Nel corso del 2024, le relazioni tra Giappone e Repubblica popolare cinese (Rpc) hanno registrato dei miglioramenti, attestandosi su una traiettoria positiva che appare stabile anche nella prima metà del 2025. Sullo sfondo, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. L’innalzamento di nuove barriere tariffarie e i segnali discordanti giunti da parte statunitense sulle garanzie di difesa del Giappone hanno incrinato la fiducia di Tokyo verso Washington. In questo contesto, Tokyo mantiene una strategia incentrata sulla cautela. Il governo Ishiba, entrato in carica a fine 2024, rimane debole e il suo destino sarà determinato dall’andamento delle elezioni per la camera alta del prossimo luglio. A livello strutturale permangono comunque, da parte giapponese, preoccupazioni circa l’assertività cinese sui fronti di Taiwan e del mar Cinese meridionale, oltre alle storiche dispute territoriali sulle isole Senkaku/Diaoyu e all’asse di cooperazione tra Pechino e Mosca. Ad esse si aggiungono le incognite sul ruolo di deterrenza degli Stati Uniti (Usa) in caso di contingenza intorno a Taiwan.

Rapporti economici Cina-Giappone: un equilibrio precario tra cooperazione, coercizione e considerazioni securitarie

Zappa, Marco
2025-01-01

Abstract

Nel corso del 2024, le relazioni tra Giappone e Repubblica popolare cinese (Rpc) hanno registrato dei miglioramenti, attestandosi su una traiettoria positiva che appare stabile anche nella prima metà del 2025. Sullo sfondo, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. L’innalzamento di nuove barriere tariffarie e i segnali discordanti giunti da parte statunitense sulle garanzie di difesa del Giappone hanno incrinato la fiducia di Tokyo verso Washington. In questo contesto, Tokyo mantiene una strategia incentrata sulla cautela. Il governo Ishiba, entrato in carica a fine 2024, rimane debole e il suo destino sarà determinato dall’andamento delle elezioni per la camera alta del prossimo luglio. A livello strutturale permangono comunque, da parte giapponese, preoccupazioni circa l’assertività cinese sui fronti di Taiwan e del mar Cinese meridionale, oltre alle storiche dispute territoriali sulle isole Senkaku/Diaoyu e all’asse di cooperazione tra Pechino e Mosca. Ad esse si aggiungono le incognite sul ruolo di deterrenza degli Stati Uniti (Usa) in caso di contingenza intorno a Taiwan.
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