne a meno. Parrhesia (παρρησία), ‘dire tutto davanti a tutti’, ovvero libertà di pensiero e di parola, è una di queste. Allora, il mito di Achille, di Prometeo o di Cassandra, o anche solo un verso dell’Iliade o dell’Odissea con i suoi suoni, i segni, i ritmi è subito un buon paradigma della parola libera e della ricerca. Sono tutte sperimentazioni del pensiero, che ci dicono quanto conta per noi questa idea. I nostri miti più antichi servono, sono indispensabili per capirci qualcosa di più su quello che riteniamo un diritto, ma che è anche un dovere, di tutti, per il bene comune. La nostra libertà di parola nella vita di tutti i giorni non sempre la sappiamo difendere, costruire e praticare. È bene che ce lo ricordiamo. Non c’è futuro per una società senza parrhesia, rimane solo l’abisso, la mistificazione, la propaganda, la violenza, la paura, la guerra. Non è vita, non ne vale la pena. Meglio, allora, farsi coraggio e salire sulle barricate, anche a costo di sbagliare. Insomma, eleutheria, la nostra libertà, e parrhesia, la possibilità di dire ciò che si pensa, stanno sempre insieme. C’è anche la prosperità, per tutti, non cose da poco. Funziona così. Ce lo dicono le parole di Euripide, con la voce di Fedra che guarda al futuro dei propri figli: Eur. Hipp. 421s. ἐλεύθεροι || παρρησίᾳ θάλλοντες, «liberi e fiorenti nella parrhesia». Come ci spiegano i nostri archetipi più antichi, non possiamo vivere, non siamo nulla, se non abbiamo la nostra libertà di parola. Con le ambiguità, le difficoltà, i pericoli. Ma siamo fatti di questo, almeno da Omero in poi.

Libertà di parola. Archetipi mitici: eroi, dei, animali

Alberto Camerotto
2025-01-01

Abstract

Le parole greche sono il nostro pensiero, impossibile farne a meno. Parrhesia (παρρησία), ‘dire tutto davanti a tutti’, ovvero libertà di pensiero e di parola, è una di queste. Allora, il mito di Achille, di Prometeo o di Cassandra, o anche solo un verso dell’Iliade o dell’Odissea con i suoi suoni, i segni, i ritmi è subito un buon paradigma della parola libera e della ricerca. Sono tutte sperimentazioni del pensiero, che ci dicono quanto conta per noi questa idea. I nostri miti più antichi servono, sono indispensabili per capirci qualcosa di più su quello che riteniamo un diritto, ma che è anche un dovere, di tutti, per il bene comune. La nostra libertà di parola nella vita di tutti i giorni non sempre la sappiamo difendere, costruire e praticare. È bene che ce lo ricordiamo. Non c’è futuro per una società senza parrhesia, rimane solo l’abisso, la mistificazione, la propaganda, la violenza, la paura, la guerra. Non è vita, non ne vale la pena. Meglio, allora, farsi coraggio e salire sulle barricate, anche a costo di sbagliare. Insomma, eleutheria, la nostra libertà, e parrhesia, la possibilità di dire ciò che si pensa, stanno sempre insieme. C’è anche la prosperità, per tutti, non cose da poco. Funziona così. Ce lo dicono le parole di Euripide, con la voce di Fedra che guarda al futuro dei propri figli: Eur. Hipp. 421s. ἐλεύθεροι || παρρησίᾳ θάλλοντες, «liberi e fiorenti nella parrhesia». Come ci spiegano i nostri archetipi più antichi, non possiamo vivere, non siamo nulla, se non abbiamo la nostra libertà di parola. Con le ambiguità, le difficoltà, i pericoli. Ma siamo fatti di questo, almeno da Omero in poi.
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