Gli spazi ibridi di lavoro come coworking, fablab e business centres si sono affermati quali risposte innovative alle trasformazioni del lavoro contemporaneo, offrendo soluzioni flessibili che combinano collaborazione, innovazione e adattabilità. Questi luoghi riflettono le esigenze emergenti di un mercato del lavoro sempre più influenzato dalla digitalizzazione, dal lavoro a distanza e dalla necessità di coniugare efficienza economica con valori sociali e ambientali. La letteratura esistente sul coworking delinea due approcci distinti che definiscono gli spazi di coworking: l'orientamento commerciale e l'orientamento comunitario. Secondo questa classificazione, gli spazi di coworking che si allineano al primo mostrano una maggiore attenzione alla sostenibilità finanziaria, alla redditività e alla professionalizzazione. D'altro canto, gli spazi di coworking “orientati alla comunità” pongono maggiore enfasi sulla promozione di dinamiche incentrate sulla condivisione e sulla collaborazione, al fine di generare esternalità positive che si estendono alla comunità più ampia, al territorio e all'intera società. Questa classificazione non solo distingue le diverse enfasi all'interno degli spazi di coworking, ma getta anche luce sulle diverse priorità e sui valori che modellano le loro strategie organizzative e di mercato. Partendo da questa polarizzazione, il progetto TER ha approfondito qualitativamente come le diverse esperienze all'interno degli spazi di coworking si confrontino con le preoccupazioni, le sfide e i discorsi relativi alla crisi ecologica in corso. L’indagine ha coinvolto 21 interviste con gestori di spazi ibridi di lavoro di diverse dimensioni e orientamenti, distribuiti in sei regioni italiane. L’analisi ha esplorato differenze legate alle dimensioni, ai modelli di governance e agli orientamenti strategici. I risultati mostrano, in primo luogo, che, nonostante le differenze nella percezione delle sfide ecologiche, spesso influenzate da distinti orientamenti valoriali, le pratiche, le visioni e gli ambiti di attività adottati dagli spazi di coworking presentano una notevole somiglianza, indipendentemente dalla loro collocazione lungo il continuum tra orientamento commerciale e comunitario. Tale convergenza può essere attribuita principalmente alle pressioni istituzionali e isomorfi che esercitate dal mercato, che tendono a uniformare strategie e approcci tra gli spazi collaborativi. In secondo luogo, emerge come, sebbene la pandemia di Covid-19 abbia favorito il ricorso agli spazi collaborativi, il legame con il raggiungimento degli obiettivi ecologici sia generalmente poco sviluppato nelle narrazioni dei manager. In definitiva, queste dinamiche evidenziano come gli spazi di coworking, pur rappresentando un contesto potenzialmente innovativo per affrontare le sfide ecologiche, tendano ad allinearsi a logiche di mercato, limitando l'integrazione sistematica di obiettivi ambientali nelle loro strategie operative.

Verso la Transizione Ecologica: Spazi Ibridi di Lavoro in Italia tra Innovazione e Convergenza Isomorfica

Francesco Eugenio Iannuzzi
;
Barbara Da Roit;Maurizio Busacca
2025-01-01

Abstract

Gli spazi ibridi di lavoro come coworking, fablab e business centres si sono affermati quali risposte innovative alle trasformazioni del lavoro contemporaneo, offrendo soluzioni flessibili che combinano collaborazione, innovazione e adattabilità. Questi luoghi riflettono le esigenze emergenti di un mercato del lavoro sempre più influenzato dalla digitalizzazione, dal lavoro a distanza e dalla necessità di coniugare efficienza economica con valori sociali e ambientali. La letteratura esistente sul coworking delinea due approcci distinti che definiscono gli spazi di coworking: l'orientamento commerciale e l'orientamento comunitario. Secondo questa classificazione, gli spazi di coworking che si allineano al primo mostrano una maggiore attenzione alla sostenibilità finanziaria, alla redditività e alla professionalizzazione. D'altro canto, gli spazi di coworking “orientati alla comunità” pongono maggiore enfasi sulla promozione di dinamiche incentrate sulla condivisione e sulla collaborazione, al fine di generare esternalità positive che si estendono alla comunità più ampia, al territorio e all'intera società. Questa classificazione non solo distingue le diverse enfasi all'interno degli spazi di coworking, ma getta anche luce sulle diverse priorità e sui valori che modellano le loro strategie organizzative e di mercato. Partendo da questa polarizzazione, il progetto TER ha approfondito qualitativamente come le diverse esperienze all'interno degli spazi di coworking si confrontino con le preoccupazioni, le sfide e i discorsi relativi alla crisi ecologica in corso. L’indagine ha coinvolto 21 interviste con gestori di spazi ibridi di lavoro di diverse dimensioni e orientamenti, distribuiti in sei regioni italiane. L’analisi ha esplorato differenze legate alle dimensioni, ai modelli di governance e agli orientamenti strategici. I risultati mostrano, in primo luogo, che, nonostante le differenze nella percezione delle sfide ecologiche, spesso influenzate da distinti orientamenti valoriali, le pratiche, le visioni e gli ambiti di attività adottati dagli spazi di coworking presentano una notevole somiglianza, indipendentemente dalla loro collocazione lungo il continuum tra orientamento commerciale e comunitario. Tale convergenza può essere attribuita principalmente alle pressioni istituzionali e isomorfi che esercitate dal mercato, che tendono a uniformare strategie e approcci tra gli spazi collaborativi. In secondo luogo, emerge come, sebbene la pandemia di Covid-19 abbia favorito il ricorso agli spazi collaborativi, il legame con il raggiungimento degli obiettivi ecologici sia generalmente poco sviluppato nelle narrazioni dei manager. In definitiva, queste dinamiche evidenziano come gli spazi di coworking, pur rappresentando un contesto potenzialmente innovativo per affrontare le sfide ecologiche, tendano ad allinearsi a logiche di mercato, limitando l'integrazione sistematica di obiettivi ambientali nelle loro strategie operative.
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