Il saggio esamina il rapporto tra la satira di William Hogarth e il film Barry Lyndon di Stanley Kubrick, con particolare attenzione ai temi del tempo e della malinconia e il modo in cui Kubrick adatta il romanzo di W.M. Thackeray, da cui trae il film, basandosi sulla rappresentazione visiva del XVIII secolo. In apertura, il saggio analizza la stampa Finis, or the Tail Piece di William Hogarth (1764), letta come allegoria della “morte del tempo” e della fine del senso. Attraverso il concetto di bathos, derivato da Alexander Pope, Hogarth smaschera le pretese del sublime e ridicolizza le illusioni umane di dominio sul tempo, mantenendo tuttavia un’ironia che riafferma implicitamente il valore dell’arte. Kubrick riprende questo approccio nel costruire il mondo visivo di Barry Lyndon, trasformandolo in una sequenza di quadri ispirati a pittori come Hogarth, Reynolds, Chardin, Watteau e altri. L’arte del Settecento non funge solo da sfondo realistico per il film ma diventa una sorta di soggetto attivo della narrazione. In particolare, l’influenza di Hogarth si manifesta nella rappresentazione satirico-parodistica dei personaggi, nella riduzione dei caratteri a tipi sociali e nell’uso della caricatura come metodo di analisi etica. Il film evolve verso una tonalità malinconica: Barry non resta un semplice antieroe picaresco ma diventa figura tragica, simile a Tom Rakewell di The Rake’s Progress, in un mondo dominato dalla stasi e dalla perdita. Così facendo da un lato Kubrick mantiene l'ethos hogarthiano e, dall'altro, lo trascina verso n esito ancor più tragico che nell'artista settecentesco. In particolare, il freeze frame finale e la scena conclusiva del film, ambientata nel 1789, congelano visivamente la storia, suggerendo, come in Finis, or the Tail Piece, che l’arte può fissare l’ultimo istante del tempo. Kubrick, come Hogarth, unisce ironia e disincanto per invitare a una riflessione morale sulla storia e sull’esistenza umana.

Satira hogarthiana, tempo e malinconia nel 'Barry Lyndon' di Stanley Kubrick

Flavio Gregori
2025-01-01

Abstract

Il saggio esamina il rapporto tra la satira di William Hogarth e il film Barry Lyndon di Stanley Kubrick, con particolare attenzione ai temi del tempo e della malinconia e il modo in cui Kubrick adatta il romanzo di W.M. Thackeray, da cui trae il film, basandosi sulla rappresentazione visiva del XVIII secolo. In apertura, il saggio analizza la stampa Finis, or the Tail Piece di William Hogarth (1764), letta come allegoria della “morte del tempo” e della fine del senso. Attraverso il concetto di bathos, derivato da Alexander Pope, Hogarth smaschera le pretese del sublime e ridicolizza le illusioni umane di dominio sul tempo, mantenendo tuttavia un’ironia che riafferma implicitamente il valore dell’arte. Kubrick riprende questo approccio nel costruire il mondo visivo di Barry Lyndon, trasformandolo in una sequenza di quadri ispirati a pittori come Hogarth, Reynolds, Chardin, Watteau e altri. L’arte del Settecento non funge solo da sfondo realistico per il film ma diventa una sorta di soggetto attivo della narrazione. In particolare, l’influenza di Hogarth si manifesta nella rappresentazione satirico-parodistica dei personaggi, nella riduzione dei caratteri a tipi sociali e nell’uso della caricatura come metodo di analisi etica. Il film evolve verso una tonalità malinconica: Barry non resta un semplice antieroe picaresco ma diventa figura tragica, simile a Tom Rakewell di The Rake’s Progress, in un mondo dominato dalla stasi e dalla perdita. Così facendo da un lato Kubrick mantiene l'ethos hogarthiano e, dall'altro, lo trascina verso n esito ancor più tragico che nell'artista settecentesco. In particolare, il freeze frame finale e la scena conclusiva del film, ambientata nel 1789, congelano visivamente la storia, suggerendo, come in Finis, or the Tail Piece, che l’arte può fissare l’ultimo istante del tempo. Kubrick, come Hogarth, unisce ironia e disincanto per invitare a una riflessione morale sulla storia e sull’esistenza umana.
2025
Vedere il testo. Percorsi di ricerca per Giuseppe Barbieri
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