L’articolo analizza il ruolo sociale e il protagonismo delle donne appartenenti all’élite tra Roma e Pompei, attraverso una ricca documentazione archeologica e testuale. A Pompei, frammenti biografici – come iscrizioni, ritratti, oggetti personali – rivelano la varietà delle esperienze femminili e la complessità delle identità delle donne, spesso appartenenti a famiglie agiate o liberte. Particolare attenzione è rivolta a figure come Eumachia, Mamia e altre matrone impegnate in attività imprenditoriali, religiose o evergetiche. Queste donne, pur escluse dalle istituzioni politiche formali, influenzavano la vita civica attraverso canali alternativi, sostenute da un crescente accesso alla cultura e all’autonomia economica, reso possibile da trasformazioni giuridiche e sociali (ad es. il matrimonio sine manu e la legislazione augustea sulla famiglia). L’articolo mette a confronto i modelli di comportamento elaborati a Roma con le pratiche effettive documentate a Pompei, rivelando una dinamica di diffusione e adattamento locale dei codici valoriali dell’élite femminile romana. In questo quadro, Pompei emerge come osservatorio privilegiato della condizione femminile nel mondo romano, dove cultura, status economico e contesto familiare concorrevano a definire il ruolo pubblico delle donne.
Protagonismo femminile e ruolo sociale delle donne dell'élite tra Roma e Pompei.
F. Rohr Vio
2025-01-01
Abstract
L’articolo analizza il ruolo sociale e il protagonismo delle donne appartenenti all’élite tra Roma e Pompei, attraverso una ricca documentazione archeologica e testuale. A Pompei, frammenti biografici – come iscrizioni, ritratti, oggetti personali – rivelano la varietà delle esperienze femminili e la complessità delle identità delle donne, spesso appartenenti a famiglie agiate o liberte. Particolare attenzione è rivolta a figure come Eumachia, Mamia e altre matrone impegnate in attività imprenditoriali, religiose o evergetiche. Queste donne, pur escluse dalle istituzioni politiche formali, influenzavano la vita civica attraverso canali alternativi, sostenute da un crescente accesso alla cultura e all’autonomia economica, reso possibile da trasformazioni giuridiche e sociali (ad es. il matrimonio sine manu e la legislazione augustea sulla famiglia). L’articolo mette a confronto i modelli di comportamento elaborati a Roma con le pratiche effettive documentate a Pompei, rivelando una dinamica di diffusione e adattamento locale dei codici valoriali dell’élite femminile romana. In questo quadro, Pompei emerge come osservatorio privilegiato della condizione femminile nel mondo romano, dove cultura, status economico e contesto familiare concorrevano a definire il ruolo pubblico delle donne.File | Dimensione | Formato | |
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