Nel presente volume si traccia una storiografia culturale degli intellettuali e degli scrittori in rapporto a partiti, sindacati e lotte sociali e politiche tra gli anni 1956 e 1967. Particolare rilevanza viene data alle riviste militanti, sedi di dibattito su temi letterari (il dibattito sul realismo, quello su industria e letteratura, la critica del populismo e delle istituzioni letterarie, le varie forme di “impegno” assunte dagli scrittori in quei decenni), filosofici ed estetici (lo svecchiamento del marxismo, la ricezione italiana di Lukács e Adorno). Attraverso le pagine di «Ragionamenti», «Officina», «Quadernirossi», «classe operaia», «Quaderni Piacentini» e altre riviste si delinea a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta la figura storica e intellettuale del saggista-scrittore. Contestualmente si assiste alla crisi di alcuni paradigmi culturali fino allora dominanti (neorealismo, engagement, critica idealistica, crocianesimo, autonomia della cultura, ma anche fronti popolari, progressismo, fiancheggiamento ideologico delle forze organizzate) cui fa seguito lo sviluppo di nuove forme teoriche, critiche, estetiche e politiche: la rivista come strumento di elaborazione e azione politica, la critica dialettica, la critica dell’industria culturale, la centralità operaia e la crisi del populismo.

Preparando il Sessantotto. Saggisti e scrittori nelle riviste della Nuova Sinistra

Luca Mozzachiodi
2024-01-01

Abstract

Nel presente volume si traccia una storiografia culturale degli intellettuali e degli scrittori in rapporto a partiti, sindacati e lotte sociali e politiche tra gli anni 1956 e 1967. Particolare rilevanza viene data alle riviste militanti, sedi di dibattito su temi letterari (il dibattito sul realismo, quello su industria e letteratura, la critica del populismo e delle istituzioni letterarie, le varie forme di “impegno” assunte dagli scrittori in quei decenni), filosofici ed estetici (lo svecchiamento del marxismo, la ricezione italiana di Lukács e Adorno). Attraverso le pagine di «Ragionamenti», «Officina», «Quadernirossi», «classe operaia», «Quaderni Piacentini» e altre riviste si delinea a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta la figura storica e intellettuale del saggista-scrittore. Contestualmente si assiste alla crisi di alcuni paradigmi culturali fino allora dominanti (neorealismo, engagement, critica idealistica, crocianesimo, autonomia della cultura, ma anche fronti popolari, progressismo, fiancheggiamento ideologico delle forze organizzate) cui fa seguito lo sviluppo di nuove forme teoriche, critiche, estetiche e politiche: la rivista come strumento di elaborazione e azione politica, la critica dialettica, la critica dell’industria culturale, la centralità operaia e la crisi del populismo.
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