Il sistema terrestre è influenzato da una inequivocabile crisi climatica iniziata nel XIX secolo e intensificatasi a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso. Rispetto ai livelli pre-industriali (1850-1900) la temperatura media globale è aumentata di 0.8 °C dagli anni ‘90 a oggi con un incremento notevole dal 2015. Le elaborazioni climatiche di Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, hanno dimostrato che il 2023 si è concluso con un’anomalia di temperatura di +1.48 °C, risultando essere l’anno più caldo dalla fine del 1800. Gli effetti più tangibili del riscaldamento in atto interessano le risorse di neve e ghiaccio del pianeta, in estrema riduzione, e il livello medio dei mari, in costante innalzamento. I territori d’alta quota giocano un ruolo diretto e cruciale nel ciclo idrologico agendo sia come siti sorgenti per numerosi sistemi fluviali, sia come siti di stoccaggio e rilascio di acqua in forma liquida. Un elemento caratteristico di tali regioni è rappresentato dalla criosfera, definita come “la porzione della Terra in cui l’acqua si trova allo stato solido”. Per la sua elevata sensibilità alle condizioni ambientali, la criosfera agisce come un notevole amplificatore delle risposte idrologiche alle variazioni climatiche nei bacini glacializzati. Di conseguenza, risulta strategico, anche nell’ottica di una definizione del bilancio idrico nel contesto italiano, osservare l’evolversi della criosfera sotto la forzante climatica per identificare le possibili tendenze evolutive e migliorare la comprensione dei processi che la influenzano. Questa osservazione contribuisce a comprendere in maniera più approfondita l’interazione tra clima, criosfera e regimi idrologici nei bacini ad alta quota e non solo. L’importanza della criosfera nella regolazione del deflusso aumenta, infatti, con l’altitudine, dando luogo a regimi comunemente citati come “nivale”, “glaciale” o “periglaciale”. Questa nomenclatura indica tipologie di deflusso caratterizzate da marcata stagionalità e rispettivamente più influenzati dalla fusione di neve o ghiaccio e/o permafrost. Per meglio comprendere le funzioni della criosfera rispetto al bilancio idrologico è utile definire e caratterizzare le tre componenti principali in cui la criosfera si declina: la neve stagionale, i ghiacciai e il permafrost

Siccità, scarsità e crisi idriche. Il contributo della ricerca a supporto della definizione del bilancio idrico

Lodi Rachele;
2024-01-01

Abstract

Il sistema terrestre è influenzato da una inequivocabile crisi climatica iniziata nel XIX secolo e intensificatasi a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso. Rispetto ai livelli pre-industriali (1850-1900) la temperatura media globale è aumentata di 0.8 °C dagli anni ‘90 a oggi con un incremento notevole dal 2015. Le elaborazioni climatiche di Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, hanno dimostrato che il 2023 si è concluso con un’anomalia di temperatura di +1.48 °C, risultando essere l’anno più caldo dalla fine del 1800. Gli effetti più tangibili del riscaldamento in atto interessano le risorse di neve e ghiaccio del pianeta, in estrema riduzione, e il livello medio dei mari, in costante innalzamento. I territori d’alta quota giocano un ruolo diretto e cruciale nel ciclo idrologico agendo sia come siti sorgenti per numerosi sistemi fluviali, sia come siti di stoccaggio e rilascio di acqua in forma liquida. Un elemento caratteristico di tali regioni è rappresentato dalla criosfera, definita come “la porzione della Terra in cui l’acqua si trova allo stato solido”. Per la sua elevata sensibilità alle condizioni ambientali, la criosfera agisce come un notevole amplificatore delle risposte idrologiche alle variazioni climatiche nei bacini glacializzati. Di conseguenza, risulta strategico, anche nell’ottica di una definizione del bilancio idrico nel contesto italiano, osservare l’evolversi della criosfera sotto la forzante climatica per identificare le possibili tendenze evolutive e migliorare la comprensione dei processi che la influenzano. Questa osservazione contribuisce a comprendere in maniera più approfondita l’interazione tra clima, criosfera e regimi idrologici nei bacini ad alta quota e non solo. L’importanza della criosfera nella regolazione del deflusso aumenta, infatti, con l’altitudine, dando luogo a regimi comunemente citati come “nivale”, “glaciale” o “periglaciale”. Questa nomenclatura indica tipologie di deflusso caratterizzate da marcata stagionalità e rispettivamente più influenzati dalla fusione di neve o ghiaccio e/o permafrost. Per meglio comprendere le funzioni della criosfera rispetto al bilancio idrologico è utile definire e caratterizzare le tre componenti principali in cui la criosfera si declina: la neve stagionale, i ghiacciai e il permafrost
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