Il volume propone uno studio sull’atteggiamento mantenuto dalla Chiesa valdese nei confronti del modernismo cattolico durante il primo Novecento. Condotta principalmente attraverso un esame delle riviste valdesi "L'écho des vallées", "La Luce", "La Rivista Cristiana" e di alcune fonti dell'Archivio della Tavola Valdese, la ricerca mostra l’importanza che la questione del riformismo religioso cattolico rivestì per circa un quindicennio all’interno dell’ambito valdese e più in generale nel contesto dell’evangelismo italiano. Anche grazie ad alcuni sondaggi archivistici, si delineano gli orientamenti nei confronti del fenomeno modernistico da parte dei principali teologi e pastori valdesi e di alcuni fuoriusciti dal clero cattolico che aderirono al valdismo in quei frangenti, nella convinzione di potere in quel modo promuovere una più efficace opera di evangelizzazione dell’Italia. Il volume ricostruisce l’articolato ventaglio di strategie prospettate all’interno della Chiesa valdese in quel contesto: la netta e quasi unanime riprovazione del cosiddetto modernismo radicale (Loisy, Buonaiuti) – speculare alla presa di distanza dai metodi adottati dalla Santa Sede nei confronti dei riformisti cattolici -; le oscillazioni di giudizi nei confronti di Fogazzaro e Murri, nell’ambito di un faticoso tentativo di individuare un terreno di incontro con i “modernisti religiosi” (“Il Rinnovamento” di Milano), con la polarizzazione della maggioranza dei protagonisti intorno alle divergenti opzioni costituite da un lato dal sostegno che si cercò di dare ai tentativi dei modernisti di realizzare una riforma del cattolicesimo dall’interno, una via resa sempre più difficile dalle susseguenti condanne di Pio X; dall’altro lato dalla sollecitazione nei confronti dei modernisti ad abbandonare la Chiesa di Roma, considerata irriformabile, e ad aderire a una delle Chiese evangeliche. Tra gli esiti innovativi della ricerca si colloca anche la corretta identificazione dell’autore pseudonimo di un articolo con il quale, attraverso la rivista della Facoltà Valdese di Teologia, nel 1911 si provò a spingere la Chiesa valdese a una più convinta collaborazione con i modernisti cattolici. Attribuito finora a Buonaiuti, la restituzione di quel testo all’ex cappuccino Mingardi contribuisce anche a riconsiderare i modi e i tempi del complesso rapporto tra Buonaiuti e gli ambienti evangelici in Italia. Nell’insieme attraverso lo studio delle relazioni sviluppatesi tra teologi valdesi ed esponenti del riformismo cattolico il volume offre un apporto alla comprensione della storia religiosa contemporanea e alla ricostruzione delle relazioni tra le Chiese cristiane, che anche grazie all’esperienza del modernismo in quegli anni si andavano faticosamente aprendo alla prospettiva dell’ecumenismo.
Il modernismo e la Chiesa valdese. Evangelici e cattolici nel primo Novecento
Giovanni Vian
In corso di stampa
Abstract
Il volume propone uno studio sull’atteggiamento mantenuto dalla Chiesa valdese nei confronti del modernismo cattolico durante il primo Novecento. Condotta principalmente attraverso un esame delle riviste valdesi "L'écho des vallées", "La Luce", "La Rivista Cristiana" e di alcune fonti dell'Archivio della Tavola Valdese, la ricerca mostra l’importanza che la questione del riformismo religioso cattolico rivestì per circa un quindicennio all’interno dell’ambito valdese e più in generale nel contesto dell’evangelismo italiano. Anche grazie ad alcuni sondaggi archivistici, si delineano gli orientamenti nei confronti del fenomeno modernistico da parte dei principali teologi e pastori valdesi e di alcuni fuoriusciti dal clero cattolico che aderirono al valdismo in quei frangenti, nella convinzione di potere in quel modo promuovere una più efficace opera di evangelizzazione dell’Italia. Il volume ricostruisce l’articolato ventaglio di strategie prospettate all’interno della Chiesa valdese in quel contesto: la netta e quasi unanime riprovazione del cosiddetto modernismo radicale (Loisy, Buonaiuti) – speculare alla presa di distanza dai metodi adottati dalla Santa Sede nei confronti dei riformisti cattolici -; le oscillazioni di giudizi nei confronti di Fogazzaro e Murri, nell’ambito di un faticoso tentativo di individuare un terreno di incontro con i “modernisti religiosi” (“Il Rinnovamento” di Milano), con la polarizzazione della maggioranza dei protagonisti intorno alle divergenti opzioni costituite da un lato dal sostegno che si cercò di dare ai tentativi dei modernisti di realizzare una riforma del cattolicesimo dall’interno, una via resa sempre più difficile dalle susseguenti condanne di Pio X; dall’altro lato dalla sollecitazione nei confronti dei modernisti ad abbandonare la Chiesa di Roma, considerata irriformabile, e ad aderire a una delle Chiese evangeliche. Tra gli esiti innovativi della ricerca si colloca anche la corretta identificazione dell’autore pseudonimo di un articolo con il quale, attraverso la rivista della Facoltà Valdese di Teologia, nel 1911 si provò a spingere la Chiesa valdese a una più convinta collaborazione con i modernisti cattolici. Attribuito finora a Buonaiuti, la restituzione di quel testo all’ex cappuccino Mingardi contribuisce anche a riconsiderare i modi e i tempi del complesso rapporto tra Buonaiuti e gli ambienti evangelici in Italia. Nell’insieme attraverso lo studio delle relazioni sviluppatesi tra teologi valdesi ed esponenti del riformismo cattolico il volume offre un apporto alla comprensione della storia religiosa contemporanea e alla ricostruzione delle relazioni tra le Chiese cristiane, che anche grazie all’esperienza del modernismo in quegli anni si andavano faticosamente aprendo alla prospettiva dell’ecumenismo.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.